Spotify, Uber e la bilancia della moralità – Tecnologio
Il mondo della tecnologia è tanto contorto che i moralisti sono preferibili a tutto il resto
Per morale intendo il prodotto reale di due grandezze immaginarie: dovere e volere.
(Franz Wedekind, Risveglio di Primavera)
La querelle che vede contrapposti Spotify da una parte e le case discografiche dall’altra è molto più complessa di quanto potrebbe suggerire una visione prettamente manichea della vicenda: ogni compagnia, società o impresa che sia tanto fortunata da sopravvivere ai primi anni di attività raggiunge un punto di non-ritorno in cui, ponendosi davanti ad uno specchio di consapevolezza, si trova a che fare con la Bilancia della Convenienza.
Ogni società si troverà ad affrontare la Bilancia della Convenienza, un sistema di contrappesi tra ciò che è giusto e ciò che è necessario
L’utilizzo di questo strumento è più che semplice: nel piatto sulla destra verranno posti i valori morali che hanno contribuito a costruire il successo della compagnia mentre, per contrappeso, sulla superficie opposta sono impilati, in ordine, i sacrifici necessari da offrire all’altare della Finanza per raggiungere l’apogeo del proprio impero; la borsa, un IPO, insomma, quel posto di leadership nel proprio campo che molti agognano ma pochi raggiungono.
Il primo piatto di Spotify, in questo momento, pende. La compagnia è diventata tanto grande – evidentemente – da non potersi più permettere posizioni populiste (nel senso più genuino del termine, ossia “che il popolo recepisce e gradisce“) e/o morali come l’equiparazione delle funzionalità tra la versione a pagamento e quella gratuita dei propri abbonamenti. Una strategia che finora ha saputo dare i suoi frutti (il servizio ha raggiunto recentemente i 50 milioni di utenti paganti, cifra che pareggia il numero di abbonati gratuiti) ma che non è più sostenibile.
Alla fine Spotify cederà, ampliando la forbice che separa le due categorie di audiofili, progressivamente ma inesorabilmente. Allo stesso modo, Evan Spiegel si è dovuto rimangiare la propria promessa, consacrata da un’intervista del 2015: dal suo punto di vista, le pubblicità che all’interno di un’app visualizzano quanto ricercato sul proprio browser (quelle che Facebook integra da qualche tempo, per intenderci) sono “inquietanti“. Come dargli torto? Ma la necessità di attirare investitori davanti all’IPO più importante degli ultimi anni ha fatto pendere, anche per Snapchat, il primo piatto della bilancia, e la necessità di assestare gli equilibri ha fatto il resto.
Dal comitato incaricato di redigere fake-news sino al software anti-poliziotti, Uber potrebbe aver dato un’ottima prova di sè in quanto società a-morale
Il che ci porta inevitabilmente all’altro capo della corda: se da una parte ci sono le società morali, dall’altra troviamo quelle a-morali. Non solo Facebook, ma anche Uber, per esempio, che – dal software anti-poliziotti sino al comitato di fake news incaricato di “gettare fango sulla stampa“, in tempi in cui le fake-news erano ancora di là da influenzare le elezioni – ha guadagnato un invidiabile palmarés da primato. Alla fine, il risultato è lo stesso: sia le società morali che quelle a-morali arrivano a sfruttare i medesimi strumenti per raggiungere un pressochè identico obbiettivo, il denaro e la crescita economica. Anche se il Processo di Norimberga ci ha insegnato a non accettare più scuse simili a “stavo solo eseguendo degli ordini“, è sempre probabile che il proprio comandante reagisca all’insubordinazione con una pallottola tra gli occhi, o un crollo in borsa con relativa svendita al migliore offerente.
No, il fine non giustifica i mezzi; nel mondo della tecnologia sono i mezzi a giustificare il fine. Il che non significa che non occorra più controllare ogni cambiamento dei Terms of Service di Spotify, o che Snapchat sarà sempre meno intrusiva di Facebook; ma che farà certamente più piacere dare il proprio contributo di crescita ad un’azienda che si pone problemi morali, i quali sono svantaggiosi solo in apparenza, poichè rifondono le spese in una valuta non calcolabile, la fiducia.
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