Telegram a pagamento (opzionale), su WhatsApp arrivano le Community
Telegram a pagamento? Non proprio, ma quasi: con un post pubblicato sul suo canale secondario in lingua russa, Pavel Durov ha annunciato l’arrivo di un abbonamento che permetterà di disattivare i banner pubblicitari per quanti non gradiscono l’idea del sistema di advertising che presto arriverà su Telegram (cliccate QUI per saperne di più). Una notizia che lascerà interdetti gli utenti più “duri e puri”, ma che rientra nella più vasta strategia di finanziamento sostenibile che Telegram ha intrapreso da qualche mese per rendersi finanziariamente indipendente. Su WhatsApp arrivano invece le Community, una sorta di “sotto-gruppi” che similmente ai canali Discord suddividono le conversazioni in mini-gruppi più specifici.
Siete pronti per scoprirne un po’ di più su questa storia di Telegram a pagamento e dei mini-gruppi di WhatsApp?
TELEGRAM DIVENTA A PAGAMENTO (UN PO’)
Telegram a pagamento non è un’eventualità remota, ma una concreta possibilità. Ovviamente né Pavel Durov né nessun altro intende restringere l’uso dell’applicazione dietro un acquisto monetario, tuttavia la transizione verso un futuro finanziariamente sostenibile passa anche attraverso forme di monetizzazione che potrebbero non piacere a tutti gli utenti.
La notizia è stata data, non a caso, nel canale russo di Durov – un canale più secondario rispetto a quello principale in lingua inglese, dove vengono condivisi i comunicati più importanti del fondatore dell’applicazione. In un lungo messaggio, Durov ha annunciato l’arrivo di un abbonamento a pagamento per Telegram, collegato al sistema pubblicitario che l’applicazione sta predisponendo.
Come ben saprete – ma se non lo sapete, potete dare un’occhiata a QUESTO nostro approfondimento – Telegram sta progettando il lancio della Telegram Ad Platform, una piattaforma tramite la quale l’applicazione venderà le sue pubblicità all’interno dei canali. Una forma di auto-finanziamento, che consentirà a Telegram di mantenere economicamente la sua infrastruttura e al contempo di non fare più affidamento all’esclusivo sostegno economico del suo attuale CEO.
Le pubblicità non saranno invasive, e saranno comunque privacy-friendly – un messaggio di 160 caratteri, senza link esterni, che tuttavia avrà una certa rilevanza nella vita di ogni giorno degli utenti Telegram, dato che appariranno in ogni canale pubblico con 1.000 e più partecipanti.
Una cosa che potrà essere evitata? Sì, ma con una piccola transazione. Questo è quello che si intende per “Telegram a pagamento”: un abbonamento che, nelle parole di Pavel Durov, sarà “a basso costo” e che permetterà di disattivare le pubblicità su tutti i canali.
Anche gli amministratori di canali potranno disattivare le pubblicità? La domanda è lecita, ed è stata posta a Durov più volte; l’AD di Telegram ha risposto che l’opzione è nel vaglio delle possibilità dell’applicazione, ma bisognerà valutare se esistono “le condizioni economiche” per questa opzione – ossia, se sarà possibile per Telegram concedere questa libertà (opzione che tendiamo a considerare in termini negativi, se Telegram spera che funzioni). Gli amministratori di canali potranno comunque comprare una pubblicità Telegram a pagamento e posizionare nel proprio canale un annuncio “invisibile”, tale per cui agli iscritti al canale sembrerà che non esistano pubblicità.
Una mossa alquanto “furba” per accondiscendere a tutti senza effettivamente scontentare nessuno – o quasi, dato che non tutti gli amministratori di canali saranno contenti di dover spendere del denaro per evitare la comparsa di annunci pubblicitari sul proprio canale. Appariranno anche all’interno di quei canali istituzionali, fioriti durante l’emergenza pandemica?
I MINI-GRUPPI DI WHATSAPP
La notizia che invece riportiamo di WhatsApp è molto meno ufficiale, e molto più perplimente.
Stando a due report separati di XDA Developers e di WABetaInfo, WhatsApp starebbe lavorando sulle “Comunità”, una funzione legata in un qualche modo a Discord. Per chi non lo sapesse, Discord è una piattaforma social di streaming, che consente di creare delle “Stanze” suddivise in sotto-gruppi, chiamati “Canali”.
Allo stesso modo sembrerebbe che WhatsApp starebbe pensando alla nascita di una forma più avanzata dei gruppi, chiamati Comunità. La differenza per ora sembrerebbe risiedere nella facoltà, data alle Comunità, di creare dei sotto-gruppi legati alle Comunità per i quali gli amministratori delle Comunità sono comunque in grado di gestire i messaggi.
Non è ancora chiaro quale futuro WhatsApp darà alle Comunità – semmai ce ne sarà uno. Tuttavia sembra che le Comunità possiedano una distintiva differenza rispetto agli altri gruppi: le Comunità hanno l’icona di profilo quadrata. Un cambiamento che qualche settimana fa WhatsApp ha erroneamente diffuso a tutti i profili, per poi ritirarla improvvisamente.
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