Forse WhatsApp Business ha già perso contro un avversario non previsto

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Nonostante i numeri positivi e l’ottimo piazzamento sul mercato delle app di chat, il futuro aziendale di WhatsApp è tutt’altro che granitico: l’applicazione di Facebook, che al momento starebbe testando feature orientate al mondo del business alla ricerca di una fonte stabile di reddito, non solo dovrà sostenere la concorrenza di altre piattaforme già esistenti, ma potrebbe dover subire anche l’arrivo di un vecchio-nuovo avversario, Microsoft e la sua nuova app di chat. No, non Skype: Kaizala.

Siete pronti per scoprire perchè il futuro di WhatsApp Business potrebbe essere in pericolo, e soprattutto che cos’è Kaizala?

Google, Facebook, Microsoft e l’India

Nascostamente – ma nemmeno troppo – le principali aziende dell’industria tecnologica hanno negli anni orientato i propri sforzi verso l’India, gigante asiatico e potenza industriale dai piedi d’argilla.

Tra le tante contraddizioni che contribuiscono a delineare il profilo di uno dei più grandi Paesi della regione, il più sensibile per il nostro ambito di trattazione rimane l’espansione della connessione alla rete Internet, quest’anno ancora ferma ad un 30% complessivo. Anche in questo caso, le disuguaglianze mettono in risalto la differenza tra le metropoli urbane, dove la penetrazione delle connessioni raggiunge il 70%, e le zone rurali e periferiche – che si fermano al 15%.

La diffusione di WhatsApp in India è molto alta, ma potrebbe non bastare

A fronte però di una popolazione totale di 1,3 miliardi, l’India è una potenziale fonte di guadagno pressochè illimitata per qualunque azienda riesca a metterci per prima le mani (ed i cavi) sopra, anche se non si tratta di un compito né facile né semplice. Nel 2016 l’iniziativa per l’espansione della connessione in Paesi del Terzo Mondo gestita da Mark Zuckerberg, Internet.org, venne travolta dalle critiche per la possibile rottura della net neutrality che la forsennata corsa verso un accordo con il governo indiano avrebbe comportato. Ironia della sorte, oggi Facebook si posiziona tra le aziende che difendono la net neutrality contro l’azione della FCC americana, anche se con qualche ambiguità.

Facebook non corre però da sola: sempre nel 2016 Google – aiutata dalla nazionalità del proprio CEO, Sundar Pichai, nativo del Paese asiatico – ha lanciato l’iniziativa Google Station, che ha portato hotspot WiFi grauiti nei principali centri del Paese.

Tuttavia, il terreno più produttivo rimane quello delle applicazioni: ecco allora apparire versioni Lite di social network come Facebook, Messenger, Linkedin, YouTube caratterizzate da bassi consumi energetici e di traffico dati per adattarsi alle sfavorevoli connessioni indiane. Oppure localizzazioni in lingue e dialetti indiani per facilitare la penetrazione di una certa tecnologia, così come accadde per il Google Assistant.

E dai social network alle app di chat, il passo è breve: WhatsApp conta più di 55 milioni di chiamate VoIP eseguite nel Paese, il 66% dei residenti nelle aree urbane e l’85% nelle aree rurali ne fanno uso quotidianamente e dunque non sorprende che più fonti abbiano dichiarato che con grande probabilità le prime versioni di WhatsApp Business troveranno applicazione pratica proprio in India. Ciononostante, potrebbe non essere così facile per WhatsApp riuscire a conquistare un mercato che sembra già essere occupato.

Kaizala Microsoft
Un’infografica che illustra le possibili azioni su Kaizala

In silenzio, ma con rapida efficacia, Microsoft ha già infatti iniziato la propria espansione nella classe lavorativa ed imprenditoriale del Paese con Kaizala, il cui nome in lingua marathi significa appunto “What’s up”, “Come va“, e che denota la presenza di una certa dose di ironia ed irriverenza da parte degli sviluppatori del Microsoft Garage, la sezione sperimentale della casa di Seattle da dove Kaizala proviene.

Kaizala dispone di tutto ciò di cui un giovane imprenditore, così come un ente governativo dovrebbe avere bisogno: chat private e di gruppo, sondaggi, supporto a documenti e “Azioni”, ossia features esclusive orientate ad un pubblico imprenditoriale – “Let’s meet”, che permette di organizzare un incontro, o “Submit Bill”, per la gestione di conti e fatture. Lanciata nel luglio di quest’anno, Kaizala viene già utilizzata da oltre 70.000 persone solamente nel settore governativo, ma i numeri su Google Play segnalano cifre che superano i 300.000 download.

La fama di Kaizala si è diffusa infatti anche tra le realtà istituzionali, con oltre 30 dipartimenti che hanno scelto di farne il principale canale di comunicazione con i cittadini, sottoponendo sondaggi e questionari a risposta diretta – iniziativa ripetuta dalla Commissione Elettorale della regione dell’Uttar Pradesh.

Ma è sufficiente la diffusione in India per garantire a Kaizala il successo anche in Occidente? Naturalmente no, per vari motivazioni: in primo luogo, Kaizala difficilmente uscirà dal territorio indiano – sia per la specificità del nome, sia perchè Microsoft dispone già di un’altra app ben radicata nel territorio, Skype. La stessa che qualche mese fa ha rielaborato la propria interfacciasenza grande successo – nel tentativo di inseguire WhatsApp e Snapchat sul piano delle Storie, e che ora potrebbe tentare di rifarsi gettandosi invece su un terreno ancora inesplorato, il business delle applicazioni di messaggistica.

Questo non solo potrebbe rendere Skype, ridotto a comprimario nel grande gioco delle app di chat, di nuovo rilevante, ma sorprenderebbe sia Facebook sia Google, battendoli sul tempo. Le vecchie rivalità faticano davvero tanto a morire, ma forse è meglio così.

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Fonte New York Times The Guardian NDTV
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