Telegram ogni mese dedica un aggiornamento ai propri prodotti e Telegraph, la suite di scrittura da poco lanciata per contrastare Medium ed altre maggiori piattaforme di scrittura online, non merita minore attenzione dell’applicazione o del client desktop: con il nuovo update dunque Telegraph riceve un bot ufficiale che permetterà di gestire i propri post, controllare il numero di visualizzazioni ricevute, collegarvi un sito web e molto altro spostando dunque l’ago dell’applicazione dal chatting al social chatting.
Siete pronti per scoprire le novità di Telegraph e cosa rappresentano per il futuro di Telegram?
Telegraph si aggiorna e riceve un bot
Che il lancio di Telegraph il mese scorso fosse stato più dimostrativo che effettivamente funzionale, se ne erano accorti in molti: nessun sistema di gestione dei post, incapacità praticamente totale di collegarvi fattualmente un canale o un sistema di tag… Nulla dunque che permettesse di trasformare Telegraph in qualcosa di più sviluppato di una versione online – e completamente indicizzata, dunque nemmeno privata – di un blocco note.
Con l’arrivo del bot @Telegraph i Telegrammer avranno a disposizione molto più di una postazione d’appoggio: il bot permette infatti di eseguire un login alla piattaforma Telegraph che risulta essere indipendente al profilo in uso, consentendo così a più utenti di pubblicare post e contenuti da username e device differenti ma attraverso un unico profilo.
La libertà che ha sempre caratterizzato Telegram ritorna anche all’interno di Telegraph: nella sezione “Settings” si potrà collegare al proprio username – che verrà visualizzato al di sotto del titolo dell’articolo – un link non necessariamente relativo a Telegram o alla sua piattaforma (canali, profili privati ma anche bot o gruppi) ma a qualsiasi pagina web. Ciò, insieme alla possibilità di controllare le visualizzazioni ricevute da ogni post, mette finalmente in chiaro la strategia adottata da Telegram e che coinvolge in prima persona i canali.
Telegram: da social chat a social app
Con l’aggiornamento via server Telegraph espande notevolmente le proprie funzionalità gettando le basi per un utilizzo professionistico e professionale, orientato verso il blogging ed il social chatting. Una mossa intelligente che anticipa la prossima tendenza di mercato: il settore delle app di chat è ormai saturo – il flop clamoroso ma contemporaneamente silenzioso di Allo ne è la prova, nonostante vi siano comunque coinvolte variabili indipendenti dalla natura sociale dell’app come l’effettiva mancanza di features degne di nota – e Telegram viene progressivamente selezionato per le caratteristiche sociali e comunicative.

I canali non sono solamente un servizio di broadcasting ma, nelle regioni medio-orientali, rappresentano le principali se non le uniche fonti di informazione libera dai controlli dei regimi locali. Se Telegram dunque confermasse i rumor delle precedenti settimane e lanciasse le chiamate VoIP, si esporrebbe alla scure della censura che come vi abbiamo raccontato non ha risparmiato nè WhatsApp nè Skype. Durov dunque lancia un colpo al cerchio ed uno alla botte: da una parte introduce le chiamate che nell’immaginario occidentale rappresentano una condicio sine qua non un’app di chat non risulta meritevole di attenzione, dall’altra consente a blogger e creator di superare i limiti dei canali Telegram, che tutto consentono tranne che dilungarsi nella narrazione, e di rendersene parzialmente indipendenti.
Non che le features possano essere reciprocamente apprezzate: Medium, il diretto concorrente di Telegraph, viene prevalentemente utilizzato nella sfera occidentale del globo e le chiamate VoIP sono spesso l’unico mezzo attraverso il quale i lavoratori immigrati nel Medio Oriente possono prendere contatto con le proprie famiglie residenti nel Paese natale, spesso a migliaia di chilometri di distanza. Con l’implementazione di Telegraph, dunque, Telegram dimostra di possedere una doppia attitudine, sia sociale che comunicativa: per quanto differenti le due sfere sono interdipendenti e non dubitiamo che i prossimi update coinvolgeranno i canali Telegram, che da tempo attendono l’applicazione di un’antica promessa e che con Telegraph potrebbero trovare la tanto sospirata valvola di sfogo.
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