I 5 motivi per cui i task killer per Android sono inutili
Nonostante viviamo in un’epoca in cui le automobili vengono lanciate nello spazio, esistono ancora migliaia di utenti che, incuranti degli avvertimenti e delle spiegazioni dettagliate, delle guide e dei consigli che minuziosamente spiegano perchè i task killer per Android sono inutili, si ostinano ad installare adware e applicazioni se non inutili, dannose per via dell’errata presupposizione per cui ciò che funziona su Windows dovrà sortire gli stessi effetti anche su Android.
Sbagliato!
Siete pronti dunque per scoprire perchè i task killer per Android sono inutili?
I TASK KILLER PER ANDROID SONO INUTILI PERCHÈ…
#1 – SONO SUPERFLUI
I task killer per Android compiono un servizio che il sistema operativo svolge già autonomamente, e che dunque risulta superfluo agli occhi di qualsiasi utente ben informato.

Ogni programma Windows ha bisogno di quanta più RAM disponibile possibile e dunque un task killer preserva un certo margine di operatività al computer per evitare che il sistema, una volta raggiunto il limite massimo di memoria RAM fisica, inizi ad attingere a quella digitale (molto più lenta); su Android il sistema operativo mantiene attive tutte le ultime applicazioni aperte per permettere un ri-avvio molto più rapido nel momento in cui, pochi minuti dopo la loro chiusura, un utente decida di accedervi nuovamente (come le app di chat, i social network e via discorrendo). Ciò consente di ottimizzare le risorse, velocizzare le tempistiche e rende evidente il motivo per cui i task killer per Android sono inutili, compiendo un servizio già svolto in maniera egregia dall’SO.
#2 – SONO DANNOSI
I task killer per Android sono inutili non solo perché superflui, ma anche perché dannosi: la loro azione non soltanto non è richiesta dal sistema operativo – così come spiegato nel paragrafo precedente – ma può causare danni permanenti alla batteria del device, oltre a generali rallentamenti nei processi di gestione delle applicazioni.
Un task killer provvede infatti a disattivare qualsiasi app attiva in background che, nel caso dei social network, delle app di messaggistica e di qualsiasi altro servizio che richieda una connessione costante con la rete per la sincronizzazione dei contenuti sarà costretta al riavvio automatico, provocando così uno spreco di energia che avrà un impatto nelle performance del sistema. Non solo: parte della memoria RAM liberata verrà occupata dal task killer stesso che, essendo un’app, necessita di risorse per operare in maniera costante e continuata, rendendo se possibile ancora più inefficace i propri servizi.
#3 – SONO PERICOLOSI
I task killer non soltanto poi possono danneggiare il vostro device, ma persino la vostra privacy: solitamente questo genere di applicazioni viene sviluppato da società di programmazione di origine cinese che provvedono ad affiancare alle proprie suite di gestione del dispositivo anche una o più serie di tool dedicate alla memoria RAM.

Cheetah Mobile ed ES Global sono solamente due esempi di software house accusate di gestire i dati personali degli utenti con incredibile leggerezza, per utilizzare un eufemismo (Clean Master richiede ben 29 permessi al momento dell’installazione); la casa di sviluppo più attiva nel campo dei task killer è ReChild la quale, nonostante abbia pubblicato su Google Play ben due versioni differenti dello stesso task killer, non possiede nè una privacy policy nè un indirizzo fisico di contatto (viene unicamente citata una “South Lake Road, 16” senza ulteriori specifiche). I task killer sono inutili perchè dannosi, ma per la privacy.
#4 – SONO INGANNEVOLI
Se i task killer per Android sono inutili perchè inutili, dannosi e pericolosi, sono di conseguenza ingannevoli: abbiamo già esposto nel nostro EDIToriale su Clean Master quale sia la strategia solitamente adottata da applicazioni di questo genere per convincere gli utenti a lasciare recensioni positive su Google Play, ma ci basterà riassumerne i passaggi principali.
Una volta infatti eseguita un’iniziale pulizia della memoria RAM, all’utente sembrerà realmente di possedere un device più veloce e fluido nell’esecuzione dei processi (ciò è vero sino al momento in cui le app in background riprenderanno le funzioni chiuse forzatamente dal task killer) e, incoraggiati magari da una notifica o da un pop-up, lasceranno su Google Play una recensione positiva di cinque stelle. Questa è una delle principali motivazioni per cui i task killer per Android possiedono alte votazioni e possono raggiungere con facilità le principali posizioni delle classifiche interne allo store.
#5 – CI SONO ALTERNATIVE MIGLIORI
Anche se i task killer per Android sono inutili, esistono alternative che possono svolgere un operato simile senza però arrecare danno o offrire ingannevoli prestazioni che aumentino la loro popolarità immeritevolmente.

A tal proposito, vi consigliamo QUESTA classifica di app per potenziare le prestazioni del proprio smartphone tra cui includiamo Greenify, un’app che provvede ad “ibernare” i processi più vogliosi di memoria RAM e che consente così di aumentare la velocità di gestione dei servizi senza danneggiare la batteria.
Non perderti il nostro EDIToriale che ti spiega come e perché non dovresti mai utilizzare Clean Master!
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