THING, il launcher che fonde Tasker con il machine learning, più o meno – Launcher Saturday

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Può un launcher appena rilasciato imporsi prepotentemente sulla scena delle interfacce per Android? Forse, se l’idea nascosta dietro alla sua realizzazione si dimostra originale e innovativa: THING tenta dunque una strada ambiziosa, provando a fornire agli utenti più casual e non abituati alla personalizzazione estrema del proprio device un assaggio dell’automazione e delle comodità offerte da Tasker, l’app dedicata alla creazione di rapporti di causa-effetto tra le applicazioni e le funzioni dello smartphone.

Siete pronti per scoprire le nostre impressioni su THING, il launcher automatico?

THING – Interfaccia utente e primo impatto

Alla prima installazione, THING non andrà a modificare radicalmente la schermata d’uso dell’utente – ricordiamo che i nostri paragoni vengono effettuati sempre rispetto a Nova Launcher, utilizzata come metro di paragone – ma non la lascerà nemmeno intatta: pur presentando una divisione tra Home e app drawer che non tutti i launcher effettuano, suddivide quest’ultimo in tre schermate ulteriori.

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Queste nascondono il cuore del launcher: THING infatti, oltre a possedere un app drawer in piena regola, mette a disposizione una schermata per la ricerca intelligente (quel “machine learning, più o meno” del titolo, il cui significato vi sarà spiegato nel paragrafo successivo) ed un’ulteriore scheda per le “Agents“, le automatizzazioni che rendono THING originale – che poi siano anche funzionali, questo è tutto da scoprire. La grafica è evidentemente flat con tendenze al Material Design, il che rende il launcher un’esperienza maggiormente attrattiva per l’utente Android più purista.

THING – Funzionalità e personalizzazione

THING basa la propria attrattiva su due principali aspetti, senza i quali si ridurrebbe ad un comune launcher terribilmente simile al Pixel Launcher di cui ricava la struttura dell’app drawer e la dimensione delle icone: la ricerca intelligente, e l’automatizzazione dei processi attraverso gli “Agents“, o funzionalità consequenziali.

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Ciascun Agent è impostabile accedendo alla scheda centrale del launcher e tappando sul pulsante posto nella porzione inferiore della schermata: secondo le intenzioni dello sviluppatore, ogni utente sarebbe in grado di registrare la propria funzionalità automatica semplicemente descrivendo, in inglese, la serie di causa-effetto che dovrebbe avere come obiettivo finale l’attivazione di una funzionalità, il lancio di un’applicazione, e molto altro ancora. La realtà è leggermente differente: il più grande limite di THING launcher è certamente la sua giovinezza (possiede, alla data di recensione, appena qualche giorno di vita) e le applicazioni e servizi integrati non ci risultano più di tanto utili, Spotify a parte che richiederebbe comunque l’abbonamento Premium.

L’utente, ad ogni modo, è in grado di impostare un trigger (o causa scatenante, come un determinato orario, una posizione geolocalizzata) ed associarvi di conseguenza un effetto: è possibile realizzare le proprie catene autonomamente, mescolando gli elementi a disposizione, oppure scegliere una delle formule posizionate nella sezione inferiore.

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La modalità di ricerca darà forse più soddisfazioni: oltre a studiare e ricordare le applicazioni più utilizzate, THING provvederà a visualizzare, all’interno di una banda orizzontale a scorrimento posta nella Home, le applicazioni frequenti, consentendo di risparmiare tempo, denaro e soprattutto spazio (dello schermo) nella propria routine quotidiana.

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La personalizzazione non è particolarmente vivace o estesa: accedendo alle Impostazioni del launcher sarete in grado di modificare l’icon pack principale, ma nulla di più.

THING – Conclusioni

THING è un’ambizione, più che un launcher: il sogno di rendere disponibili a tutti gli utenti, e soprattutto nel contesto di un’interfaccia proprietaria, una delle più grandi comodità del mondo del rooting. Le basi sono già presenti: una grafica godibile, un’idea originale, animazioni fluide e senza impuntamenti.

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I problemi naturalmente sono più d’uno: l’individuazione dei servizi più utilizzati dagli utenti, l’integrazione tra le pieghe del codice di sviluppo, la realizzazione di task veramente utili che non dimentichino però il lato ludico di un launcher. Insomma, si tratta di un lavoro faticoso ed impegnativo: allo stato attuale, THING è il launcher più promettente del 2016, se correttamente sviluppato ed implementato potrebbe sorprendere molte persone tutt’oggi scettiche. Staremo a vedere.

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