Gli username Telegram ora sono in vendita (ma fate attenzione)
Tutto è gratis, e lo rimarrà per sempre – fino a che non diventerà a pagamento. Una parafrasi di quello che un tempo era lo slogan di Telegram, una placca sbiadita dal sole di Dubai che probabilmente non risulta più appesa negli uffici dell’applicazione, se mai lo è stata. Con l’annuncio di oggi, Pavel Durov ha ufficializzato l’istituzione della partnership tra Telegram e Fragment, una piattaforma per la compravendita di NFT. Gli username Telegram sono in vendita, e gli utenti più facoltosi potranno appropriarsi degli username più ricercati e ricercabili sulla piattaforma.
Tutte le transazioni avvengono in TON, la criptovaluta di terze parti creata da un team di sviluppatori che però presenta più connessioni con Telegram di quanto ci si aspetterebbe. Possiamo già prevedere le numerose polemiche che susciterà questa nuova strategia di Telegram di monetizzare un’altra pezzetto della sua piattaforma: ma prima di lamentarvi, siete pronti per scoprire come funziona la nuova vendita di username Telegram?
TUTTO HA UN PREZZO, ANCHE IL TUO USERNAME
Qualche settimana fa, migliaia di utenti Telegram si svegliavano alleggeriti di uno o più nomi utente: quegli @username che, specie su una piattaforma priva di un sistema di indicizzazione complesso come Telegram, possiedono un grande valore se formati da parole brevi o molto ricercate.
Lo “scippo”, definito Userpocalipse era stato operato da Telegram stesso, che – per bocca del suo fondatore, Pavel Durov – si riprometteva di redistribuirli all’utenza secondo criteri di equità: quegli username Telegram, spiegava, erano stati in gran parte “prenotati” da persone che poi non ne facevano in realtà un uso reale, ma li mantenevano in archivio per poi rivenderli sottobanco all’interno di una sorta di “mercato nero” degli username Telergam. Le modalità di redistribuzione avevano però suscitato allora qualche polemica; l’applicazione non avrebbe semplicemente reso nuovamente disponibili i nomi utente requisiti; anzi: li avrebbe messi in vendita.
Inoltre, va detto che non tutti gli username erano stati “parcheggiati” per una futura rivendita, ma venivano mantenuti per altre finalità – per proteggere un marchio informale, per esempio.
Ma come si può vendere un username, che non è un bene digitale vero e proprio ma un prefisso aleatorio? La risposta la forniva Durov nel suo comunicato: tramite la partnership con una piattaforma creata ad hoc, è stato istituito un marketplace di NFT la cui validità è estesa a ma non esclusiva di Telergam.
Tale piattaforma si è poi rivelata essere Fragment.com, presentata al pubblico nella giornata di ieri.
COME FUNZIONA LA VENDITA DI USERNAME TELEGRAM
La vendita degli username Telegram viene effettuata sulla piattaforma Fragment.com.
Il primo round di vendita ha riguardato tutti gli username contenenti 4 lettere – che sono i più ambiti, in quanto molto brevi e facilmente ricercabili – dalla A alla H, più una serie di username Telegram dai nomi più lunghi ma riconoscibili, poiché riconducibili a marchi famosi.
Qui giunge la prima controversia legata a questa operazione: com’è possibile vedere nella pagina principale di Fragment, tra gli username più ambiti, molti sono copie carbone di brand molto noti. Nomi utente come @audi, @amazon, @dior e @adidas sono (all’orario in cui scriviamo) in vendita per almeno 7.000 dollari; @audi ha raggiunto addirittura i quarantamila dollari.

Ma come funziona la vendita di username Telegram su Fragment? È semplice: quando la piattaforma mette in vendita un username (per ora gli utenti non possono ancora vendere nulla), questo diventa disponibile alla base d’asta di 500 TON. I TON sono una criptovaluta proprietaria non minabile – ossia, non è possibile produrla da sé come i Bitcoin; è possibile però acquistarla, a un prezzo che è aleatorio (come per tutte le valute, e soprattutto le criptovalute) e strettamente collegato all’interesse suscitato dalla moneta. Con il lancio della piattaforma Fragment e del commercio degli username, il valore di TON è cresciuto molto, sfiorando i 2$/TON. Ciò significa che, indicativamente, il costo di base di un username è di circa 800$.
Ovviamente, non tutti gli username sono tanto interessanti da meritare un esborso simile: ecco perché la piattaforma diminuisce automaticamente di 12 TON il costo di vendita ogni 24 ore qualora nessuno effettui una puntata di rilancio del prezzo. Ciò significa che, teoricamente, basterebbe attendere che il prezzo cali sino al suo minimo – ossia, 8 TON – per acquistare l’username a un prezzo teoricamente ragionevole.
Ma cosa si ottiene quando si compra un username Telegram? Beh, innanzitutto è errato dire che comprare un username su Fragment corrisponde all’acquisto di un username Telegram: come specificato nei termini di servizio della piattaforma, ma non nella pagina dell’acquisto (non a caso), la transazione trasferisce all’utente l’esclusiva e perpetua proprietà dell’NFT relativamente a quell’username. La sua validità, tuttavia, si esaurisce su quelle piattaforme che integrano la tecnologia di Fragment: il ciò significa che comprare un username su Fragment POTREBBE darvi l’esclusivo utilizzo dello stesso username su Telegram.
Telegram, infatti, non può garantire il possesso perpetuo di un username a un utente che potrebbe non detenere i diritti del suo utilizzo – come, appunto, nel caso di marchi registrati. Secondo un meccanismo che è tipico della piattaforma, ossia il deferimento delle responsabilità, Telegram si riserva la possibilità di requisire gli username comprati dagli utenti, per varie ragioni, e moderarli o organizzarli a suo piacimento. Come recita infatti il punto 3.1 dei termini di servizio di Fragment:
«Telegram fornisce ai proprietari di entità i vantaggi e le funzionalità associate alle loro entità, tuttavia, la Società non garantisce che ciò sarà per sempre. L’acquisto di un’entità non dà diritto ai proprietari ad alcuna forma di rimborso nel caso in cui una società che lo integra non sia più in grado o disposta a fornirne le funzionalità, in tutto o in parte»
L’importanza di questa voce è evidente, così come è lapalissiano il motivo per cui sia stata nascosta all’interno dei Termini di Servizio. Ciò che allo stato attuale dà valore agli username-NFT venduti su Fragment è infatti l’integrazione della piattaforma con Telegram; eppure, complice anche la presentazione che ne è stata fatta anche dal fondatore dell’app in un suo un recente messaggio, non c’è dubbio che la maggioranza degli acquirenti attuali ritenga che la transazione di adito alla proprietà perpetua anche dell’username Telegram connesso con l’NFT.
Ovviamente, ci sono delle ragioni concrete di fronte a questa scelta di Telegram: alcuni degli username in vendita potrebbero venir richiesti in futuro dal marchio che ne possiede la proprietà intellettuale; altri username sono pesantemente moderati o vietati (come @nazi o @pedo, che pure risultano in prossima fase di listing su Fragment); altri ancora verranno probabilmente utilizzati per scopi illeciti – come l’username @elon, riconducibile istintivamente a Elon Musk. Il miliardario è frequentemente soggetto a furti d’identità su Twitter poiché il suo profilo, strettamente legato al mondo delle criptovalute, viene spesso usato da criminali per condurre truffe mordi-e-fuggi nel campo delle valute digitali.
Quale sarà il futuro di questa integrazione, è difficile dirlo; molto dipenderà dall’interesse che saprà suscitare sul lungo periodo. Voi cosa ne dite? Siete contenti di questa scelta? Venite a raccontarcelo su @appelmeggiando, il nostro gruppo Telegram ufficiale, o lasciate un commento sotto il post nel nostro canale Telegram, @appelmoladg! Presto, prima che Durov ci rubi l’username…
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