Apple Films non è certamente tra le più famose divisioni della casa di Cupertino: autrice di qualche documentario, ha dato senza dubbio meno soddisfazioni di Pixar, lo studio di animazione creato da George Lucas ma successivamente curato e lanciato da Steve Jobs in persona. Tra le bizzarrie che hanno contraddistinto la casa di Cupertino troviamo anche un adattamento della trilogia di Il Signore degli Anelli su pellicola, con i Beatles quali protagonisti e Kubrick quale regista.
Siete pronti per conoscere i dettagli di questa assurda quanto incredibile storia?
The fellowship of The Yellow Submarine
Gandalf, Gollum e… John Lennon?
Questa poteva essere la prospettiva – agghiacciante per alcuni, compreso lo stesso Tolkien che negli anni ’60 era ancora vivo ed aveva vissuto sulla propria pelle l’ascesa dei Beatles – di un ipotetico film sulla trilogia di Il Signore degli Anelli, l’immortale saga eruttata in volumi di massicce narrazioni dalla penna di J.R.R. Tolkien. Probabilmente attori come Viggo Mortensen, Christopher Lee e Ian McKellen ci possono apparire come scelte ragionate sulla base di accurate selezioni tra cui l’aderenza fisica alla struttura ideale dei personaggi, la capacità di recitazione, la carriera attoriale pregressa.
Nulla di tutto ciò parve però interessare Apple Films che, insieme ad United Artists (già distributrice di Yellow Submarine, e detentrice dei diritti del film), tentò di convincere Tolkien a dare il proprio consenso alla produzione di una serie di pellicole che avessero come protagonisti i Beatles: più precisamente, John Lennon avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di nientepopodimeno Gollum, la strisciante creatura che sino all’ultimo fotogramma tenterà di sottrarre l’Unico Anello a Frodo, il quale – dicono alcune fonti, ma non è sicuro – sarebbe stato interpretato da Paul McCartney, l’unico membro della band attualmente in vita. Ringo Starr sarebbe stato Sam, il migliore amico di Frodo, mentre, infine, a George Harrison sarebbe toccato il gravoso ruolo dello stregone Gandalf.
Tutto sembrava pronto, ed i numeri anticipavano già il successo: i Beatles, all’apice della propria carriera, sarebbero stati consacrati all’immortalità attraverso l’obiettivo della cinepresa, nell’ambientazione della più famosa tra le saghe fantasy. Alla fine, però, il progetto non andò in porto per una serie di ragioni: innanzitutto, Tolkien non diede mai il proprio consenso a questa bislacca avventura (c’è da biasimarlo? Immaginatevi gli One Direction impersonare i protagonisti di Star Wars), ben poco desideroso di assecondare l’ego di quattro cantanti che ormai comparivano su qualsiasi prodotto in commercio: tazze, monopattini, persino tovaglioli.
In addition, in a house three doors away dwells a member of a group of young men who are evidently aiming to turn themselves into a Beatle Group. On days when it falls to his turn to have a practice session the noise is indescribable.
(J.R.R. Tolkien)
Inoltre pare che nemmeno Kubrick fosse entusiasta all’idea: non soltanto, quando venne interpellato dai produttori, affermò senza vergogna di non aver mai letto i tre libri dell’epopea dell’Unico Anello e dei suoi protagonisti, ma che non era nemmeno interessato all’idea, nonostante Dennis O’ Dell gli avesse inviato più copie dei tomi, invitandolo almeno a leggerne le prime pagine. Al suo posto Kubrick suggerì Michelangelo Antonioni il quale forse avrebbe saputo dipingere con maggior foga il disagio che scaturisce dalla lotta tra l’Anello e Frodo.
Ciò che però interessa è che, alla fine, il progetto rimase carta bianca e che Apple Films dovette accontentarsi dei documentari girati sui Beatles fino a quel momento prodotti.
E per fortuna, aggiungiamo noi.
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