Le 5 novità che (forse) saranno presentate al Google I/O 2018
Il Google I/O è l’evento più importante dell’anno per la casa di Mountain View: decine di novità vengono presentate dal palco del Shoreline Amphitheatre – che ha preso da qualche anno il posto del tradizionale Moscone Center, considerato troppo angusto per le folle sempre più oceaniche – con grande enfasi e senso dello spettacolo, a partire proprio dal CEO Sundar Pichai che detiene l’onore e l’onere di tenere il primo Keynote d’apertura.
Le sorprese di questo Google I/O 2018 saranno davvero numerose, molte delle quali ancora misteriose: un po’ per gioco e un po’ con un certo criterio, abbiamo stilato una lista di feature e funzionalità che siamo sicuri – più o meno – che Google presenterà durante questo Google I/O.
Siete pronti?
#1 – ANDROID P
Si tratta tra tutte della previsione più scontata: Android P è infatti stato già anticipato nei codici di sviluppi dell’AOSP e tutti si attendono l’ormai tradizionale presentazione della nuova versione di Android.

Al di là dell’ormai puerile caccia al nome della nuova versione condotta attraverso i consueti falsi indizi che Google si diverte a disseminare per confondere acque già naturalmente agitate, sarà interessante osservare quali saranno le major features per le quali Android P si distinguerà sul palco del Shoreline Amphitheatre. I rumor, così come la prima developer preview, hanno evidenziato il focus a livello tecnico sulle notch (le sporgenze che hanno fatto tanto discutere la community Android principalmente per la loro provenienza dall’universo di Apple) mentre le ultime news evidenziano alcune implementazioni di rilievo per l’esperienza utente – come l’adaptive battery, una modalità di risparmio energetico automatica che limita il consumo da parte di app poco utilizzate dall’utente.
Oltre poi alle già anticipate gestures, ci aspettiamo di vedere anche un redesign se non dell’intero sistema operativo, di un’abbondante parte di esso: l’annunciato Material Design 2 si dovrebbe qualificare come uno dei più grandi cambiamenti – ma è meglio dire: ammodernamenti – dell’inconfondibile look di Android da diversi anni a questa parte, che coinvolgerà sia il SO (con la già prevista cancellazione della navbar) sia le stesse applicazioni.
#2 – GOOGLE HOME
Nonostante il Google Home abbia appena toccato il suolo italiano, sembra che l’arrivo di un nuovo dispositivo per le smart home sia non solo atteso, ma quasi dovuto. Il primo modello di Google Home – seguito poi dal Google Home Mini – venne presentato ben due anni fa al Google I/O 2016, e la concorrenza di Amazon con i suoi dispositivi Echo è sempre più pressante.

Ma non è tutto: se due anni fa Google aveva preferito puntare su un modello interamente governato dall’assistente personale Google Assistant, quest’anno ci aspettiamo di trovare anche un modello dotato di display (magari i famosi Smart Display di cui si parlò durante il CES 2017 di San Diego e che poi non vennero mai più menzionati dalla società) che andrebbe a riempire un visibile vuoto nel catalogo di Google, e si metterebbe direttamente in competizione con l’Echo Show. Non dimentichiamo poi che Facebook, nonostante le continue proroghe, dovrebbe presto lanciare sul mercato internazionale uno o forse due smart speaker caratterizzati proprio dalla presenza di uno schermo di corpose dimensioni, che rischierebbero di far apparire i dispositivi che ne sono privi improvvisamente obsoleti. Un rischio che Google non è probabilmente disposta a correre.
#3 – RIVISTEMANIA
Il livello di attenzione alle pubblicazioni periodiche, finora relegate ai polverosi scaffali dell’edicole, improvvisamente è cresciuta esponenzialmente negli ambienti di Mountain View, specialmente di fronte all’attività di Apple nello stesso campo.
Con l’acquisizione di Texture, celebre servizio di multiabbonamento a riviste e periodici negli Stati Uniti, la casa di Cupertino è entrata a gamba tesa in un mercato solo in apparenza boccheggiante: l’integrazione di Texture nel servizio Apple News garantirebbe alla concorrenza un vantaggio strategico insopportabile per Google. Da qui la decisione di sopprimere Google Play Edicola e di integrarlo in Google News, così fa fornire un hub centralizzato per la selezione e l’acquisto di contenuti digitali di qualità; questi, sempre secondo i rumor, saranno caricati – perlomeno nella sua versione web – tramite tecnologia AMP, che dovrebbe garantire tempi di navigazione praticamente immediati.
Alcuni sono arrivati ad identificare in “One” il nome della nuova applicazione che sorgerà dalle ceneri di Google Play Edicola ed a quanto pare di Google News, arrivando persino ad ipotizzare un revamping dell’ormai abbandonata e dimenticata One Today, la GApp dedicata al mondo del no-profit. Probabilmente si trattano di previsioni fantasiose, ma più di una volta il fantastico ha superato il reale durante i Google I/O.
#4 – YOUTUBE REMIX
Posticipato, dilazionato, previsto e rimaneggiato: si tratta di un riassunto davvero poco esaustivo di tutto ciò che è stato raccontato ultimamente sulla favoleggiata fusione tra YouTube Red, il servizio a pagamento di YouTube mai divenuto disponibile in Italia, e Google Play Musica.
Gli ultimi rumor indicano in YouTube Remix il nome definitivo – ma solo fino alla prossima smentita, direttamente dal palco del Google I/O 2018 – del servizio che nelle intenzioni di Google dovrà sostenere la concorrenza di Spotify, Apple Music e di tutti gli altri competitor in un mondo, quello dello streaming musicale, decisamente troppo affollato. Le potenzialità di YouTube sono però davvero troppo evidenti perché la casa di Mountain View decida di non approfittare della situazione e non sopprima definitivamente Google Play Musica a favore di YouTube. Il nuovo servizio si approprierà anche di YouTube Music, l’attuale servizio di streaming musicale di YouTube, e nonostante ci si aspetti un suo arrivo non prima della fine dell’anno, è presumibile che se ne parlerà durante il Google I/O 2018.
#5 – CHAT
Ha sollevato un piccolo tornado di polvere e domande la decisione di Google di “mettere in pausa” lo sviluppo di Allo e di annunciare al suo posto l’arrivo di una nuova app di chat. Che, molto semplicemente, si chiamerà proprio Chat, e metterà al centro dell’esperienza utente l’integrazione con gli RCS, o Rich-Communication-Services. Questi non sono altro che messaggi di testo (SMS) dotati delle medesime funzionalità delle app di chat, dunque con notifiche di lettura, badge per lo status dell’utente (Online, Sta Scrivendo…) e via discorrendo. Era naturale che l’arrivo di una simile novità mettesse in secondo piano lo sviluppo di Allo, altrimenti concorrente della stessa nuova app Chat.

Google è praticamente monopolista nel settore degli RCS (potete leggere QUI la nostra guida dedicata a proposito se desiderate scoprirne qualcosa di più) e da diverso tempo si attendeva l’arrivo di un’applicazione che si ponesse in concorrenza con iMessage. Certo, la presentazione sullo stesso palco che due anni fa vide l’esposizione al pubblico dell’app di cui prende oggi il posto non costituisce un precedente granché positivo, ma quest’anno vogliamo (dobbiamo?) essere ottimisti.
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