Android RCS: che cos’è, come funziona ed a che cosa serve – GNU

A che cosa serve la tecnologia RCS? A molto: potrebbe essere persino la chiave per la soluzione il problema di Google nella messaggistica

Iscriviti per ricevere una notifica ogni volta che pubblichiamo un articolo che non puoi davvero perderti! Disturbiamo poco, informiamo molto.

La tecnologia Android RCS è ancora in larga parte sconosciuta agli utenti del sistema operativo di Google, specialmente in Europa ed in Italia dove gli operatori non hanno ancora provveduto all’estensione del servizio già adottato da altre compagnie telefoniche. Combinando messaggistica tradizionale e features avanzate, la tecnologia Android RCS potrebbe rappresentare non soltanto la salvezza per i buoni, vecchi SMS ma persino per Google, la cui strategia nel campo social e comunicativo ha sempre dato mostra di scarsa preparazione e di una confusione generalizzata.

Siete pronti per scoprire tutto ciò che occorre sapere sulla messaggistica RCS su Android?

Come gli SMS, ma migliori - Android RCS: cos'è

La tecnologia Android RCS non è tanto differente da quella applicata attualmente alla messaggistica testuale tradizionale, se non fosse che consente di aggiungere ai tradizionali SMS una serie di elementi e features aggiuntive che li rende decisamente più interessanti.

L’acronimo RCS sta infatti per Rich-Communication-Services, che appunto allude alla straordinaria estensione delle capacità degli SMS una volta integrato ed esteso in tutto il mondo il supporto alle funzionalità: anche se infatti gli SMS sono il secondo standard comunicativo di qualsiasi SIM telefonica (insieme alle chiamate vocali) occorre che due utenti possiedano un’app ed essere partner di un carrier che siano compatibili. Perchè dunque tutti i principali e minori gestori del mondo possano offrire il medesimo servizio ai propri clienti la GSM Association ha incluso la tecnologia Android RCS all’interno del proprio programma Universal Profile (ora disponibile nella sua nuova versione 2.0), non necessario ma consigliato per tutte le aziende che decidano di offrire ai propri abbonati il Rich Communication Services.

Grazie all’adozione dell’Universal Profile la GSMA spinge per l’integrazione dell’RCS in maniera uniforme e stabile presso tutte le compagnie: dato che la tecnologia Android RCS non richiede connessione Internet – proprio come gli SMS – è necessario che sia il gestore a fornire i servizi che un’app di messaggistica comune fornirebbe servendosi appunto del traffico dati.

Quali sono queste funzionalità?

Meglio di WhatsApp, forse - Android RCS: a che cosa serve

La tecnologia RCS non ha bisogno di una rete dati a cui appoggiarsi: si tratta di un’ottima notizia, ma esclusivamente nel caso in cui questa risulti veramente alternativa alle tradizionali app di messaggistica. Per superare l’agguerrita concorrenza Google – che ha acquistato Jibe, l’unica società che fornisse ai carrier la tecnologia necessaria per la sua integrazione – in collaborazione con la GSMA, si è accordata su una serie di features che renderanno improvvisamente gli SMS decisamente appetibili:

  • creazione di gruppi di conversazione
  • notifiche di lettura del messaggio
  • videochiamate
  • invio di immagini in alta qualità (sino a 10MB), video e persino file e documenti
  • condivisione della posizione
  • supporto agli stickers (anche se forse solo a favore di aziende e società)
  • eccetera

E queste sono unicamente le funzionalità che saranno disponibili alla prima release, poichè sarà sufficiente che il servizio – gestito da Google – venga aggiornato perchè automaticamente tutti gli utenti possano disporre dei nuovi update. Ciò consentirà ad Android RCS (ed a Google, naturalmente) di riportare i messaggi di testo al centro dell’attenzione, e di rivoluzionare il settore delle applicazioni di messaggistica.

Perchè?

Perchè Google punta forte sugli SMS - Android RCS: perchè è importante

Non è un mistero che Google sia la principale promotrice della tecnologia Android RCS: non soltanto perchè, come già precedentemente specificato, ha acquistato l’unica società che avesse compiuto approfondite ricerche nel campo dei Rich Communication Services, acquisendo di fatto il monopolio in questo campo, ma anche perchè rappresenta la chiave di volta per il suo exploit nel mondo della messaggistica.

Google punta forte su Android RCS

Non è un mistero che Google invidi il successo che iMessage ha rilevato presso l’utenza iOS, nè che non abbia saputo ancora trovare il proprio posto all’interno dell’universo delle social chat: dopo Hangouts, Allo e Duo, la casa di Mountain View è alla ricerca della soluzione che permetta di cancellare l’infamia di una nomea che da anni la insegue, e che pare essere confermata dai fatti, riguardo la sua incapacità di sviluppare un’app di chat finalmente popolare. Con Android RCS non soltanto le normali app di chat si renderebbero inutili – a meno di non offrire funzionalità aggiuntive a quelle sopra menzionate – ma Google manterrebbe il dominio del settore. Il traffico dati non diventerebbe più l’unica variabile da considerare nei piani di abbonamento, gli SMS diventerebbero finalmente rilevanti e Google, tramite il “Jibe Network” – una piattaforma attraverso la quale i carrier potrebbero includere, integrare o appoggiarsi per la diffusione della tecnologia Android RCS – farebbe affari d’oro.

Naturalmente, non è tutto oro ciò che luccica: l’aspetto della sicurezza e della privacy dei dati non è stato ancora considerato, anche per via delle difficoltà tecniche che finora hanno sempre impedito di applicare una seria ed accettabile crittografia ai messaggi di testo. Ci provò Signal, prima di abbandonare il progetto – ora c’è Silence, un fork di Text Secure disponibile su F-Droid – e non è chiaro se e mai gli SMS, anche se RCS, diventeranno sicuri quanto una chat su Telegram, o Confindence. Ed anche in tal caso, le app di chat non diventeranno inutili, ma lo scontro si sposterà sulle funzionalità, dai canali alle Storie, e diventeranno il discriminante sulla base del quale gli utenti attribuiranno la propria preferenza.

Un messaggio alla volta - Android RCS: quando arriverà in Italia

Più di 60 operatori telefonici hanno stretto una partnership con Jide e il GMSA per l’espansione in tutto il mondo dello standard RCS, compresi Telecom Italia, Tim e Vodafone che già dall’inizio del 2016 avevano avviato una collaborazione in tal senso. Nel settembre 2018 alcune testate hanno riportato una prima, timida apparizione della tecnologia Rich Communication Services in Italia attraverso la piattaforma di chat di Vodafone Message+, che sembra condividere insieme al suo operatore-partner ho.Mobile la compatibilità con gli standard RCS. Tuttavia, ulteriori analisi hanno smentito la possibilità di una distribuzione organica e nazionale della funzionalità, riconducendola allo stato di test.

Nel gennaio 2018 Huawei ha stretto un accordo con Google per l’utilizzo dei messaggi RCS all’interno dei propri device, consentendo l’installazione di default dell’app di messaggistica testuale Messenger in tutti i nuovi smartphone della casa produttrice.

Negli USA lo stato dei lavori è più avanzato: nel giugno 2018 il carrier T-Mobile ha introdotto il supporto ai messaggi RCS per i propri smartphone Samsung Galaxy S7 e S7 Edge, seguito nel novembre successivo dal concorrente Sprint – il quale ha anche promesso che tutti i device venduti nel corso del 2019 sarebbero stati equipaggiati con l’Universal Profile. L’operatore Verizon, dal canto suo, ha già avviato il rollout del supporto durante l’inverno scorso, ma finora gli unici dispositivi che dispongono di una piena compatibilità con gli RCS sono limitati alla linea Pixel di Google. Google ha poi confermato che la tecnologia RCS è già funzionante per i partner business dell’azienda negli USA e in Messico.

rcs messaggi
La slide mostrata durante l’evento GSMA che indicherebbe la partecipazione di Apple nella distribuzione dei Rich Communication Systems

Nell’ottobre 2018 poi Apple avrebbe manifestato la propria apertura nei confronti dello standard di comunicazione, così come testimonierebbe una slide apparsa il gennaio successivo su Reddit riconducibile all’evento GSMA tenuto appunto l’inverno precedente. Secondo il sito 9to5Mac, Apple sarebbe interessata ad integrare i messaggi RCS all’interno di iMessage, ma finora non c’è stata alcuna adozione ufficiale.

Verso la fine del 2019 la tecnologia RCS è stata abilitata su tutto il territorio statunitense: un risultato raggiunto con diversi mesi di ritardo rispetto al Vecchio Continente, che aveva già visto il rilascio dei “ricchi” messaggi di testo già nel mese di luglio dello stesso anno in Francia e Regno Unito, a causa delle resistenze dei principali operatori statunitensi.

E l’Italia? Nel 2019, in concomitanza con l’arrivo degli RCS negli Stati Uniti, era stato scoperto un piccolo stratagemma che, se attuato (grazie soprattutto alla nostra Piccola Guida dedicata all’argomento) permetteva l’abilitazione all’uso degli RCS prima ancora che ne venisse annunciato il supporto nella Penisola – una fortuna che non è durata a lungo: già nel marzo 2020 Google, accortasi dell’errore, chiudeva l’accesso alla funzionalità.

Nell’aprile 2020 tuttavia, poche settimane dopo, gli RCS arrivano davvero in Italia: per utilizzare gli RCS in Italia è sufficiente accedere all’app Messaggi di Google (o installarla, se non è presente nel vostro telefono) e cliccare sul pulsante “Accetto” dalla schermata di annuncio della tecnologia RCS che vi comparirà nella parte inferiore dello schermo, in primo piano rispetto alla lista delle conversazioni.

Qualora questa schermata non dovesse comparire, vi sarà sufficiente cliccare sul menu a tendina posto in alto a sinistra, poi su “Impostazioni” > “Funzionalità di chat“; da qui cliccate su “Attiva funzionalità di chat“, e sul bottone “Consenti” all’interno del pop-up che vi chiederà di accettare di eseguire l’app Messaggi in background (questo potrebbe causare un aumento del consumo della batteria). A questo punto, attendete qualche minuto e tornate dentro la sezione “Funzionalità di chat“: se a fianco della voce “Stato” compare lo status “Connesso“, allora la procedura è andata a buon termine!

Vorresti scrivere per AppElmo? Mettiti in gioco: stiamo cercando collaboratori! Scrivi a [email protected], e dai un’occhiata QUI per le modalità di contatto. Non essere timido!

Se non volete perdervi nè le prossime GNU nè gli altri articoli di AppElmo (e sappiamo che non volete), allora potete iscrivervi alla nostra newsletter inserendo il vostro indirizzo email nel form qui in basso (tranquilli, vi assicuriamo che non vi invieremo spazzatura o spam; in caso contrario, vi saremmo immensamente grati se ci segnalaste il problema).

Oppure potete seguirci sulla nostra pagina Facebook, sul nostro account Twittersul nostro canale Telegram oppure, in alternativa, potete sempre scaricare la nostra app da Google Play, cliccando QUI o sull’immagine nella sidebar! Grazie mille!

Fonte The Verge
Commenti
//