At-TON-zione: la criptovaluta di Telegram fa il pieno di investitori (e di dubbi)
Attese, indizi, rimpalli e iniziative: di questo e molto altro è fatta la campagna mediatica auto-alimentata attorno a TON, il Telegram Open Network che darà vita alla criptovaluta di Telegram, i Gram, insieme ad una blockchain proprietaria, micro-pagamenti, un sistema di advertising di canali e tanto altro ancora.
Tra rumor e verità, in questi giorni sono state numerose le indiscrezioni ed i commenti a proposito di TON, e noi abbiamo raccolto solamente le più significative: siete pronti per scoprirle?
Il Telegram Open Network diventa sempre più reale, tra dubbi e speranze
Si era cominciato a parlare di Telegram open Network nel dicembre del 2017, quando un video pubblicato su Facebook da Anton Rozenberg (chi è?) aveva suscitato tante speranze ed altrettanti interrogativi in merito all’esistenza di un progetto, denominato TON, e di una criptovaluta gestita e distribuita da Telegram attraverso una blockchain di potenza infinitamente superiore rispetto a quelle già esistenti.
Da allora gli indizi ed i rumor si sono succeduti, attraverso quello stile comunicativo fatto di mezze verità e tanti easter egg che hanno trovato un quadro illustrativo di maggiore spessore e credibilità nei due paper “trafugati” online, e che abbiamo riassunto e raccolto in questa Guida per Nuovi Utenti.
Con l’approssimarsi delle scadenze segnate dalla tabella di marcia allegata ad uno dei paper aumentano anche le notizie in merito all’ICO pubblica di Telegram, succeduta alla pre-ICO dedicata agli investitori e riservata solamente a miliardari intenzionati a spendere almeno 20 milioni di dollari nell’acquisto dei Gram. I token, acquistati da questi primi finanziatori a soli 0,30$ l’uno, sono già diventati oggetto di una speculazione sfrenata così come riportato dalla rivista online Quartz. Secondo le indiscrezioni infatti una prima tranche di 5,2 millioni di Gram era già stata posta in vendita a 0,60$ il pezzo (il doppio dunque dell’iniziale spesa, per un totale di 3,2 milioni di dollari di guadagno) ad altri investitori interessati alla criptovaluta di Telegram ma giunti in ritardo per partecipare alla corsa, mentre una seconda partita di Gram era stata venduta a poco meno (0,57$ al pezzo per circa 3 milioni totali).
Secondo dunque Quartz il Telegram Open Network rischia di trovarsi un’ICO pubblica davvero affollata, visto che le speculazioni sono già iniziate nonostante la valuta non sia stata nemmeno annunciata ufficialmente, né vi sia una data precisa per la ICO che non sia stata ricavata da documenti leakati online. Ma data la tradizionale reticenza di Telegram ad affrontare qualsiasi rapporto con la stampa tradizionale, è proprio agli indizi che dobbiamo rivolgerci per trovare qualche conferma sulla reale esistenza dei Gram. E li troviamo laddove non avremmo mai pensato che potessero essercene: nella sezione dei Trending Stickers di Telegram.
Uno dei pacchetti messi in risalto da Telegram è guardacaso dedicato ad una coppia di investitori in criptovalute, raffigurati nelle vesti di un orso e di un toro (lo sticker pack si chiama appunto “Bull & Bear“), e proprio tra le loro mani spunta anche una moneta di metallo che vede inciso al suo interno il logo di Telegram, mentre altrove erano semplicemente riferite a Bitcoin, Litecoin e così via.
Naturalmente la community dedicata a Telegram è semplicemente esplosa davanti ad una prima conferma di questo tipo, nonostante la confusione fatta da molti a proposito dei Trending Stickers – i cui stickers pack non sono collegati ufficialmente in alcun modo al team di Telegram, fatto che potrebbe riportare i due adesivi alla natura di easter egg da parte solamente del suo disegnatore. Ma l’invito avanzato da Durov nel suo canale ad “esplorare” la sezione dei Trending Stickers lascia suggerire che quella menzione ai Gram possa essere qualcosa di più di un colpo di testa di un designer solitario.
E nel frattempo continuano le chiacchere tra investitori, esperti di criptovalute e analisti: il sito Tech Crunch suggerisce una ICO mostruosamente alta per la criptovaluta di Telegram, che raggiungerebbe la cifra-monstre di due miliardi di dollari formata dagli 850 milioni raccolti dalla pre-ICO insieme all’1,1 miliardi di investimento pubblico (e, secondo i documenti trafugati, si dovrebbero aggiungere anche i 600 milioni di dollari destinati allo sviluppo della TON, di cui non si hanno però notizie).
Nonostante però i facili entusiasmi, non tutti sono pronti a scommettere sulla criptovaluta di Telegram e soprattutto sul team dell’applicazione: nonostante i rumor vedano Kleiner Perkins (backer di Google) e Benchmark (investitore di Uber) tra i partecipanti alla competizione, i più vecchi investitori nel mondo delle monete virtuali si tirano indietro. Secondo Mike Tomanino, manager di 1confirmation, il team di Telegram non dispone dell’esperienza e delle capacità necessarie per gestire la ICO e le fasi successive, e dello stesso parere è anche Nick Stephens di Blockchain Capital. Ma c’è anche chi va oltre:
“It’s casino money“
Carlos Mosquera, investitore di Solidus Capital
E nonostante fondi di chiara fama come Sequoia Capital abbiano espresso il proprio favore a proposito dei Gram, la sensazione generale sembra essere proprio quella dell’incertezza. Un’impressione che non è possibile smentire totalmente vista la disorganizzazione dimostrata in passato dal team dell’applicazione, ma che trasmette anche un certo senso di sfida: come dice Michael Jackson, investitore di Mangrove Capital Partners in Lussenburgo, “è un caso interessante – ma solo per i coraggiosi. Anzi, per i veramente, veramente, veramente coraggiosi: fa sembrare le altre criptovalute solo blue-chip“.
La conferma della pre-ICO arriva però dagli Stati Uniti: la pre-ICO di Telegram ha raggiunto gli 850 milioni di dollari accumulati tra oltre 80 investitori. Si prospetta un marzo piuttosto interessante.
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