Web bot di Telegram, la prossima rivoluzione dell’app di chat
Web bot: è questa la nuova dicitura che è stata provvisoriamente assegnata a una nuova forma di bot che Telegram starebbe testando in questi giorni all’interno della beta del suo client per Mac. I web bot di Telegram potrebbero rappresentare la prossima “grande” novità del team dell’applicazione in materia di bot, avendo dedicato nell’ultimo anno grande attenzione ai canali e all’aspetto social e di condivisione (un anno fa venivano infatti lanciate le “chat vocali) trascurando aspetti più tecnici.
Ma cosa sono i web bot, e in cosa differiscono dai normali bot che utilizziamo tutti i giorni, ve lo spieghiamo nelle prossime righe. Siete pronti per scoprirlo?
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CHIAMATELI WEB BOT, SE VI PARE
I bot sono una realtà quotidiana di Telegram: aiutano gli utenti a effettuare azioni comuni e particolari – dalla creazione di un pacchetto di stickers al download di filmati dai social media. Allo stato attuale tuttavia non consentono di svolgere azioni troppo elaborate: si tratta di un limite insito nella loro programmazione, e nelle comprensibili limitazioni di un’app di chat nata per fare altro.
Ma è davvero così? No, decisamente no: la riprova della fantasia del team dell’applicazione è data dai web bot, una nuova forma di bot che il canale Telegram @tginfo, già autore di precedenti “soffiate”, ci ha anticipato in un post. Menzioni dei nuovi web bot sono state rintracciate all’interno del codice dell’applicazione per MacOS di Telegram, tramite il quale possiamo capire cosa siano questi web bot, e a che cosa servono.
Scopriamo dunque che i web bot come suggerisce il nome sono bot che si collegano alla rete Internet. Fin qui tutto normale: la vera novità consiste nel fatto che interagendo con l’utente tramite il menu degli allegati aprono una finestra che permette di aggiungere un gran numero di elementi interattivi in più rispetto al solito. Ma perché questo li rende tanto rivoluzionari? A primo avviso sembrerebbero infatti dei normali inline bot.
Abbiamo provato a chiedere delucidazioni direttamente a uno dei redattori di @tginfo, autori della soffiata. «Potresti avere familiarità con i bot inline di Telegram, come @gif, @pic, @vid, @wiki», ci dice. «Ti consentono di inviare messaggi complessi ai bot senza chiudere una chat Telegram. Il problema con i bot inline è che l’unico controllo che ti danno è un campo di testo.
I web bot estendono questa idea. Ora un bot può aggiungersi al menu Allegati, e poi, quando ci fai clic sopra, il bot può caricare la propria interfaccia utente utilizzando un browser integrato. Telegram utilizza un browser per fornire la massima flessibilità agli sviluppatori, in modo che possano creare qualsiasi tipo di interfaccia utente.»
Un po’ come i game-bot, dunque? Quando gli chiediamo di fornirci un esempio, ci spiega: «avrai presente i siti web per il disegno, che ti offrono una tela e una serie di strumenti con cui disegnare. Ma se un utente Telegram volesse usarli per disegnare qualcosa, dovrebbe uscire da Telegram, aprire il sito web nel suo browser, quindi copiare il risultato su Telegram. Con la nuova API dei web bot, gli sviluppatori possono incorporare questo tipo di sito web direttamente nel menu degli allegati con un semplice pulsante “invia” […] Fondamentalmente, le possibilità sono infinite grazie alla flessibilità della piattaforma web.»
Così spiegata, i web bot sembrano davvero interessanti. La domanda che però ci poniamo è un’altra: sapranno resistere alle aspettative? Non sarebbe la prima volta infatti che una funzionalità di Telegram, eccezionale sulla carta, diventa poi molto più modesta nella portata a causa di regolamenti assurdi o limitazioni assai fastidiose (è il caso delle pubblicità su Telegram). Gli giriamo la domanda: cosa deve fare Telegram perché i web bot non siano un buco nell’acqua?
«Telegram potrebbe creare alcuni strumenti in modo che sia più facile per gli sviluppatori creare interfacce web con un linguaggio di design che corrisponda a quello di Telegram (questi di solito sono chiamati framework UI). In questo modo, gli sviluppatori potrebbero pensare meno alla codifica del design e dell’interfaccia e concentrarsi di più sulle funzionalità, mentre gli utenti riceverebbero un design coerente grazie ai framework UI.»
Un ragionamento che non fa una grinza; allo stato attuale non esiste documentazione per dare giudizio in merito, e Telegram ha sempre dimostrato di avere una certa sensibilità per le necessità degli sviluppatori – quindi ci auguriamo che anche in questo caso vengano soddisfatte.
E la privacy? Alcuni hanno infatti notare che la connessione alla rete Internet potrebbe esporre gli indirizzi IP degli utenti che utilizzano i web bot Telegram.
Secondo il nostro interlocutore, non c’è niente da fare: «potrebbe in effetti essere un problema, dal momento che i bot riceveranno l’indirizzo IP dell’utente. Sebbene nel 2022 l’IP non sia una tipologia di dati così privata (dal momento che ogni sito web che visiti è in grado di ottenerlo ed è difficile identificare un utente in particolare in base al suo IP), è comunque un’informazione aggiuntiva. Penso che Telegram potrebbe trovare un modo per impedirlo, ma il loro ciclo di aggiornamenti su base mensile non consente loro di trovare una soluzione più seria.» Tradotto: vista l’esiguità di risorse di cui dispone il team di Telegram, è probabile che questo “problema” non troverà una soluzione, quantomeno per ora.
Queste sono le informazioni di cui disponiamo al momento sui web bot di Telegram. Cosa ne pensate? Venite a raccontarcelo nel nostro gruppo ufficiale, @appelmeggiando – vi aspettiamo!
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