Come funziona l’algoritmo di Instagram, tra Facebook e falsi miti – GNU

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Chiunque si sia mai approcciato ad Instagram con un intento speculativo e non solo produttivoossia, chi su Instagram passi più tempo a guardare foto e video altrui che pubblicarne di proprie – si sarà mai chiesto, almeno una volta, come funziona l’algoritmo di Instagram. Dal dicembre 2016 il social network si è sbarazzato del vecchio ordine cronologico dei post a favore di una selezione più mirata e curata dei contenuti: un’organizzazione automatica governata da un’intelligenza artificiale la quale, pur tra tutte le limitazioni del caso, vi aiuta a raccogliere – in teoria – solo il meglio.

E questo “meglio” non si qualifica come la crema di Instagram, la produzione qualitativamente più significativa selezionata tra le immagini al mare dell’amica e la postazione PC del vostro youtuber preferito: si tratta piuttosto di una cernita dei contenuti che più si adattano ai vostri gusti del momento, che l’algoritmo dovrebbe essere in grado di intercettare tramite un complesso sistema di analisi ed elaborazione dei dati.

Ma siete pronti per scoprire come davvero funziona l’algoritmo di Instagram e come dunque viene organizzato l’Instagram feed, tra falsi miti e la longa manus di Facebook?

I 6 parametri da considerare - Algoritmo di Instagram: come funziona

L’algoritmo di Instagram, ossia l’insieme di codici e sovrastrutture digitali che governano il funzionamento del feed di Instagram, è rimasto un mistero per tanti sino al giugno 2018, data durante la quale l’applicazione (nella forma di Julian GutmanInstagram product lead) ha finalmente rivelato quali parametri seguono le intelligenze artificiali al servizio della piattaforma e sostanzialmente come funziona l’algoritmo di Instagram per tutti i suoi utenti.

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Come funziona l’organizzazione cronologia dei post da parte dell’algoritmo di Instagram – Crediti immagine: Buffer

Quali sono i parametri che dunque decidono di quali contenuti verrete a conoscenza? Secondo quanto ufficialmente riportato dal team dell’app, esistono sei fattori di cui l’algoritmo tiene conto per valutare l’opportunità di un post – di cui tre sono i principali:

  • INTERESSE: com’è giusto che sia, l’algoritmo di Instagram si preoccupa di valutare quanto possa risultare appetibile per i gusti dell’utente la foto o il video appena pubblicato da un amico o da un profilo seguito, mettendolo a confronto con decine di altri contenuti analoghi apparsi almeno nell’ultimo giorno nella sua cerchia di following. Come poi ribadito da un rappresentante dell’azienda al magazine Business Insider, l’algoritmo di Instagram non funziona come un contest per la popolarità – anche se a prima vista potrebbe sembrare tale: non apparirà sul feed di un utente il post con più interazioni, visualizzazioni o Mi Piace, ma quello che l’algoritmo riterrà più interessante per l’utente sulla base delle sue ultime attività. Se dunque l’utente in questione ha visualizzato recentemente post di animali, torte e barche a vela, verrà data la priorità ai contenuti che più si avvicinano alle rispettive categorie di appartenenza.
  • FRESCHEZZA: ci riferiamo chiaramente alla freschezza dei post. I contenuti più recenti hanno infatti la priorità rispetto a quelli più vecchi – ma l’ordine delle pubblicazioni non sembrerebbe cambiare, secondo un’analisi (molto poco scientifica, a dire la verità) pubblicata sul blog del tool per le schedulazioni Buffer. Secondo infatti questo articolo, se all’interno di una fascia oraria vengono pubblicati cinquanta post, l’algoritmo di Instagram li organizzerà a seconda dell’orario di pubblicazione – ma non ne modificherà l’ordine. Di conseguenza, pubblicare un’immagine all’interno della fascia oraria più affollata permetterà di guadagnarne in pubblico potenziale; optare però per la finestra temporale successiva permetterà di capeggiare sui post pubblicati in precedenza per tutta quella fascia di pubblico che accederà al proprio feed di Instagram nelle ore successive.
  • RELAZIONE: l’algoritmo di Instagram conosce il livello di intimità che lega un utente dall’altro – non perché un agente di Zuckerberg spii costantemente tutti voi utenti di Instagram dalla finestra del palazzo di fronte, naturalmente, ma registrando il numero di interazioni vi coinvolgono. Secondo la filosofia del social network, i post degli amici dovrebbero avere la precedenza: per questo motivo l’algoritmo di Instagram studia il numero di Mi Piace, commenti, visualizzazioni di Storie, messaggi privati scambiati con gli altri profili per stilare una classifica degli account e degli interessi più affini ai gusti dell’utente. Persino le ricerche effettuate sono considerate ai fini della classifica: Instagram catalogherà in base ad aree tematiche i profili ricercati, per comprendere al meglio gli interessi dell’utente e dunque i post e le Storie che gli potranno piacere maggiormente.
  • FREQUENZA: si tratta del primo dei tre parametri secondari che l’algoritmo di Instagram utilizza (in aggiunta a quelli elencati precedentemente) per riordinare i post nel feed: in base alla frequenza con la quale solitamente visitate l’applicazione, l’app riordinerà i post non ancora visualizzati. Se dunque accedete ad Instagram giornalmente, l’app vi mostrerà quelle immagini e video che ritiene rilevanti tra tutti quelli pubblicati dai profili seguiti nell’arco della giornata; analogamente, se la frequenza aumenta ad un’ora, ci sarà meno competizione tra i vari profili poiché Instagram vi mostrerà i post più rilevanti pubblicati solo nell’ora precedente.
  • FOLLOWING: questa voce si spiega da sé. Se siete dei seguitori seriali e il numero dei “following” si aggira attorno al migliaio di unità, l’algoritmo di Instagram faticherà a tenere dietro a tutte le pubblicazioni e il feed nell’app risulterà così meno specifico, riempendosi di molti post ma poco omogenei tra loro. Al contrario, se seguite pochi account ci saranno più probabilità che le immagini visualizzate saranno più rilevanti.
  • UTILIZZO: correlato alla frequenza, Instagram valuta anche l’uso che l’utente fa dell’applicazione. Se le sessioni sono sempre molto brevi, si suppone che non sia interessato ad avere a disposizione un catalogo ricco e articolato di contenuti sempre nuovi – viceversa, nel caso in cui l’utente si dimostri un appassionato esploratore di post, video e immagini saranno organizzati con più cura.

Ad oggi, nessun altro parametro sembra influenzare l’algoritmo di Instagram: frequenza di pubblicazione, natura dell’account seguito (aziendale o professionale), tipologia di contenuti (video o foto), e così via. Ma vediamo di parlarne con più attenzione.

Mythbusters - Algoritmo di Instagram: come non funziona

Insieme a quanto sappiamo dell’algoritmo di Instagram, e del suo funzionamento, è bene che parliamo anche del suo non-funzionamento: ossia di tutti quei luoghi comuni, credenze e convinzioni che si sono generate attorno ad uno strumento che non dispone di per sé di un libretto di istruzioni e che dunque potrebbe portare alla nascita di fraintendimenti e cattive abitudini – sia nella gestione del proprio feed Instagram, sia nell’elaborazione di contenuti per la pubblicazione sul social network.

algoritmo di Instagram
Shadowbanning? Secondo alcuni, questo post di Instagram è la prova che esiste – Crediti immagine: Later.com

Eccone alcuni:

  • Instagram NON favorisce gli account che utilizzano a tutto tondo le feature dell’applicazione, aumentando la loro portata rispetto a quei profili che si limitano a postare immagini settimanalmente. Anche se vi sforzate di realizzare livestreaming, pubblicate Storie ogni giorno e siete stati tra i primi creator a puntare su IGTV, Instagram non vi avvantaggeràsarebbe clientelismo, non trovate?
  • Instagram NON introdurrà nuovamente un ordine cronologico di visualizzazione dei post: eliminato già nel 2016, la reintroduzione dell’ordine cronologico non soltanto trasmetterebbe un’immagine negativa dell’algoritmo di Instagram e del suo feed, ma potrebbe scatenare confusione negli utenti riguardo l’organizzazione dei contenuti;
  • Instagram NON effettua shadowbanning sui profili – almeno, non ufficialmente. Lo shadowbanning è una forma di ban ufficiosa: i post del vostro account vengono oscurati alla ricerca via hashtag senza che nessun avviso vi notifichi l’avvenuto oscuramento, né le ragioni per le quali è avvenuto né quali azioni siano necessarie da intraprendere per rimuoverlo. Instagram sostiene che lo shadowbanning non sia assolutamente il genere di azione intrapreso nei confronti di chi pubblica troppi hashtag né assume altri atteggiamenti comunemente ritenuti “spamming“, ma in altre occasioni ne ha fatto implicito riferimento – più come un “errore dell’algoritmo“, piuttosto che una pratica punitiva. Nel caso in cui comunque l’uso smodato di hashtag (et similia) non comporti lo shadowbanning, potrebbe comunque rivelarsi deleterio per la vostra immagine online.
  • Instagram NON penalizza gli utenti che pubblicano molti post di fila – piuttosto che realizzare una galleria – ma l’algoritmo potrebbe comunque sovrapporre loro immagini o video di altri profili in favore di una variazione dei contenuti nel feed;
  • Instagram NON favorisce certi tipi di contenuti ad altri: il vostro feed Instagram sarà popolato di video se di solito vi soffermate a guardare video, e così via. L’algoritmo di Instagram seleziona i formati sulla base dell’utente, e nient’altro;
  • Instagram NON fornisce maggiore visibilità agli account business, sottraendola ai profili che non ne effettuano il passaggio. L’utilizzo di un account business può accordare molti vantaggi – specialmente, l’accesso a dettagliate statistiche per post, video e Storie – ma la sovraesposizione non è tra questi;
  • Instagram NON nasconde: tutti i post pubblicati vengono visualizzati – semplicemente, in un ordine che non è cronologico ma stabilito dall’algoritmo di Instagram. Di conseguenza, è possibile che dobbiate scorrere parecchio lungo il vostro feed Instagram per poter visualizzare tutti i post pubblicati nel corso di una giornata – in base al numero di profili che seguite.

A fianco di questi falsi miti, vi dobbiamo però mettere in guardia a proposito di un falso mito che tale non è:

  • Instagram È influenzato da Facebook. Il Product Lead di Instagram, Julian Gutman, ha infatti chiarito al web magazine Mashable che i due social network si influenzano vicendevolmente. Non sono stati riferiti ulteriori dettagli in merito, però è stato assicurato che la propria attività su Facebook – e quindi probabilmente il genere di contenuti con i quali si interagisce, così come i profili con i quali si viene più spesso a contatto – influenzi poi l’algoritmo di Instagram alla pari dei parametri sopra riportati.

Da cronologico ad interessante - Algoritmo di Instagram: come funzionerà

L’algoritmo di Instagram pare dunque completamente imparziale nell’organizzazione dei contenuti all’interno del feed: perché allora sembra essere così difficile riuscire ad ottenere visibilità su Instagram? Perché i propri post ottengono così pochi Mi Piace, se comparati al numero di follower?

La risposta a questa domanda è molto più complessa di quanto ci conceda l’argomento di questa Guida per Nuovi Utenti – strategie comunicative, reputazione online, tipologie di contenuti pubblicati, e così via sono tutti elementi che influiscono il vostro successo su Instagram.

Per ciò che concerne l’algoritmo di Instagram, le cause di una mancata esposizione – o di un’esposizione più bassa rispetto a quella prevista – sono da ricercarsi nell’aumento della concorrenza sulla piattaforma. Se il numero di profili che pubblicano su Instagram aumentano, ma il tempo trascorso dagli utenti rimane lo stesso, la competizione si farà feroce perché i posti più vicini allo schermo diventeranno più ambiti, nonostante siano comunque il frutto del caso (o dell’algoritmo, che dir si voglia).

Come accaduto per Facebook, anche su Instagram prima o poi le pubblicità diventeranno una necessità più che un’optional – a meno che il social network riesca a raffinare il proprio algoritmo al punto tale da accontentare tutti. Una missione impossibile?

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Fonte Tech Crunch Buffer Later
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