Toncoin e TON Community: Telegram sta segretamente creando la sua criptovaluta?

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Toncoin: cosa c’è dietro la criptovaluta “derivata” dalla TON di Telegram? Qualora non ve lo ricordiate, la TON di Telegram, ossia la Telegram Open Network, la blockchain con criptovaluta collegata che avrebbe dovuto rivoluzionare l’applicazione, è da tempo un ricordo; venne infatti cancellata quando il fondatore dell’app, Pavel Durov, dovette ammettere la sconfitta subita per mano dei legislatori americani, che contestavano l’atteggiamento adottato da Telegram in occasione del lancio della sua valuta digitale.

Anni dopo, tuttavia, sembra che la TON di Telegram stia lentamente entrando nei circuiti dell’applicazione, grazie soprattutto alla complicità del team di sviluppo di Telegram che, senza ammetterlo ufficialmente, le ha fornito un enorme aiuto in termini di integrazione e sviluppo.

Siete pronti a scoprire come e perché la TON starebbe facendo nuovamente capolino su Telegram?

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DOVE ERAVAMO RIMASTI

Telegram non è mai stata solamente un’app di chat. Nella mente del suo creatore, infatti, Telegram sarebbe dovuto essere il trampolino di un ecosistema più grande. Un progetto che venne lanciato nel 2018: quell’anno venne ufficializzata l’esistenza della Telegram Open Network, una blockchain proprietaria che sarebbe servita da rete di scambio per una valuta proprietaria, chiamata Gram. Sia la blockchain che la criptovaluta sarebbero state un’invenzione originale di Nikolaj Durov, fratello maggiore di Pavel e “cervello” dell’azienda – a lui si deve infatti l’ideazione del (discusso) protocollo crittografico MTProto, tutt’ora applicato alle chat di Telegram.

Quella che sarebbe dovuta essere la cronologia di lancio della TON

In due round di finanziamento privati Durov raccolse 2 miliardi di dollari da investitori ansiosi di prendere parte al progetto: questi soldi sarebbero stati riconvertiti in Gram, il cui controllo sarebbe comunque stato in mano a Telegram che ne avrebbe gestito l’emissione e la circolazione.

Alcuni errori nella presentazione della criptovaluta alla SEC, la Security and Exchange Commission americana, costrinsero però Telegram ad abortire l’intero progetto: l’applicazione aveva cercato di “aggirare” alcuni requisiti posti dalla SEC, e questo non era piaciuto alle autorità americane. Dato che Telegram non poteva garantire che investitori statunitensi non avrebbero preso parte al finanziamento dell’applicazione, Durov fu dunque costretto a smantellare l’intero apparato.

Dopo la chiusura del progetto ufficiale, sono nati molti altri “spin-off” della valuta e della blockchain stessa: uno di questi, organizzato attorno alla “TON Community”, ha dato vita a una blockchain e a una criptovaluta chiamata Toncoin, ha ricevuto la benedizione del fondatore stesso di Telegram.

Non c’è dubbio che l’entusiastica affermazione di un progetto non ufficiale abbia dato all’idea di una valuta interna all’applicazione una linfa nuova, e che la dirigenza di Telegram abbia voluto assicurarne la diffusione. Ma sembra che gli ultimi aggiornamenti siano andati un po’ troppo oltre.

TELEGRAM E LA TON SEMPRE PIÙ IN SINTONIA

Stando al canale @tginfo, che ha monitorato con grande attenzione gli aggiornamenti di Telegram degli ultimi mesi, l’applicazione avrebbe avviato l’integrazione della valuta Toncoin e della TON Network con un’enfasi forse eccessiva.

Il caso più noto è quello del bot @wallet: un username particolarmente prezioso – e su Telegram gli username dispongono di un potere particolare, in quanto consentono di disporre di una maggiore rilevanza nei risultati di ricerca. Invece di opzionarlo, Telegram lo ha lasciato all’uso della TON Community, che ne fa uso per la circolazione della Toncoin.

Un esempio del funzionamento del bot @wallet

Con l’avvento delle pubblicità su Telegram e con il lancio della Telegram Ad Platform, la Toncoin e la TON Community sono diventate estremamente popolari: sull’applicazione si vede infatti solo un tipo di campagna di advertising – ed è quello relativo alle varie criptovalute, NFT e altre tecnologie connesse con il metaverso e l’economia digitale.

Abbiamo dunque voluto chiedere a uno degli amministratori del canale @tginfo, che di certo possiede una documentazione più approfondita sul tema, di svelarci alcuni dubbi che abbiamo in merito all’eventualità che, dietro la promozione della Toncoin e di tutto quanto vi ci è collegato, sia opera di Telegram stesso.

«Non credo», ci risponde. «All’inizio non c’erano nemmeno tali annunci. Ma sembra che gli elevati requisiti della piattaforma pubblicitaria li rendessero disponibili principalmente ai partner stretti interessati. Dire che la campagna pubblicitaria di TON sia finanziata da Telegram è un’enorme speculazione: non ci sono prove dirette che lo confermino, ma sembra chiaramente che sia così.» Una conferma? Una smentita?

Di certo le ultime novità hanno dato a queste speculazioni una gran voce. Prendiamo infatti a esempio i web bot: sulla carta, sembra che siano una grande novità – eppure, nel blogpost dove Telegram ne ha annunciato l’arrivo, essi si trovano al quinto posto nella lista delle novità. Sorpresi? Non dopo che avrete scoperto quali sono i requisiti per gli sviluppatori per integrare l’innovativa interfaccia dei web bot nelle proprie creazioni: si legge infatti chel’integrazione del menu allegato è attualmente disponibile solo per i principali inserzionisti sulla piattaforma pubblicitaria di Telegram”.

Il che significa, come abbiamo già sottolineato più volte, che i web bot saranno utilizzabili solo dagli sviluppatori che potranno permettersi i due milioni euro necessari per accedere alla Telegram Ad Platform. Questo requisito provoca un’amara ironia: stando a queste regole il bot usato da Telegram per illustrare il funzionamento dei web bot, @DurgerKingBot, non sarebbe stato realizzabile nella realtà, dato che i fast-food non possono usare la Telegram Ad Platform per finalità promozionali.

Il bot @DurgerKingBot, usato da Telegram per mostrare il funzionamento dei web bot

Certo, si trattano solo di speculazioni, come ci riporta anche la nostra fonte: «non ho informazioni sulle intenzioni [di Telegram], sembra solo che Telegram avesse intenzione di lavorare con grandi inserzionisti e società pubblicitarie che avrebbero agito da proxy per la loro piattaforma. Ci sono alcuni annunci per canali più piccoli nel segmento di lingua russa di Telegram. Non sono sicuro della fonte di tali annunci poiché non ho sentito parlare di tali “agenzie pubblicitarie partner”.»

Chi gestisce dunque le pubblicità su Telegram? Forse è proprio Telegram stesso, quantomeno per la parte che evince la TON Community e la Toncoin. Ma questa saprà rivelarsi un adeguato sostituto della Telegram Open Network e dei Gram? «Difficile dire quanto si avvicinerà ai piani originali: sicuramente non sarà così mainstream come previsto, dal momento che TON ora deve integrarsi con Telegram in modi complicati.» Il nostro interlocutore crede che «la TON stessa non sarà sviluppata com’era stata pensata inizialmente, dal momento che originariamente la TON era stata progettata per disporre della TON Reserve, una sorta di banca centrale che avrebbe dovuto proteggere la valuta detenendone inizialmente il 50%, controllato dagli investitori.»

Sicuramente, per noi occidentali, inseriti all’interno di un ecosistema di pagamenti e servizi digitali interamente interconnessi, ci parrà curioso che tanta pubblicità venga fatta a una tecnologia di nicchia, scarsamente utilizzata. Ma non è il caso della Russia: il Paese, dove Telegram è estremamente popolare e ancora oggi accessibile, è quasi completamente isolato sul piano dei pagamenti e dei servizi tecnologici, e lo sviluppo della Toncoin potrebbe aiutare i russi ad aggirare il blocco operato da Mastercard, VISA e l’espulsione della Russia dai servizi SWIFT.

«Certamente potrebbero,» ci risponde la nostra fonte, che pure è russa «ma la Toncoin non è ancora accettata da nessuna parte, tranne dai bot partner di Telegram. È una cosa di nicchia allo stato attuale, nonostante la continua promozione. Per ora, i russi utilizzano i mercati di scambio “grigi”, come le criptovalute più comuni: BTC, ETH, USDT.»

C’è da domandarsi come la Toncoin verrà integrata all’interno di Telegram, ma è chiaro che non si tratta solamente di un progetto originato dai fan, quanto piuttosto di un piano che gode del supporto diretto e indiretto dell’applicazione. Alla luce del lancio di Telegram Premium e delle funzionalità a pagamento dell’app, non è da escludere una futura integrazione tra i due servizi.

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