#Applefun: perchè il MacBook Pro è terribile, ma vende comunque?

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Il nuovo MacBook è un prodotto terribile, e a dirlo non è un semplice sito dedicato alle applicazioni ed i prodotti Android su cui si potrebbero esprimere legittimi dubbi di partigianeria – che, scherzi a parte, tentiamo sempre di evitare – ma una serie di statistiche, rilevazioni ed articoli di piattaforme di testing che hanno analizzato il MacBook Pro in ogni sua parte. La TouchBar è un’innovazione secondaria, l’eliminazione delle periferiche esterne a favore del formato USB C è stato un errore prematuro e le performances della batteria si sono dimostrate completamente disastrose; ciononostante le vendite sono più che positive. Com’è possibile?

Non sapremmo spiegarvi questa completa – e apparente – mancanza di senso critico da parte degli utenti Apple, ma ciononostante siamo in grado di illustrarvi le numerose problematiche rilevate nel MacBook Pro: siete pronti per scoprire perchè il nuovo MacBook è stato un fallimento tecnico?

Il paradosso

AppElmo – Le App di Guglielmo è chiaramente un sito di applicazioni Android e la rubrica #Applefun, anche se solitamente dedicata alla pubblicazione ed esposizione al ludibrio generale dei fallimenti della casa di Cupertino, non avrebbe mai ospitato una puntata dedicata ai nuovi MacBook se non fosse per l’assordante contraddizione che i più che positivi regimi di vendita dei nuovi laptop Apple stanno sollevando di fronte alle generali recensioni negative non entusiasmanti.

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Il MacBook Pro è un fallimento? Non per Tim Cook – Foto: Forbes

Controllando le valutazioni online è infatti possibile ottenere un ampio range di impressioni che non riescono però ad inquadrare definitivamente il problema del MacBook Pro: PC World elogia la Touch Bar ed accusa la mancanza di uno standard USB 3.0 insieme ad uno schermo 4K, al contrario di Digital Trends che invece si focalizza proprio sulla mancanza di uno scopo specifico della nuova barra di digitazione e sulla carenza di un’autonomia accettabile – che invece, per il sito 9to5Mac, è più che sopportabile nonostante si attesti sulle tre ore.

Anche il settore italiano dimostra la medesima oscillazione: mentre SmartWorld attribuisce all’alto prezzo una maggiore impedenza sull’apprezzamento del prodotto, Macitynet non riesce a non tesserne le elogi attribuendo al MacBook Pro livelli di perfezione in grado di rivaleggiare la tela di Dafne.

Ciononostante, possiamo indicare tre grandi vulnerabilità che rendono il nuovo MacBook Pro un fallimento a livello tecnico: l’autonomia della batteria, la Touch Bar e l’eliminazione delle periferiche.

Touch Bar: cui prodest?

A chi porta vantaggio la presenza di una Touch Bar all’interno del corpo di un MacBook Pro già dotato di un’ottimo touch pad, elogiato da qualsiasi fonte per la precisione e la comodità d’uso?

Per molti la Touch Bar un’innovazione straordinaria, mentre per altri non è niente di più che un accessorio tecnologico secondario che manca di un reale scopo d’uso; chi probabilmente ha individuato il problema oggettivo di questa nuova feature hardware è il sito ArsTechnica che cita la sua dipendenza dagli sviluppatori.

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La Touch Bar è utile? Se sì, a chi? – Foto: TechWire

La Touch Bar ha bisogno del supporto dei developers: non si tratta di una funzionalità indipendente la cui sola affiliazione al MacBook può rendere giustificabile – non per nulla viene venduta una versione che ne è priva, e che sembra possedere lo stesso un segmento di mercato – poichè rappresenta, nei fatti, un’estensione touch dei programmi già installati. Per compiere un paragone con un mondo a noi familiare, la Touch Bar è simile ai widget: se nessuno sviluppatore Android avesse mai posto realmente fiducia nei widget, questi sarebbero stati eliminati nelle successive versioni di Android nonostante l’enfasi di Google nel presentarli al pubblico come la futura frontiera dell’innovazione.

Probabilmente la Touch Bar non morirà per via appunto del suo alto livello d’innovazione; occorre però considerare quanto lunga sarà la gestazione prima che assuma le caratteristiche di uno standard – se e mai gli sviluppatori Mac la vedranno mai come tale – e se gli utenti Apple sapranno dimostrarsi pazienti. Secondo noi… sì, sapranno esserlo – purtroppo.

La batteria che non dura

La principale problematica dei nuovi MacBook Pro non è la Touch Bar, ma la batteria: nonostante i test altalenanti ed un possibile miglioramento delle prestazioni in seguito ad un aggiornamento del sistema operativo, il MacBook possiede un’autonomia che non supera una media di 5-6 ore, anche se naturalmente dipende dal modello preso in considerazione.

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Abbassare la luminosità non servirà a molto – Foto: 9to5Mac

Ha suscitato molto clamore la notizia per cui Consumer Reports ha negato l’approvazione a tutti e tre i modelli di MacBook Pro, citando un impressionante calo di autonomia in soli tre test consecutivi: dalla prima alla terza carica il MacBook Pro da 13 pollici (senza Touch Bar) ha variato da 16 a 3,75 ore, mentre il modello con Touch Bar è calato in sole due ricariche da 19,5 ore a 4,5; la versione più ampia ha subito una vertiginosa discesa di 10 ore di autonomia dalle 18,5 d’apertura.

Risultati che stridono violentemente con le 10 ore di servizio che un MacBook Pro dovrebbe garantire secondo i test Apple; generalmente i prodotti Apple non hanno mai goduto di una fama invidiabile in termini di resa prestazionale delle batterie, ma quest’anno sembra che gli ingegneri Apple si siano superati per disattendere le previsioni.

Ciò che più lascia perplessi è la prima iniziativa lanciata dalla casa di Cupertino per risolvere il problema: eliminare la voce “Tempo residuo” dalla schermata della batteria tramite un aggiornamento dell’SO.

Niente fotografi in casa Apple

Periferiche sì, no, forse: tra ironie ed elogi sperticati, la rimozione di ogni uscita USB standard a favore del nuovo modello USB Type-C – che comunque costringerà gli utenti iPhone a procurarsi un adattatore per collegare lo smartphone al computer – ha suscitato i prevedibili dibattiti.

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Gli adattatori saranno il nuovo standard – Foto: BGR

Alcuni reputano che Apple abbia agito correttamente per spingere il mondo della grande industria ad adottare coraggiosamente uno standard obbiettivamente superiore all’USB ma ancora poco diffuso, mentre altri sostengono che, nonostante si tratti di un punto di vista corretto ed accettabile, lo è molto meno la scelta di costringere i nuovi utenti a procurarsi i dovuti adattatori per coordinare strumentazioni mobili e fisse (o quasi).

Come sempre, nel mezzo si trova il giusto: la rimozione degli standard più vecchi è stata brutale e prepotente come qualsiasi strategia Apple ma è proprio agendo in tal modo che probabilmente la Silicon Valley dei produttori si adatterà alle variazioni di mercato; ciononostante, una porta standard poteva essere mantenuta per buona pace degli utenti meno abbienti e pazienti. Allo stesso modo – e qui risiede la principale criticità – poteva essere evitata l’eliminazione del supporto alle schede SD proprio nel momento in cui SanDisk presenta al CES un nuovo standard più veloce e potente, e che sarà la gioia ma anche il dolore dei fotografi che dovranno scendere a patti con il proprio MacBook Pro appena acquistato.

iPhone e smartphone, schede SD, periferiche esterne: il nuovo MacBook Pro esige un alto tributo in adattatori – come tutte le divinità capricciose.

Se il MacBook Pro è terribile, perchè vende?

Perchè dunque le vendite hanno superato le iniziali previsioni e stanno segnando un ottimo risultato oltrepassando di 5 volte i ricavi generati dal MacBook da 12 pollici lanciato nel 2015?

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La Mela d’oro

Le spiegazioni sono molteplici: aspettative, affiliazione, tradizione e fanatismo religioso. Il MacBook Pro è comunque un buon prodotto per via delle sue alte prestazioni e chi ne compie un utilizzo fisso non risentirà dei cali di autonomia, mentre riterrà del tutto secondaria la Touch Bar. Se inoltre si possiede il denaro necessario per acquistare un MacBook Pro nonostante il prezzo esorbitante, allora gli adattatori non saranno considerati altro che una fastidiosa seccatura, utile però per l’ingresso nel nuovo millennio tecnologico.

Le critiche ricevute sono soltanto il frutto della sindrome del papavero alto? No, poichè trovano ampio consenso in tutte le fonti considerate; il problema è che gli utenti non sembrano tenerne conto – e ciò dovrebbe preoccupare: gli utenti Apple leggono le recensioni dei prodotti che si accingono a comprare?

Un caso isolato? No, Apple ha collezionato tanti fallimenti nel corso della sua storia: scopri QUI tutti i peggiori prodotti Apple!

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