C’è un malware italiano che prende di mira solamente utenti cinesi

Problemi di sicurezza al contrario: stando ai risultati condivisi da alcuni ricercatori del team di ricerca Bitdefender, un malware italiano starebbe prendendo di mira in particolare gli smartphone di utenti cinesi, infettandoli e estraendone dati che vengono poi inviati ad un server remoto posizionato proprio in Italia. Un caso isolato? Non proprio, dato che per Softpedia – che ha rilanciato la notizia – si tratterebbe di un attacco sistematico, parte probabilmente di un piano più ampio di cui non si conoscono ancora le finalità.

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Un malware italiano colpisce utenti cinesi, ma non si sa perchè

Che la Cina sia da sempre la patria preferita di hacker e operatori fraudolenti dell’insicurezza online non è una novità: lo stesso governo cinese attua una politica predatoria nei confronti di altre realtà nazionali estere, stipendiando esperti informatici per lanciare attacchi sistematici contro obiettivi civili e militari, infrastrutture e banche dati sensibili – senza contare la presenza di un firewall di proporzioni gargantuesche che filtra qualsiasi connessione interna ed esterna.

Cina, patria dei malware

Ma che un malware italiano prenda esclusivamente di mira smartphone cinesi, e per di più limitatamente ad un modello particolare, ci giunge nuovo: il virus in questione è un RAT, un Remote Access Trojan – che abbiamo già visto in passato – capace di installarsi nascostamente nei device rootati e di inviare periodicamente ad un server remoto quante più informazioni personali possibili, dalle immagini ai dati di accesso a social network ed account bancari. Nonostante il RAT sia esclusivamente limitato agli smartphone rootati – l’unico ambiente all’interno del quale il malware sia in grado di operare – ciò comunque non rappresenta nè un problema nè una pesante restrizione, in quanto quattro su cinque device in Cina risulta possedere i permessi di root (per una serie di fattori: principalmente per aggirare le limitazioni del governo che impedisce l’installazione delle Google App, ottenibili solo tramite ROM).

Ciò che risulta ancora più curioso è che il RAT italiano sembra prendere in considerazione nella sua fase di attacco solamente quattro modelli di device, quasi tutti di marca Samsung: Samsung N9005 Galaxy Note 3 LTE, Samsung SM-G355HN Galaxy 2 Core, LG D820 Nexus 5, e G355H Galaxy Core II (SM-G355HN); analizzando il codice IMEI del dispositivo il malware si disattiva automaticamente qualora il telefono incriminato non rientrasse nella propria, ristretta lista.

La paternità italiana, comunque, non è posta in discussione: oltre ad aver trovato numerose righe di codice completamente in italiano, molti dei dati trafugati (password, immagini, posizione e via discorrendo) sono inviati ad un server remoto posizionato in Italia; i nomi stessi delle due versioni riscontrate sono “it.cyprus.client” e “it.assistenzaumts.update“. La domanda più grande riguarda le finalità di un attacco così preciso e minuzioso, interrogativi che rimarranno a lungo – se non per sempre – inspiegati.

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