WhatsApp vs Telegram: cosa scegliere e perché, in 5 punti
WhatsApp vs Telegram è un confronto che unisce non soltanto gli appassionati di tecnologia, ma un pubblico sempre più vasto di utenti. Se oggi usate solamente WhatsApp, avrete sentito spesso parlare di Telegram: a volte in termini positivi, specie se consigliata da amici, conoscenti e famigliari che già bazzicano l’app e ne hanno scoperto le funzionalità esclusive; altre volte a tinte fosche, soprattutto da telegiornali e quotidiani che dipingono l’app come un covo di illegalità e dove il peccato regna sovrano. Se invece usate Telegram, è probabile che vi stiate chiedendo per quale motivo continuare a usare WhatsApp – o forse no, perché vi va bene usare sia Telegram che WhatsApp.
Qualunque sia il vostro background, questo articolo parla sia per voi che di voi: in questo confronto WhatsApp vs Telegram andremo a mettere a confronto cinque funzionalità che qualunque app di chat possiede e che tutti gli utenti utilizzano, e che dunque rappresentano il principale terreno di scontro per un utente che da WhatsApp vorrebbe passare su Telegram (e viceversa). Parliamo di chat, di gruppi, di stickers, di come le due app si approcciano alla sicurezza e alla riservatezza.
In un secondo articolo (che sarà disponibile tra una settimana) andremo invece a parlare delle funzioni esclusive di WhatsApp e di Telegram, dei difetti delle due applicazioni per trarre poi una conclusione definitiva. Lo scontro WhatsApp vs Telegram vedrà davvero un vincitore? A quale tipologia di utente le due app si rivolgono? Iscrivetevi alle notifiche del sito (cliccando sul pulsante “Iscriviti” con la campanella, qui sopra) o al nostro canale Telegram, @appelmoladg, per non perdervi nessuna delle nostre future pubblicazioni (o aggiungete “www.appelmo.com” ai vostri preferiti, così da venirci a trovare di tanto in tanto).
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WHATSAPP VS TELEGRAM: LE FUNZIONI BASE
In questo confronto WhatsApp vs Telegram andremo a prendere in considerazione cinque funzionalità base, comuni ad entrambe le applicazioni. Parliamo di: chat normali, chat di gruppo, stickers, chiamate e videochiamate e sicurezza delle conversazioni. Avremmo potuto includere altri parametri, come il livello di personalizzazione del profilo, ma li abbiamo ritenuti di carattere secondario, e per questo scartati.
WHATSAPP VS TELEGRAM: CHAT PRIVATE
Con il termine “chat private” intendiamo le chat di tutti i giorni, quelle scambiate con un singolo interlocutore.
Su WhatsApp l’esperienza di chat è piuttosto lineare: è possibile avviare una conversazione con qualunque persona di cui possediate il numero. WhatsApp è un’app senza fronzoli: per questo motivo non aspettatevi un mirabolante turbinio di funzionalità collaterali alla mera comunicazione tra due persone. Certo, potete inviare al vostro interlocutore foto e video, file (ma solo fino a 100MB…), condividere la posizione reale e in live…

Ma la cosa finisce qui. Tra i lati positivi dell’applicazione c’è il meccanismo di spunte che, se attivo su entrambi i recipienti della conversazione, permette di scoprire se un messaggio è stato letto, solamente recapitato al server (ma non ancora visualizzato) o mai consegnato. Certe funzioni sono invece state avocate a servizi esterni – e questo è uno dei lati più negativi: il pulsante “Stanza”, ad esempio, vi porterà ad avviare una conversazione su Messenger, ma era necessario inserire un bottone completamente antiestetico che rompe la configurazione a sei dei pulsanti degli allegati? Ultimamente sono stati inseriti anche i messaggi a scomparsa, ma dato che la funzione non impedisce all’interlocutore di effettuare uno screenshot, non è poi così “temporanea“.
Su Telegram l’esperienza utente in chat è decisamente più ricca. Per chattare con qualcuno potete contattarlo sia che abbiate il suo numero di telefono, sia che possediate il suo username – o l’uno o l’altro, ma anche contemporaneamente. L’interfaccia utente è più scorrevole (frutto anche della struttura cloud) e meglio organizzata: aprendo il menu degli allegati potete inviare al volo un’immagine o un video salvato nel telefono, spuntandole velocemente con pochi tap – volendo le potrete persino inviare in formato album o in modalità “non compressa“, che in altre parole vuol dire che le invierete senza la compressione che le app di chat imprimono ai file multimediali per spedirli più agevolmente, degradandone la qualità.
L’app si collega direttamente a Internet, dal quale selezionare foto e GIF che non sono salvati sul dispositivo. Alcune funzioni non sono però immediatamente accessibili: i messaggi temporanei, che soffrono della stessa problematica su WhatsApp, sono inclusi sotto la voce “Cancella cronologia” – non esattamente la sezione più intuitiva. Possiamo anche parlare dei videomessaggi, brevi video rotondi che altro non sono che messaggi audio a cui è stata aggiunta una dimensione video – pazzesco, vero?
WHATSAPP VS TELEGRAM: CHAT DI GRUPPO
Il secondo confronto si pone sulle chat di gruppo. Su WhatsApp le chat di gruppo possono contenere fino a 256 persone, e non sono poi tanto differenti dalle chat normali – anzi, non lo sono affatto. D’altronde WhatsApp ha fatto della semplicità il suo tratto distintivo, e quello che non si rompe, funziona.
Telegram ha invece deciso di puntare su un miglioramento dell’esperienza utente anche nei gruppi, chiamati “Supergruppi” – letteralmente: possono contenere decine di migliaia di utenti. La funzionalità probabilmente più importante nell’economia di un gruppo, specie in quelli più piccoli e raccolti, di amici, sono i sondaggi: scegliere la pizza da ordinare, il film da andare a vedere al cinema, il bowling nel quale trascorrere il sabato sera non è più un problema.
Altro elemento da considerare è che i moderatori possono avere più funzioni grazie al sistema di permessi, così da diversificarne i ruoli – è anche possibile assegnare un nomignolo personale a ogni moderatore, fatto secondario ma simpatico. Ci sono tante altre funzionalità – una modalità di chat “lenta“ per rallentare le discussioni, modalità di visualizzazione delle discussioni tra utenti ad albero (chiamata “threads”), messaggi fissati… L’unica cosa che manca ai gruppi Telegram sono le visualizzazioni dei messaggi, che però arriveranno con il prossimo aggiornamento.
WHATSAPP VS TELEGRAM – STICKERS
Gli stickers sono una delle funzioni più popolari: rendono le conversazioni più spumeggianti, e permettono di mettere a frutto la propria creatività al servizio della comunità.

Su WhatsApp gli stickers sono facilmente accessibili – ma solo quelli che WhatsApp vuole che voi installiate. Abbiamo già ampiamente criticato il sistema di gestione degli adesivi di WhatsApp: qualora infatti non vogliate installare gli stickers ufficiali di WhatsApp, dovrete andare sul Play Store e installare un’app tramite la quale installare set di stickers di terze parti. Se vi pare un giro molto lungo e complicato per ottenere un paio di adesivi… lo è. Certo, oggi esistono strade alternative: anzi, abbiamo creato una guida per creare stickers WhatsApp che potete trovare QUI. Ma anche trovare nuovi stickers è altrettanto complicato: quando infatti si clicca su uno sticker per salvarlo nella propria collezione di adesivi “preferiti”, è possibile installare solamente quello sticker – per fare propri gli adesivi che compongono il resto del pacchetto bisogna installare… esatto, un’app!
Su Telegram la situazione migliora leggermente. Innanzitutto, grazie alla natura cloud dell’applicazione gli stickers sono salvabili sul proprio profilo direttamente in pacchetti, tramite un semplice click sul singolo adesivo, ed esiste una sezione dedicata (menu laterale dell’app > “Impostazioni” > “Impostazioni chat” > “Sticker e maschere“). Chiunque può creare un set di stickers interagendo con il bot ufficiale @stickers, oppure usare quelli raccomandati dall’app che aumentano di mese in mese. La nostra principale critica a questo sistema è la natura non completamente user-friendly che i bot di Telegram possiedono, nonostante gli ultimi aggiornamenti abbiano risolto in parte questa problematica con il nuovo menu per i bot. Ciò che manca veramente a Telegram sono delle soluzioni proprietarie per lo sviluppo creativo degli stickers: non esistono bot per la creazione o la modifica degli adesivi, che l’utente deve compiere da sé in un’app di terze parti o tramite un bot non ufficiale.
WHATSAPP VS TELEGRAM – CHIAMATE VOCALI E VIDEOCHIAMATE
Le chiamate vocali sono diventate una priorità per gli utenti, specie durante la pandemia, benché fossero una funzionalità parecchio popolare anche nei periodi precedenti il 2020.
Su WhatsApp fare una videochiamata, che sia singola o di gruppo, è semplicissimo: basta cliccare il pulsante a forma di telefono o di videocamera e il gioco è fatto. Chiamate e videochiamate possono ospitare fino a 8 partecipanti – un numero piuttosto striminzito e che prima della pandemia era persino la metà, che è possibile aumentare spostandosi su Facebook Messenger creando una Stanza; particolarmente apprezzabile la possibilità di aggiungere in ogni momento di una conversazione un ulteriore partecipante semplicemente scorrendo la schermata verso l’alto.

Su Telegram le videochiamate funzionano più o meno allo stesso modo. La parte più critica sono però le videochiamate di gruppo: queste sono state “nascoste” dentro il bottone “chat video“ all’interno dei gruppi. Un pulsante che ha mille problemi: innanzitutto per avviarlo è necessario aprire direttamente la scheda del gruppo, fatto che richiede qualche tap e che non è un’esperienza diretta come su WhatsApp; inoltre lascia intendere a un utente alle prime armi che cliccandoci sopra si avvieranno solamente videochiamate, e la confusione continua quando, all’interno della schermata di avvio della videochiamata, sullo schermo si parla di “chat video” ma il bottone dice “avvia chat audio“ – aumentando la confusione. La funzionalità è tecnicamente impeccabile e di gran lunga migliore di quelle su WhatsApp anche solo per la tecnologia di riduzione del rumore e la possibilità di programmare le videochiamate, ma è tutto nascosto dietro un velo di inaccessibilità, inspiegabile. Inoltre le videochiamate sono arrivate un po’ troppo in ritardo rispetto alle altre app di chat, persino rispetto alla pandemia.
WHATSAPP VS TELEGRAM – PRIVACY E SICUREZZA
Ultimo ma non ultimo, la riservatezza dei dati e la sicurezza delle conversazioni – due elementi che, fate attenzione, non coincidono. Mentre infatti un’app di chat può impiegare la migliore tecnologia di crittografia, può allo stesso tempo non offrire le migliori garanzie che tutto ciò che non viene coperto dalla crittografia sia al sicuro.
E questo sembra essere proprio il caso di WhatsApp. L’app di chat impiega il miglior algoritmo di crittografia in circolazione – il protocollo Signal, sviluppato da Moxie Marlinspike per l’omonima app di chat e poi impiegato dalle suite di conversazione di mezzo mondo. Apparentemente è un ottimo passaporto – e lo è: non ci sono dubbi che in questo confronto WhatsApp vs Telegram sia la prima a disporre di un livello di sicurezza più avanzato, anche semplicemente solo per la crittografia end-to-end applicata a tutte le chat.
Tuttavia anche il protocollo crittografico più avanzato non può niente contro un colosso della tecnologia affamato di dati quale Facebook: benché il nostro confronto sia imparziale, non possiamo che arrenderci all’evidenza e notare che WhatsApp è costantemente oggetto delle attenzioni di Facebook, e dei suoi tentativi di estrarre dall’app dati utili alla vendita pubblicitaria. Non c’è anno che passi e che non veda lo scoppio di un’ennesima controversia che coinvolge Facebook e WhatsApp. A un certo punto, la corda si spezzerà.
Su Telegram invece bisogna fare un discorso differente. Per anni il suo fondatore, Pavel Durov, ha presentato Telegram come un’app di chat sicura: ciò però gli ha guadagnato le critiche della maggior parte della comunità di esperti di crittografia, che vedono nel protocollo sviluppato dal fratello di Pavel, Nikolaj Durov, un elemento di debolezza. Il protocollo, chiamato MTProto, non solo non è accessibile in formato open-source per una revisione indipendente; ma non è nemmeno applicato interamente sulla maggior parte delle conversazioni. Solo le Chat Segrete di Telegram sono infatti protette da crittografia end-to-end, mentre tutte le altre conversazioni dispongono di un protocollo più light, comunque sicuro ma non sicuro. Dal nostro punto di vista si tratta del miglior compromesso possibile per un’app di chat social con una struttura cloud (il vero punto di forza di Telegram); ma di certo non è l’ideale per un’app di chat sicura tout-court.
Sulla riservatezza dei dati, Telegram è sicuramente superiore a WhatsApp. L’app integra un sistema di username grazie al quale parlare con sconosciuti senza condividere con loro il proprio numero di telefono (sia nelle chat private che di gruppo); è possibile bloccare l’accesso all’app con un codice, cancellare qualunque messaggio inviato e ricevuto (sia nel proprio telefono che in quello dell’interlocutore!), persino impostare l’autodistruzione del profilo qualora non vi si acceda per troppo tempo.
Certo, Telegram possiede una struttura societaria un po’ opaca che non chiarisce completamente i suoi rapporti con il governo di Dubai, al quale è legato da accordi di natura commerciale; i dati sono al sicuro, ovviamente, ma c’è sicuramente qualcosa di tristemente ironico che Telegram abbia trovato rifugio in uno dei più illiberali stati del Medio Oriente.
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