I 5 fatti su Pavel Durov che forse non conoscete
Il 10 ottobre ricorrono gli anniversari di numerosi avvenimenti, ma sicuramente il più importante di tutti per gli utenti Telegram è la nascita di uno dei due fondatori dell’applicazione: Pavel Durov. Il milionario moscovita è nato infatti il 10 ottobre 1984, raggiungendo in poco tempo la notorietà partendo dalla creazione del clone russo di Facebook, VKontakte nel 2006, per finire con l’app di social chat sicura Telegram. Ma cosa sapete effettivamente di Pavel Durov?
Avevamo già stilato in qualche anno fa una lista di fatti e curiosità a proposito di Telegram e del suo fondatore, ma è passato forse sin troppo tempo da quella data e riteniamo opportuna l’edizione di una nuova raccolta di aneddoti sul più celebre degli imprenditori russi del XXI secolo. Ma ci sono molti aspetti della vita di Durov, dei suoi rapporti con Telegram ed altre entità private e pubbliche che saremmo curiosi di sapere anche noi, e di cui invece nessuno (o, meglio, quasi nessuno) è a conoscenza. Per questo nella giornata di domani pubblicheremo una lista di cinque domande rivolte al fondatore dell’app di chat più amata d’Italia, che ci auguriamo un giorno ricevano una risposta – diretta o indiretta che sia.
Siete pronti per scoprire tutte le domande, ed i fatti più interessanti su Pavel Durov?
I CINQUE FATTI SU PAVEL DUROV CHE FORSE ANCORA NON CONOSCETE
#1 – Pavel Durov è vissuto in Italia
È ormai di dominio pubblico che Pavel Durov abbia un passato estremamente italiano, di cui però non sembra particolarmente fare sfoggio – se escludiamo quale parte del suo heritage nel Belpaese le sue magnifiche (e magnificamente costose) vacanze in Umbria; nonostante sia nato a Leningrado (nel 1984 infatti l’URSS era ancora in funzione, nonostante la cappa della consunzione storica gettasse già ombra sul Cremlino stesso) ha trascorso gran parte della sua infanzia a Torino.
Nella città piemontese il fondatore di Telegram seguì il padre, Valery, rimanendovi sino ai 17 anni e frequentando le scuole elementari, medie e liceali presso una struttura privata cattolica, l’Istituto Sant’Anna Falletti di Barolo – nel 2001 infatti fece ritorno in Russia; da lì poi si iscriverà all’Università Statale di San Pietroburgo, seguendo le orme del genitore e laureandosi a sua volta in filologia. Nello stesso ateneo (uno dei più grandi e vecchi del Paese, frequentato anche da personaggi del calibro di Lenin, Putin e Medvedev) il fratello Nikolai si laureerà in matematica e sarà proprio durante gli anni giovanili che ai due componenti della famiglia Durov verrà l’idea di sviluppare una piattaforma di collegamento tra gli studenti, VKontakte, sulla falsariga di Facebook.
#2 – Il patrimonio di Pavel Durov
Pavel Durov è attualmente proprietario di una discreta fortuna in contanti quantificata dalla rivista Fortune in 300 milioni di dollari, messi al sicuro all’interno delle impenetrabili – anche dalle autorità fiscali – cassaforti svizzere; l’ammontare della sua ricchezza sarebbe tuttavia di 2,7 miliardi di dollari, secondo Forbes. Il milionario è l’unica fonte di finanziamento di Telegram, per il quale spende oltre un milione di dollari al mese (il dato è aggiornato al 2016) per il mantenimento dei server e dell’infrastruttura dell’applicazione.
#3 – Pavel Durov non segue nessuno
Letteralmente, e metaforicamente: Pavel Durov è famoso non solo per le centinaia di migliaia di follower collezionati nei suoi account Twitter e Instagram dove ama sfoggiare Mi Piace e retweet, ma anche per la sua decisione di non seguire nessun account a propria volta. Questo fatto si sposa sia con il suo celebre approccio anarchico alla realtà – così come più volte da lui specificato – ed allo stesso tempo fomentano le voci di uno spiccato egocentrismo che ne alimenta la figura e, per certi versi, anche il mito.
Più di un dissidente (prima Axel Neff, co-fondatore americano di Telegram, e poi Anton Rozenberg, che ha definito Durov nel corso delle nostre conversazioni “un egomaniaco”) ha infatti sottolineato la tendenza all’autocelebrazione del fondatore dell’app, che trova parziale riscontro nell’adesione del fondatore di Telegram alla sfida social #PutinShirtlessChallenge, e che ha riscosso immediatamente un grande successo.
#4 – Pavel Durov non è (stato?) l’unico proprietario di Telegram
Sono numerosi gli aspetti di Telegram che erano e risultano tutt’ora oscuri, e la proprietà dell’applicazione è certamente una di queste. Nonostante infatti Pavel Durov abbia assunto le vesti di fondatore e principale promoter dell’azienda, c’è stato un periodo in cui l’esistenza di Telegram sembrava essere già in pericolo dopo appena un anno di vita.
Telegram venne infatti fondato da Pavel Durov nel 2013 e finanziato attraverso diversi fondi: Digital Fortress LLC, e Pictograph LLC. Il principale tra questi fondi era diretto da Axel Neff, ex-collaboratore di Durov ai tempi di VKontakte che si era occupato della loro registrazione in territorio statunitense; il periodo era delicato per via della recente acquisizione di VKontakte da parte del fondo United Capital Partners, diretto dall’affarista russo Ilya Sherbovich che aveva preso il controllo del social network insieme al colosso tecnologico russo Mail.ru delle proporzioni 48%-52%.

Nel 2014 UCP fece causa a Durov per il controllo di Telegram, affermando di detenerne la proprietà e che si trattasse di un atto contrario al regolamento di non-concorrenza (l’app di chat era allora considerata un possibile avversario del social network russo). Si trattava di qualcosa di ben più serio di una banale scaramuccia legale: secondo Durov, i suoi soci Axel Neff e Ilya Perekopsky avevano venduto a sua insaputa le proprie quote all’UCP, il quale ne reclamava i diritti di possesso. La causa, durata nove mesi, ha visto apparentemente vincitore Durov, nonostante non sia stata resa nota alcuna sentenza nè Neff (che è ancora il presidente di Digital Fortress LLC) abbia mai rivelato le conseguenze di quell’episodio.
Al momento Telegram Messenger LLP è di proprietà di due fondi: Digital Fortress LCC, e Telegraph INC.
#5 – Durov non mangia un sacco di cose (e non guarda la televisione)
In occasione dei festeggiamenti per il suo 33esimo compleanno, Durov ha deciso di condividere prima sulla sua bacheca VKontakte, e poi successivamente sul proprio canale Telegram una lista di abitudini che, all’età di 33 anni, sono diventate parte integrante del proprio modo di vivere.

Stando dunque alla lista di sette elementi a cui ha rinunciato, possiamo scoprire che il fondatore di Telegram non guarda la televisione, non mangia carne (ma non è vegano, dato che consuma pesce e derivati), non beve alcolici nè bevande zuccherate, nè assume caffè o altri tipi di the e bevande energetiche, preferendo tisane alle erbe. Non fuma, non è dipendente da altri tipi di droghe nè assume farmaci o ha intenzione di servirsene – con esclusione di quelli prescritti dal dentista.
In seguito forse alle discussioni scaturite online, Durov ha poi specificato nel suo post su Telegram che non consiglia a nessuno di assumere il suo stesso stile di vita, o quasi (“se preferisci costruire cose piuttosto che consumarle, potresti trarre qualche beneficio rinunciando ai sette elementi di cui sopra“).
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