L’Instant View di Telegram sarà un fallimento, per ora – Tecnologio

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Quattrini e cretini non si fanno compagnia.

James Joyce, Ulisse

L’arrivo di Telegram 4.0 su Google Play ha risollevato il morale di migliaia di utenti Telegram, i quali da mesi si attendevano l’uscita di un aggiornamento che introducesse qualche feature in più rispetto alle novità, per certi versi banali o mal realizzate – continuo e continuerò a stigmatizzare l’editor di temi, praticamente ingestibile – che gli ultimi mesi l’applicazione ci aveva regalato.

Volendo compiere un breve riassunto, l’aggiornamento di Telegram 4.0 ha introdotto tre grandi novità:

  • Pagamenti via bot: aziende e consumatori potranno servirsi dei bot della piattaforma per acquistare e mettere in vendita i propri prodotti, il tutto seguendo uno schema di pagamento completamente favorevole alle industrie – dato che Telegram non chiederà alcuna percentuale sulle transazioni;
  • Videomessaggi e Telesco.pe: una feature prettamente social che consentirà a tutti gli utenti Telegram di realizzare video in un particolare formato circolare. I gestori dei canali avranno a disposizione il sito affiliato Telesco.pe, all’interno del quale verranno automaticamente archiviati tutti i videomessaggi pubblicati – una specie di YouTube, ma per Telegram;
  • Instant View: una modalità di visualizzazione rapida di siti e pagine web.

Mentre a riguardo della seconda implementazione avevo già intenzione di pubblicare un Tecnologio (che poi ho effettivamente pubblicato: “Perchè Telegram ha bisogno di Bill Gates“) e che, con buona probabilità, verrà posticipato alla settimana prossima, mi voglio soffermare sulla tecnologia Instant View, che punta a creare un terzo standard di caricamento rapido di pagine web dopo le Accelerated Mobile Pages di Google (AMP) e gli Instant Articles di Facebook.

Telegram Instant View
Un’anteprima dell’Instant View di Telegram

La tecnologia Instant View punta al caricamento rapido, quasi istantaneo di qualsiasi sito web. Il suo funzionamento è più che semplice: non appena l’URL di un articolo è pubblicato su Telegram, questo viene caricato in background nelle cache dell’app, e visualizzato nei suoi tratti più essenziali – senza menu laterali, loghi, intestazioni e tutti quegli amenicoli di cui solitamente si dotano i siti web. Questo non significa che le pagine visualizzate tramite l’Instant View saranno più brutte delle versioni originali ma, proprio come gli Istant Articles o le AMP, saranno semplicemente più essenziali.

Si tratta di un’iniziativa lodevole e quasi sensata per una piattaforma che non vuole limitarsi più alla semplice messaggistica ma che, proprio come Messenger, Snapchat o Instagram, ha deciso di ramificare la propria struttura in altri ambiti sociali, come il blogging o appunto la videomessaggistica, una forma di “Stories” di Telegram perennemente accessibili.

Ma l’Instant View, almeno per il momento, è un progetto fallimentare e rischia solamente di allontanare quei pochi publisher ed editori che avevano, per il momento, deciso di continuare la propria avventura su Telegram mantenendo bot o canali ufficiali: La Repubblica e Il Corriere in Italia, ma anche Tech Crunch, per esempio, che oltre a possedere un bot verificato (AGGIORNAMENTO: non più) ufficialmente era anche tra i pochi siti a disporre del supporto all’Instant View sin dalla sua prima apparizione, vanto di cui si possono coprire solo una manciata di piattaforme web, come Medium o Telegra.ph – ma che, casualmente, si guarda bene dal segnalarlo tra i propri profili social ufficiali.

“Your IV page must display the pure content of the source. Remove any bits of interface, ads, and any irrelevant embedded content.”

E il motivo è praticamente elementare: l’Instant View non supporta le pubblicità. E non si tratta di un’ipotesi o di un sospetto, ma di una garanzia che mi è stata confermata sia dal servizio di supporto di Telegram, sia dal documento che regola il concorso istituito dall’applicazione per realizzare quanti più template possibili per i principali siti d’informazione.

Accedendo alla pagina di presentazione dei template candidati al premio, balza subito allo sguardo la notevole rappresentanza italiana, tra cui persino il sito satirico Lercio.it, oltre ai più prevedibili Corriere della Sera, Ansa, La Repubblica o MobileWorld. Per molti di questi siti – specialmente realtà come Androidiani, AndroidWorld o TuttoAndroid, comunque presenti – gli introiti pubblicitari rappresentano la principale e quasi esclusiva forma di guadagno: la stessa redazione di MobileWorld, in un recente AMA su Reddit, ha specificato che siano proprio i banner a generare quei fondi vitali per il pagamento dei server, degli stipendi della redazione, per l’introduzione di miglioramenti grafici e tecnici che solitamente il pubblico si aspetta da una realtà dinamica e in movimento.

Non c’è allora motivo che un webmaster dei suddetti siti web decida spontaneamente di dotare il proprio sito di una modalità di visualizzazione Instant View se prevede che tutte le visualizzazioni generate non procureranno alcun guadagno.

Telegram Instant View
Per realizzare un template in Instant View basta conoscere un po di codice

Anzi, dato che l’assegnazione di un template ad un portale web è del tutto indipendente dalla volontà degli amministratori stessi del sito (sono gli utenti che li realizzano – basta conoscere un po’ di HTML – e li sottopongono all’attenzione del team di Telegram, che li valuta ed eventualmente li abilita via server), potrebbe persino capitare che quanti ora amministrano un canale ufficiale decidano di abbandonarlo, attendendo un update che introduca il supporto alle pubblicità.

“Lo scopo dell’instant view è quello di facilitare la lettura di contenuti rimuovendo tutto quello che non è necessario.”

Per ora infatti Instant View considera i banner pubblicitari come “Unnecessary elements” che “must be eliminated“. L’unico strumento di auto-promozione che Telegram consente è l’aggiunta di un pulsante di collegamento al canale Telegram ufficiale del sito web; ma si tratta di un loop, dato che il canale Telegram non può impedire la visualizzazione dei propri articoli nella modalità Instant View, se un template è stato inviato ed approvato. Un pagamento in visibilità, in altre parole.

Per quanto mi riguarda, l’utilizzo su AppElmo di un particolare plugin per l’inserimento di elementi web ci ha impedito di introdurre gli Instant Articles su Facebook – con grande disappunto degli utenti che ci seguono sulla nostra pagina – e, così come il supporto di Telegram ci ha confermato, ci tratterrà anche dal ricevere l’Instant View, almeno per il momento. Ma cosa succederà quando i social media manager dei canali di riferimento dei siti web sopramenzionati si accorgeranno che le visualizzazioni su Telegram non generano introiti? Probabilmente un’Adpocalypse, ma di tutt’altro genere.

Prima di lasciarvi, vi voglio consigliare la lettura di questi due approfondimenti:

L’ultimo approfondimento non è un goffo tentativo di auto-promozione (all’interno di un sito che porta il mio nome?), ma lo spunto che voglio lasciare nella conclusione a questo Tecnologio. Se infatti la mia critica iniziale ai canali Telegram di quotidiani puntava all’evidenziazione dell’ipocrisia di quanti avevano immediatamente esaltato il nuovo format, senza però profonderci l’impegno necessario per sviluppare una strategia di pubblicazione, ora non potrei biasimare se quanti rimasti decidessero di lasciare perdere.

Non critico l’Instant View in sè, ottima feature, ma le sue modalità di implementazione. Chi vivrà, vedrà.

Se volete dire la vostra o contattarmi privatamente, potete lasciare un commento qui sotto oppure scrivermi a [email protected] o a @guglielmocrottibot.

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