Il crimine paga? Una domanda interessante, specialmente se posta nell’ambito di Pokémon GO: il gioco di Niantic, che spera di tornare in auge con l’arrivo della bella stagione – nonostante i milioni di giocatori ancora in circolazione – ha aumentato le pene per coloro che vengono sorpresi a barare utilizzando metodi non convenzionali per aumentare il proprio potere e prestigio all’interno del gioco, tra app che simulano la posizione GPS e bot automatici. Ma sono davvero utili, o i ban di Pokémon GO non intaccano la superficie del mondo del cheating Android?
Noi abbiamo raccolto tutti i ban di Pokémon GO possibili: se saranno sufficienti per eliminare o limitare il fenomeno sarete voi a dircelo, nei commenti. Siete pronti per scoprirli tutti?
La lettera scarlatta
L’ultimo – in ordine cronologico – dei ban di Pokémon GO riguarda la completa cancellazione di quanto razziato da parte degli utenti sorpresi ad utilizzare strumenti di terze parti che potrebbero favorire il cheating nel gioco.
“With the announcement of Raid Battles and the new battle features, we are staying true on our commitment to ensuring that Pokémon Go continues to be a fun and fair experience for all Trainers. Starting today, Pokémon caught using third-party services that circumvent normal gameplay will appear marked with a slash in the inventory and may not behave as expected. We are humbled by the excitement for all the new features we announced yesterday. This is one small part of our continued commitment to maintaining the integrity of our community and delivering an amazing Pokémon Go experience.“
Niantic Support su Reddit
Il comunicato di Niantic non è chiaro a proposito e numerosi giocatori si sono interrogati sul significato di molti passaggi del testo: innanzitutto sulle stesse caratteristiche che possono rendere un account eligibile al ban da Pokémon GO, ma si presuppone che i profili che subiranno il provvedimento siano stati sorpresi nell’uso di un GPS spoofer, ossia di un’app capace di spostare il proprio avatar in varie località nel mondo in brevissimo tempo.
Stando al documento, tutti gli account incriminati non potranno servirsi dei Pokémon catturati durante l’attività di cheating, i quali verranno marchiati con un simbolo (uno slash, presumibilmente) che li renderà praticamente inutilizzabili; inoltre questi potrebbero “not behave as expected”, anche se – ancora – non è stato ancora scoperto in quale modo il loro comportamento si distinguerà da quello degli altri Pokémon.
Pidgey e machine learning
Abbiamo già avuto a che fare con il machine learning in occasione della nostra classifica dei launcher più abili ad integrare tale feature, ma possiamo notare come la sua applicazione trovi spazio anche tra i ban di Pokémon GO.
Nel mese di marzo 2017 molti account di hacker e cheater attivi su Pokémon GO hanno registrato la scomparsa dai propri radar di Pokémon di un qualsiasi interesse, ritrovando nei paraggi solamente creature caratterizzate da un basso livello combattivo o da una scarsa rarità, come Pidgey, Weedle e molti altri.

I parametri utilizzati non sono stati rivelati per ovvie ragioni, ma si presuppone che Niantic si serva del machine learning per applicare i ban di Pokémon GO seguendo uno schema imprevedibile, efficace e – teoricamente – superiore a qualsiasi errore di valutazione. Un meccanismo di machine learning ”impara” dalle proprie azioni, errori e situazioni, perfezionando costantemente i termini di valutazione (ed impedendo così ai creatori di bot di aggirarli).
Questo comunque non vieta ai cheater di elaborare un proprio sistema di machine learning sfruttando i molti codici open-source in circolazione, ma probabilmente non ne varrebbe la pena; non possiamo non notare la velata ironia applicata da Niantic, condannando i bari del gioco ad un eterno limbo popolato da Pokémon privi di valore.
Il root e altri misteri
La quaestio del rooting su Android è di lunga data e abbiamo già parlato in QUESTO EDIToriale della lotta avviata da Google contro gli utenti dotati di root che, in definitiva, sta spingendo la base più “casual” del mondo del modding Android ad un abbandono di questi sistemi.

La scure che si è abbattuta sui giocatori di Pokémon GO non prende la forma di un ban diretto, bensì di un’esclusione dal gioco qualora lo smartphone abbia i permessi di root: non è sufficiente che l’utente non se ne serva per barare al gioco, secondo Niantic – che segue il tracciato già intrapreso da società come Snapchat, Google e molti altri – ma che proprio escluda qualsiasi tentazione eseguendo un downgrade.
Lo sviluppatore di Magisk, divenuta ormai l’alternativa a SuperSU, era riuscito a venire a capo di questo problema “nascondendo” la presenza del rooting al gioco, ma la recente esclusione dell’app da Google Play – dopo essere stata individuata dal sistema SafetyNet come “app dannosa” – ha riaperto ancora una volta una ferita malamente ricucita.
Ban wave
Infine, l’ultima tipologia di ban di Pokémon GO riguarda l’arrivo periodico di ondate di ban e di cambiamenti di API, a quanto pare efficaci per eliminare la piaga dei bot automatici.
Durante le ultime serie di ban non solo gli account, ma soprattutto i programmi adattati per la creazione, allevamento e cattura di Pokémon selvatici – senza che alcun intervento umano fosse necessario – sono stati disabilitati per la maggior parte, compreso il famoso Necrobot.
Conviene barare a Pokémon GO?
È chiaramente una domanda negativamente retorica, poiché generalmente l’attività di cheating è pressochè sconsigliata venendo meno il cuore stesso del gioco, ossia il divertimento procurato dall’attività di caccia dei Pokémon nonché dal combattimento all’interno delle Palestre.
Molti dei bot un tempo largamente utilizzati sono stati completamente o in gran parte disabilitati, e quelli rimanenti non sono più in grado di eseguire attività di “sniping” (ossia di cattura mirata di Pokémon in giro per il mondo) – mentre pare che siano ancora utili per gli scontri e la schiusa delle Uova.

Grazie ad un breve tour nei principali luoghi di aggregazione di hacker e cheater, ne è emerso che la minaccia dei ban è tanto concreta da desistere da qualsiasi intento malevolo. Forse quest’estate sarà veramente priva di hacker intenti ad intasare le Palestre: voi che ne dite?
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