Tante nuove novità su Fuchsia OS, e perchè sostituirà Android
Fuchsia OS si è ripresentato sotto forma di alcuni screenshot, e ripartono le speculazioni
Fuchsia OS è tornato, e sembra essere ben più in forma di quanto lo sia mai stato Andromeda OS, il fantomatico sistema operativo che avrebbe dovuto fondere Android e Chrome OS e che invece sembra essere caduto nel baratro del Dimenticatoio, uno dei tanti nomi con il quale viene indicato quel famoso “20%” di progetti che vengono sviluppati e poi nascosti sotto il tappeto da parte della casa di Mountain View.
Siete pronti per scoprire Fuchsia OS e soprattutto i motivi che si nascondono dietro il suo sviluppo?
Fuchsia OS torna in campo, ed è bellissimo
Una commistione di Android ed iOS: solo in questo modo è possibile descrivere Armadillo UI, l’interfaccia grafica di Fuchsia OS realizzata dal sito Hotfixit.net all’interno di un file APK scaricabile da qualunque utente Android, che permette di testare in prima persona le innovazioni del nuovo sistema operativo di Google.
Non è possibile provare altro che il nuovo design, poichè l’interfaccia realizzata seguendo l’SDK di Google Flatter – riproducibile sia su iOS che su Android – non permette di interagire con le funzionalità tecniche del nuovo sistema operativo, che sebbene sia decisamente avanzato sia nell’aspetto sia nella struttura non permette di eseguire alcunchè. Ciononostante, si può ben notare come l’indipendenza dai kernel Linux (Fuchsia OS è infatti realizzato partendo da un kernel del tutto proprietario, Magenta) e la possibilità di costruire un sistema operativo completamente dal nulla possa dare adito a potenzialità inesplorate.
L’interfaccia si presenta suddivisa in tre parti: la prima, al centro, consta di una scheda-utente che contiene anche i principali collegamenti a quella che in un primo momento potrebbe essere considerata la “barra delle notifiche” di Fuchsia OS, all’interno della quale troviamo le Quick Settings, gli indicatori della batteria, del WiFi e del segnale telefonico oltre ad un calendario e due pulsanti per il “Log Out” e per l’accesso a maggiori funzioni, entrambi non disponibili ancora – comprensibilmente.
Accedendo alla parte superiore – tutta l’UI si costituisce come un grande elenco a scorrimento di features – troviamo le App Recenti, visualizzate sottoforma di riquadri spostabili attraverso il sistema drag-and-drop in varie forme e collocabili anche in sequenza, secondo una disposizione che ricorda le tab di un browser. La successione secondo cui sono disposti i riquadri non è casuale, ma segue la regola dell’ultimo accesso.
Infine, nella porzione inferiore troviamo un pulsante di collegamento al Google Assistant e quella che potrebbe essere una redisegnazione di Google Now, con tanto di card ad indicazione di “suggerimenti“. Per ora vuoti, naturalmente.
Perchè Fuchsia OS?
Fuchsia OS non è uno di quei tanti “progetti da 20%” così come li ha definiti lo stesso curatore del nuovo SO, Travis Geiselbrecht, all’interno del canale IRC dedicato: Fuchsia OS è stato creato per rimanere in giro ancora per un po’ di tempo, e soprattutto per venire a capo di alcuni legacci e costrizioni che attualmente frenano e castrano le performance di Android.

Innanzitutto, Fuchsia OS sarà costruito su un kernel indipendente dalla struttura Linux, per la precisione un microkernel di nome Magenta OS che non sarà più costretto a rimanere ancorato a vecchi standard derivati da una sostanziale lentezza dell’ecosistema Linux nell’aggiornamento dei propri kernel – i Pixel Phone sono fermi ancora a quelli distribuiti nel 2014, il Kernel 3.18. E, senza Linux, niente GPL: la licenza di distribuzione sarà infatti un ibrido tra Apache 2.0, BSD 3 clause e MIT, che in parole povere significa che nessuno sarà in grado di mettere le mani su Fuchsia OS a meno che non sia Google stesso a volerlo. Un colpo basso sia al mondo delle ROM, ma anche e soprattutto ai produttori cinesi che spesso si avvantaggiano della struttura di Android senza però attribuire i giusti crediti a Google, prosperando così in un settore – quello cinese – dove la casa di Mountain View non ha il completo controllo della diffusione del proprio SO. Ciononostante, un capitolo della scheda su Github lascia intendere ben altro, ma chiaramente dovremo attendere una presentazione ufficiale che non ci aspettiamo avvenga tanto presto.
Google vuole prendere definitivamente controllo del proprio sistema operativo, concentrandosi sulle performance delle applicazioni senza doversi appoggiare a strutture esterne lente e poco aggiornate
La seconda, grande novità di Fuchsia OS è data dal focus sulle performance che Android pare non possedere a sufficienza: le applicazioni per Fuchsia OS sono realizzate seguendo una versione alternativa di JavaScript realizzata da Google stesso, chiamata Dart, che consente di realizzare app in 120fps. Nato come esperimento nel 2015, Dart permette di produrre applicazioni veloci e fluide, le quali potranno fare faville se affiancate alla scheda grafica Escher, basata su Vulkan e praticamente costruita per rispettare le linee guida del Material Design, che potrebbe in questo modo assegnarsi il ruolo di stile grafico dominante del mondo mobile per i prossimi anni.
Fuchsia OS risponde anche ad esigenze che esulano dal mero piano tecnico: dopo anni di cause legali e battaglie in tribunale, la casa di Mountain View porre fine ad ogni diatriba con Oracle – che accusa Google di aver fatto un uso improprio di alcune API Java per la realizzazione di Android, chiedendo così un risarcimento miliardario, potete trovare QUI la storia completa – e prendere in mano le redini del proprio SO. Niente più compromessi con produttori avidi, come Qualcomm (recentemente in scontro con Apple per il pagamento delle royalties, ritenute “troppo esose” da parte di Tim Cook), ma performance in primo piano e tanto altro ancora. La domanda che dobbiamo porci è piuttosto un’altra: le app per Fuchsia OS saranno compatibili con Android?
La risposta non potrà che essere positiva, oppure il passaggio da Android a Fuchsia OS sarà un vero inferno per gli sviluppatori.
Scopri QUI tutti i sistemi operativi che potrebbero fare concorrenza ad Android!
Vorresti scrivere per AppElmo? Mettiti in gioco: stiamo cercando collaboratori! Scrivi a [email protected], e dai un’occhiata QUI per le modalità di contatto. Non essere timido!
Se non volete perdervi nè le prossime News nè gli altri articoli di AppElmo (e sappiamo che non volete), allora potete iscrivervi alla nostra newsletter inserendo il vostro indirizzo email nel form qui in basso (tranquilli, vi assicuriamo che non vi invieremo spazzatura o spam; in caso contrario, vi saremmo immensamente grati se ci segnalaste il problema).
Oppure potete seguirci sulla nostra pagina Facebook, sul nostro account Twitter, sulla nostra pagina Google Plus, sulla nostra rivista Flipboard e sul nostro canale Telegram oppure, in alternativa, potete sempre scaricare la nostra app da Google Play, cliccando QUI o sull’immagine nella sidebar! Grazie mille!