Il miglior TV box Android? Quello di marca. Se oggi infatti non è più una “bizzarria tecnologica” scegliere di guardare i propri film e serie TV preferiti attraverso un dongle o un TV box Android esterno, è comunque molto strano scegliere di utilizzare un TV box Android che non abbia la qualità e la garanzia che soltanto un brand consolidato può dare. A dirlo non sono le pubblicità, ma le varie ricerche indipendenti che hanno stabilito la pericolosità dei set box TV con Android integrato che vengono venduti su Amazon, eBay e decine di siti di rivendita di prodotti di elettronica.
Oltre, infatti, a componenti di ultima scelta, questi TV box vengono equipaggiati con backdoor, malware e collegamenti sospetti che lasciano intendere un intento malevolo da parte di chi li ha fabbricati e poi venduti. Quando dunque si parla del “miglior TV box Android”, dunque, bisogna considerare innanzitutto gli aspetti che ci spingono a sconsigliarvi di affidare la sicurezza del proprio network domestico a prodotti poco sicuri – soprattutto quando esistono alternative più serie ed economiche come il Google Chromecast o lo Xiaomi Mi TV Box.
Siete pronti per scoprire quali TV box Android comprare, e quali invece lasciar perdere in questa Guida per Nuovi Utenti?
TV BOX ANDROID: A COSA SERVONO
Lo streaming video oggi non passa soltanto attraverso gli schermi tradizionali: a fianco delle televisioni, oggi ci sono anche computer, smartphone e laptop a fornire il supporto adeguato alla visione delle proprie serie TV preferite. A volte, però, “adeguato” è una parola un po’ troppo forte: col passare del tempo, può capitare di trovare un po’ limitanti i sette pollici di display di uno smartphone – una sensazione che non passa nemmeno spostandosi sui tredici pollici di un laptop tradizionale.
No: serve qualcosa di più. Ma come guardare sul proprio televisore tutte quelle serie TV, anime e film che si trovano su piattaforme streaming, in qualche caso decisamente settoriali (pensiamo a servizi di streaming minori, come Mubi) o che addirittura hanno una provenienza non del tutto legale?
Semplice: ci pensa un TV box. Si tratta di un dispositivo che, se connesso alla propria televisione tradizionale oppure smart, permette di accedere a una serie di applicazioni e servizi che normalmente sarebbero inaccessibili. A fronte infatti di una spesa decisamente contenuta (tra i trenta e i cento euro) si ottiene un sistema operativo familiare (quasi sempre basato su Android) e l’accesso a uno store di applicazioni; non bisogna poi possedere particolari abilità tecniche per installare un TV box Android – generalmente, è sufficiente collegare il dispositivo al televisore attraverso la sua porta USB.
TV BOX ANDROID: OLTRE DIECI ANNI DI STORIA
I TV box Android sono prodotti con una storia antica: già nel 2010 si inizia a parlare di “Android in televisione” con l’introduzione di Google TV, un sistema operativo basato su Android e sviluppato appositamente per le televisioni. Non era la prima volta che un sistema operativo mobile capitava su prodotti che in fatto di mobilità avevano punteggi decisamente bassi: webOS, il sistema operativo di LG nell’epoca pre-Android, ha trovato nuova vita proprio nelle smart TV del produttore coreano – ne abbiamo parlato in questo approfondimento.
Nonostante le premesse e il supporto hardware di molti produttori di prim’ordine (tra cui Logitech e Intel), Google TV non fu il successo commerciale che l’azienda si aspettava: da una parte, è possibile che i tempi non fossero ancora maturi per un prodotto del genere; dall’altra, Google TV si presentava come in maniera “incompleta”, pieno di “buone idee realizzate a metà” – com’ebbe a scrivere la rivista tecnologica Engadget. Non basterà il supporto a Google Chrome, la piena integrazione con tastiere e supporti fisici e nemmeno l’integrazione con la ricerca vocale, a fare di Google TV un successo; a quattro anni dal rilascio, il sistema operativo venne rimpiazzato dal suo successore spirituale – Android TV.
Nel mentre, la storia dei TV box Android viene cambiata per sempre con il rilascio, nel 2013, del primo Google Chromecast: un dispositivo più piccolo di uno smartphone (dell’epoca) in grado di connettere il telefono (o il computer) al proprio televisore. Un’idea rivoluzionaria che, unitamente al prezzo estremamente contenuto (appena 35$), garantirà al Chromecast un successo commerciale che perdura ancora oggi, quasi immediatamente imitato da altri concorrenti – come Amazon, che lancerà il suo primo Fire TV Stick nello stesso anno.
Il rilascio di Android TV nel 2014 porta a una svolta nei rapporti tra il sistema operativo di Google e i formati televisivi: invece che cercare di replicare l’intera esperienza utente Android, la nuova piattaforma si concentra su quegli aspetti che più interessano al suo utilizzatore medio. Android TV è quindi pensata per la fruizione di contenuti multimediali; è molto più vicina, in termini di design e funzioni, alla sua controparte per smartphone; utilizza un’interfaccia coerente e uniforme (a differenza di Android, non può essere modificata dal produttore) e le sue applicazioni vengono testate e approvate prima di essere rilasciate. Android TV ha poi l’Android Market (in seguito Google Play), il Google Cast e tante altre funzioni esclusive.
Nuovi TV box Android arrivano sul mercato: è il caso del Nexus Player, prodotto sempre da Google, che tuttavia sarà ritirato dagli scaffali già nel 2016 (senza un successore). Nel 2015 arriva il secondo Chromecast con una versione specializzata nella riproduzione di musica – il Chromecast Audio, discontinuato nel 2019. Soprattutto però arriva NVIDIA Shield, il primo TV box Android pensato per il gaming: a oggi, rimane l’unico prodotto di questo genere ad armonizzare performance, supporto software e qualità hardware in maniera quasi perfetta.
A differenza del suo predecessore, a quattro anni dalla sua release Android TV non riceve il benservito: anzi, Android 8.1 Oreo è un ulteriore passo avanti. Android TV si specializza sempre di più sull’esperienza multimediale – d’altronde, sono cambiate anche le modalità di fruizione della televisione. A fianco dei canali tradizionali e della TV via cavo (canali televisivi a pagamento tipici degli Stati Uniti) sono arrivati i servizi di streaming: Netflix, HBO, Hulu. Il successo di Android TV sta anche nei numeri: nel 2019 la piattaforma contava 5.000 applicazioni, era presente su una smart TV su dieci nel mondo, e vedeva la sua diffusione raddoppiare anno dopo anno. Nel 2019 NVIDIA decide di premiare Android TV con un nuovo modello del suo Shield TV, che ancora oggi rimane il suo TV box Android di punta.
A cambiare nuovamente le carte in tavola nel 2020 è Google, con la presentazione di un nuovo modello di Chromecast “con Google TV integrata”. Certi amori sono così lunghi che fanno il giro e poi ritornano: Google TV torna così nei prodotti dell’azienda sottoforma di un’interfaccia che non sostituisce Android TV – la migliora. Google TV non è infatti un sistema operativo, ma un quasi-fork di Android TV che concentra l’esperienza utente sul contenuto, invece che sui servizi di streaming: se state cercando un film, per fare un esempio, Google TV vi mostrerà su quale dei 50 servizi integrati è disponibile. Un approccio liberale, molto gradevole per i consumatori ma non per le piattaforme – in aperta polemica con Google, nel 2020 Netflix ha abbandonato Google TV per non farne più ritorno.
A oggi, appare evidente che Google TV rappresenta il futuro di Android TV: come annunciato da Google, la nuova interfaccia sostituirà quelle attuali nel corso degli anni 2023-2024. D’altronde, la piattaforma cresce sempre di più – le statistiche vedono Android TV presente su 150 milioni di dispositivi. La domanda per i consumatori è: quando arriverà sul mio box TV Android?
TV BOX ANDROID: IL PERICOLO VIENE DA LONTANO
Se avete letto la storia dei TV box Android per intero (non vi biasimeremo se avete deciso di passare al sodo, raggiungendo subito questa sezione), saprete che sono presenti sul mercato da oltre dieci anni.
Tuttavia, è difficile dire se a questa fortuna data dal mercato internazionale abbia contribuito anche l’Italia. La colpa ovviamente non è degli italiani, ma della scarsa appetibilità dei nostri consumatori da parte dei produttori di TV box Android, principalmente americani, che hanno disertato fino a pochi anni fa i nostri negozi ed e-commerce per lasciare spazio a una selva incontrollata di produttori di terza, quinta e decima scelta.
Parliamo di quei venditori di TV box Android che per anni tanti, noi compresi, hanno consigliato nelle liste per gli acquisti perché – prima di tutto – rappresentavano la prima e unica alternativa a Google e ai suoi Chromecast; secondariamente, perché si ignoravano gli enormi problemi di sicurezza che oggi sappiamo che presentano.
A dare l’allarme sono due differenti campane: la prima è l’Electronic Frontier Foundation, che mette in guardia di fronte all’acquisto di TV box Android di marca Rockchip e AllWinner. I ricercatori hanno infatti scoperto la presenza di malware all’interno dei modelli AllWinner T95, AllWinner T95Max, RockChip X12-Plus e RockChip X88-Pro-10: più precisamente, questi box vengono connessi a una rete botnet coordinata da server di Comando & Controllo, trasformandoli in strumenti controllati da remoto per attacchi coordinati ed esponendo l’intera rete WiFi domestica (alla quale il box TV si connette) a intrusioni indesiderate e spiacevoli. Alcuni di questi modelli sono tutt’oggi venduti su Amazon, anche in Italia, nonostante le proteste.
Il secondo avvertimento arriva dal popolare youtuber e divulgatore Linus Tech Tips, che in un video dedicato ai TV box Android economici ha potuto testare di persona il loro livello di affidabilità e sicurezza. Non sarà di sorpresa per nessuno scoprire che il punteggio finale è basso, se non proprio inesistente: durante le loro ricerche, Linus Sebastian e il suo team hanno scoperto connessioni a server remoti in Cina, versioni di Android non ufficiali e palesi menzogne da parte dei produttori sia sulla qualità che sulle prestazioni dell’hardware incluso nei TV box.
TV BOX ANDROID: QUALI SCEGLIERE (E QUALI NO)
Quali sono dunque le caratteristiche da cercare in un TV Box Android? Va innanzitutto considerata l’ufficialità del prodotto: come dice Linus Sebastian in apertura al suo video, «chi compra un TV box non ufficiale nella speranza per aggirare le leggi sul copyright dimentica di considerare che probabilmente non vengono rispettate anche altre leggi, come quelle sulla privacy e sui dati personali».
Quando dunque leggete le specifiche di un TV Box Android, cercate questi indizi:
- marca: un TV Box Android affidabile è legato a una marca nota e conosciuta;
- Play Store: la presenza del Play Store non è garanzia di ufficialità (può essere stato installato per vie traverse) ma è sempre un passo in avanti rispetto all’uso di store di terze parti, molto meno sicuri;
- Google Apps: la presenza delle app di Google, soprattutto YouTube, è un segnale confortante;
- app di streaming: se un TV box possiede Netflix, Disney Plus o altre app di streaming pre-installate, è segno di ufficialità;
- interfaccia: l’UI dei TV Box Android pirata è solitamente molto semplice, a volte personalizzata ma quasi sempre distante dall’interfaccia dei prodotti ufficiali, che aderisce invece a canoni di design imposti da Google (ne trovate un esempio nella foto qui sopra);
- Google Assistant: la presenza dell’assistente di Google è un altro indicatore dell’ufficialità di un prodotto;
- telecomando: i telecomandi dei TV Box Android ufficiali sono semplici, dotati di pochi pulsanti – molti dei quali rimandano a servizi di streaming specifici (frutto di accordi commerciali tra la piattaforma e il venditore). I TV Box Android “pezzotti” sono invece accompagnati da tastiere con cursore touch, complicati telecomandi multi-pulsante e chi più ne ha, più ne metta.
A tal proposito, va menzionata un’altra tendenza esclusivamente tipica dei TV Box Android non ufficiali: l’esagerazione. Molti prodotti vantano prestazioni inimmaginabili, qualità di streaming superiore (4K, ma in alcuni casi persino 8K!) e un design futuristico – solo nelle fotografie promozionali, perché dal vivo sono né più né meno che sveglie digitali con presa USB. Diffidate da queste (evidenti) smargiassate utili a giustificare un prezzo di vendita non adeguato.
TV BOX ANDROID: LE NOSTRE PROPOSTE
Fortunatamente, a fianco di decine di prodotti non ufficiali ci sono anche delle proposte commercialmente valide, il cui acquisto è caldamente raccomandato:
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