Nonostante quattro anni di attività, 100 milioni di utenti attivi al mese (e forse anche di più) e numerose intuizioni di successo, Telegram rimane un’applicazione avvolta nel mistero. Complice sia lo status di esule politico che il suo fondatore si è auto-imposto dopo che il governo moscovita lo ha forzato a cedere la sua principale creatura (il social network VKontakte, un clone russofono di Facebook) ad un oligarca locale, sia la tradizionale impermeabilità ai riflettori di tutto ciò che non è inserito nel sistema mediatico occidentale – Pavel Durov compreso – non si conosce molto di Telegram, della sua struttura o dei suoi fondatori se non quanto proprio questi ultimi vogliono farci conoscere. Ma a rompere questo tagliare questo Velo di Maia potrebbe essere proprio Anton Rozenberg, qualora le sue affermazioni trovassero una definitiva conferma.
Rozenberg è infatti un ex-manager della società Telegraph LCC, direttore della sezione anti-spam, che negli ultimi giorni ha scatenato una vera bufera su Telegram, i suoi fondatori e la gerarchia interna dell’applicazione.
Siete pronti per leggere la sua storia?
Delitto e castigo
La storia di Rozenberg inizia il 18 settembre, data di pubblicazione di un lungo e dettagliato post su Medium in cui l’ingegnere informatico racconta, dettagliatamente e con il supporto di documenti e fotografie, le vicende che hanno caratterizzato la sua amicizia con Nikolai Durov, il più anziano dei fratelli Durov ed autore degli aspetti più tecnici delle due principali creazioni di cui oggi il fratello minore, Pavel, è diventato il volto pubblico: il social network VKontakte, e l’app di chat Telegram.
Il post, che necessita di una buona mezz’ora per essere letto nella sua interezza – senza contare che è scritto tutto in lingua russa – potrebbe in apparenza costituirsi come una buona fonte di spunto per un eventuale libro sulla storia dei fratelli Durov, di come sono riusciti a realizzare la più grande piattaforma sociale dell’area russofona e via discorrendo, ma nulla di più.
Ciò che però attira l’attenzione è la parte finale, dove Rozenberg spiega le ragioni che lo hanno portato alla stesura di quel racconto, tutt’altro che nostalgiche o sentimentali. Anzi, Rozenberg è estremamente furioso: non soltanto è stato licenziato dal suo luogo di lavoro – Telegraph LTD – ma le motivazioni che hanno portato alla sua rimozione dall’incarico di Special Projects Director sono tutt’altro che chiare. Secondo la documentazione ufficiale, l’ingegnere sarebbe stato allontanato definitivamente dall’azienda in seguito ad un’assenza di 19 giorni consecutivi dal lavoro senza motivo, mentre per Rozenberg bisogna andare a scavare più a fondo, nell’intimo, per trovarne le vere ragioni.
Secondo il post su Medium (ora cancellato, ma ancora visibile nelle cache di Google), Nikolai, il fratello maggiore di Pavel e suo grande amico sin dall’adolescenza, avrebbe effettuato delle avances nei confronti della sua fidanzata (fatto confermato dalla donna), fatto che Rozenberg non avrebbe affatto gradito. Da quel momento l’amicizia si è incrinata sino a raggiungere il punto dello strappo nell’aprile 2017, quando appunto Rozenberg è stato licenziato per assenteismo. “Un pretesto ridicolo” oltre che falso, per l’ex-ingegnere di Telegraph: in realtà, gli sarebbe stato impedito di raggiungere il luogo di lavoro.
Rozenberg si è deciso a rivolgersi ai tribunali moscoviti per far valere le proprie ragioni; nello stesso periodo Telegraph LTD ha fatto causa al suo ex-dipendente per 100 milioni di rubli (all’incirca 1,7 milioni di dollari) per aver citato su Facebook “Telegram” quale luogo di lavoro. Questo avrebbe portato Telegraph LTD a rompere il contratto in uso con Telegram Messenger LPP, stando a quanto raccontatoci da Rozenberg, poiché nominalmente le due società non avevano nulla a che fare l’una con l’altra.
Brother, where are thou?
Più si procede con la lettura delle interviste, accuse, risposte e contro-accuse che Durov, Rozenberg e gli altri membri dello staff di Telegraph si sono lanciati in questi giorni vicendevolmente, più il quadro della situazione ne esce pesantemente confuso, macchiato.
Abbiamo raggiunto Rozenberg su WhatsApp (e non su Telegram, per un motivo ben preciso: secondo lui, Nikolai avrebbe tentato di cancellare via server le chat su Telegram con Rozenberg, poi ripristinate da Durov che aveva definito il problema come l’effetto di un “bug”) per chiedergli maggiori delucidazioni a proposito. L’uomo, dipinto da Pavel Durov come “malato, con problemi psicologici” in una recente intervista al sito Meduza.io, ci è subito parso come una persona calma e molto disponibile, sicuramente non affetta da malattie mentali ed in grado di fornirci risposte sufficientemente dettagliate da rendere la sua versione dei fatti se non credibile, quantomeno verosimile.
L’aspetto più curioso dell’intera vicenda è dato dallo status lavorativo di Rozenberg. Secondo la cronologia degli eventi da lui fornitaci, completata poi con le abbondanti informazioni prelevate dal post su Medium, Rozenberg sarebbe entrato a far parte del progetto VKontakte nel 2007, uscendone solamente sette anni dopo, nel 2014. Grande amico sin dall’infanzia di Nikolai Durov, Anton Rozenberg si sarebbe guadagnato la posizione di vice-CTO (il CTO, o Chief Technology Officer, o responsabile delle tecnologie dell’azienda, era naturalmente Nikolai) risolvendo alcuni bug critici della piattaforma, arrivando ad occupandosi dei server, dei datacenter e di quanto di tecnico vi fosse nella struttura del social network.
Nel 2013, un anno dopo la nascita di Telegraph LTD, nasce Telegram Messenger LDD; gli uffici vengono inizialmente registrati al VI piano di Singer’s House, uno dei quartieri generali di VKontakte, cosicchè Rozenberg viene spostato al VII piano, diventando il CTO di VKontakte in seguito al trasferimento di Nikolai nella nuova app di messaggistica. Rozenberg rimane in VKontakte fino al famoso lancio di denaro dalla finestra da parte di Durov (scena alla quale l’ingegnere afferma di aver assistito) ed il suo licenziamento, decidendo di accettare la proposta di lavoro di Nikolai presso Telegraph.
Non Telegram: Telegraph. Mentre secondo Durov, Telegraph e Telegram non sono più in relazione da molto tempo – ma la causa intentata da Telegraph contro Rozenberg cita appunto la rivelazione del posto di lavoro come causa della rottura del contratto con Telegram – Rozenberg arriva a definire gli uffici di Telegraph LTD presso Singer’s House, a San Pietroburgo, e la società stessa come l’unico posto dove il luogo di lavoro principale degli sviluppatori di Telegram.
“Infatti, tutti o quasi tutti gli sviluppatori dell’app di chat Telegram lavoravano in Telegraph LTD. […] Non conosco alcun altro ufficio relativo a Telegram. Non posso dire che non ne esistano. Ma non conosco nessun’altra entità legale presso la quale gli sviluppatori di Telegram sarebbero potuti essere localizzati. Questo perchè, infatti, Telegraph LTD era il centro di sviluppo dei progetti sperimentali di Telegram (come Telegra.ph).”
Anton Rozenberg
Rozenberg ha infatti lavorato presso Telegraph per quasi un anno nei panni dello Special Projects Director; quando gli abbiamo chiesto in cosa consistesse il suo lavoro, ha affermato che si trattava principalmente dello sviluppo di software anti-spam, un problema su Telegram tanto quanto in molte altre suite di messaggistica.
Kramer contro Kramer
Ma qual è il principale problema tra Rozenberg, Pavel Durov e Telegram? Perchè Durov, invece di accettare la proposta di Rozenberg di reintegro o di pagamento di 30 milioni di rubli (circa 500.000$), ha affermato che quello dell’ex-ingegnere della compagnia si trattava di un “ricatto”, piuttosto che di un tentativo di accomodamento prima del processo? Ma soprattutto, perchè ha deciso di intervenire in prima persona in una faccenda che riguarda principalmente e soprattutto suo fratello?
Il problema principale risiederebbe nel sistema dei rapporti in vigore tra Telegraph LTD, Telegram Messenger LLP e due altre società: Dogged Labs LTD e Telegraph INC. Queste ultime due società off-shore, registrate rispettivamente nelle Isole Vergini Britanniche e nel Belize, sono le proprietarie di Telegram Messenger LLP (che in possesso di Pavel Durov al 75%) e farebbero presumibilmente parte di quel sistema “anti-tracciamento” che Pavel Durov ha elaborato per sfuggire alle pressioni delle autorità giudiziarie. Telegraph INC è proprietaria però al contempo anche di Telegraph LTD, così come svelato dal sito Meduza.io.
Non solo: se fosse confermato che Telegraph e Telegram sono collegate da qualche rapporto di proprietà, Rozenberg pensa che vi sarebbe più di qualche imbarazzo.
“Telegram ha un’immagine di un team di sviluppo molto segreto, costantemente in giro per il mondo, acquartierato a Berlino. Se si scoprisse che non è vero, qualcuno si farebbe più di una domanda.”
Anton Rozenberg
In realtà Rozenberg ha affermato che gli sviluppatori sono molto liberi nel loro lavoro. Non è necessario lavorare alla Singer’s House, è sufficiente svolgere il proprio lavoro entro i termini stabiliti; il team (uno solo, secondo Rozenberg) comunque viaggia, combinando il piacere con il dovere, chi con Pavel e chi (come lui) con Nikolai. Per l’ex-ingegnere, è possibile che Pavel abbia semplicemente gonfiato il mito attorno a Telegram per accrescerne la popolarità.
Cosa succederà
In una intervista al sito Meduza.io, Durov ha negato di essere il proprietario di Telegraph LTD; ha anche ribadito di essere intenzionato a non sporgere denuncia contro Rozenberg, anche se questo non lo esime dall’usare i propri social network – specialmente il profilo di VKontakte, mentre il canale Telegram personale non ha mai parlato di questi fatti – per ribadire la propria estraneità alla vicenda e l’inaffidabilità di Rozenberg.
The Moscow Times, presentando un resoconto della vicenda, ha ipotizzato inquietanti legami tra Durov e lo stesso governo Putin – tra cui accordi commerciali con gli oligarchi che un tempo lo avevano derubato della sua creatura, VKontakte (l’attuale CEO di VKontatke è stato il primo responsabile di Telegraph LTD), e trattamenti particolari alla Duma – ma si trattano solamente di illazioni prive (per ora) di fondamento.
Rozenberg, al contrario, intende andare fino in fondo. Questi afferma di aver ricevuto dall’avvocato di Telegraph LTD – i cui rappresentanti non si sono presentati in tribunale durante l’udienza del 18 settembre, costringendo il giudice ad organizzarne una nuova per il mese successivo – un’offerta di 20 pagamenti di 20 mensilità del suo precedente stipendio. Nell’incontro successivo, però, l’avvocato avrebbe ritirato l’offerta – non potendola confermare sulla carta. Per ora, dunque, Rozenberg si aspetta di ottenere i 30 milioni di rubli come risarcimento morale e materiale per i fatti raccontati, che in quanto a veridicità dovranno essere verificati nelle apposite sedi legali.
Fatti da verificare, ma comunque interessanti da citare, come l’ultimo che ci viene riportato da Rozenberg: Telegraph LTD sarebbe in fase di chiusura – l’unico dipendente è l’attuale direttore, Alexander Stepanov – e Rosenberg teme ci possano essere dietro movimenti di proprietà, sia di Telegraph che ti Telegram stesso. Staremo a vedere; nel frattempo, domani potrete leggere la nostra intervista completa con Anton Rozenberg.
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