Nelle ultime ore Telegram è stato soggetto ad una massiccia invasione da parte di crawler, bot automatici creati sfruttando la natura open-source di Telegram capaci di raccogliere dati pubblici riguardo utenti e messaggi inviati; ciascuno di questi crawler, in un primo tempo facilmente riconoscibili perchè contraddistinti da un numero di serie, era e continuano ad essere sviluppati dal sito Tgchans, un database russo di cui avevamo già parlato in passato e che intende raccogliere tutte le informazioni pubbliche archiviate su Telegram.
Un’azione legittima o rasente l’illegalità? Siete pronti per scoprirlo?
Telegram invasa dai crawler
I crawler sono programmi automatici creati per la raccolta di informazioni pubbliche finalizzate alla loro conseguente archiviazione all’interno di database; solitamente vengono utilizzati dai motori di ricerca (Google, Altavista, Yahoo e persino Facebook) per l’indicizzazione dei contenuti ospitati all’interno della propria piattaforma.

E persino Telegram, qualora volesse fornire un’indicizzazione articolata e professionale dei post quotidianamente pubblicati dai canali pubblici, dovrebbe dare vita ad una rete di crawler sulla base di quanto già operato da Tgchans, un database russo che ha avviato nelle scorse settimane un’operazione di raccolta di post, informazioni ed username di canali pubblici che non è stata apprezzata da tutti gli utenti.
I crawler erano in grado di aggiungersi a gruppi e canali alla pari di normali utenti poichè sviluppati sfruttando la tecnologia tlg-cli, che consente ai bot di nascondere alla piattaforma la propria natura sintetica aggiungendosi a qualsiasi canale e Supergruppo pubblico (sia il team di sviluppo di Tgchans sia ragioni strutturali impediscono ai crawler di entrare in gruppi e canali privati, ossia privi di username e raggiungibili solamente tramite link d’invito).
Tgchans sotto accusa
Tgchans è stata naturalmente accusata di invadenza (ma i termini utilizzati sono stati ben più coloriti) ed il team di è difeso assicurando che le conversazioni dei Supergruppi registrate sarebbero state cancellate dal database del sito nell’arco di una settimana (mentre nè file multimediali nè informazioni sensibili di qualunque sorta sarebbero mai state collezionate dai crawler), contrariamente ai dati relativi ai canali pubblici, che invece sarebbero stati utilizzati per potenziare e raffinare i risultati delle analisi compiute dai bot.

Alcuni hanno ipotizzato che dietro Tgchans si nasconda una versione molto meno raffinata dell’NSA in versione russa; accedendo però alle schede dei canali pubblici si viene a contatto con una realtà che suggerisce una spiegazione differente, e più rassicurante. Non soltanto infatti Tgchans raccoglie i dati relativi ad ogni post pubblicato e provvede a filtrarli attraverso i propri parametri di analisi, ma fornisce statistiche indispensabili per un utilizzo vagamente professionale di un canale Telegram.
Conoscere la propria userbase rappresenta il primo passo per la creazione di contenuti indicizzati da parte di un social media manager: attraverso Tgchans è possibile scoprire la regione di provenienza dei membri del proprio canale e quante volte uno degli ultimi 25 contenuti pubblicati è stato ricondiviso in un Supergruppo pubblico – motivo per il quale i crawler ne sono diventati i membri silenziosi ma molto poco discreti.
La colpa è di Telegram
Dato che il sito è completamente in lingua russa ed attualmente in via di implementazione, non siamo certi che quanto accaduto corrisponda alla spiegazione da noi fornita; ciononostante siamo sicuri che Tgchans avrebbe potuto operare in maniera più trasparente, avvisando pubblicamente – perlomeno attraverso un post in lingua inglese sul proprio canale.

Ma il vero colpevole è Telegram: data la crescita esponenziale che la piattaforma ha conosciuto era alquanto prevedibile che, in assenza di un tool di supporto ufficiale, nascessero soluzioni di terze parti – in questo caso piuttosto maldestre e perfino dannose (le analisi relative ai canali presenti su Tgchans sono a disposizione di qualunque utente, non soltanto degli amministratori degli stessi).
Ci aspettiamo che, tra le implementazioni attualmente in sviluppo in vista del rilascio dell’aggiornamento Telegram 4.0, sia compreso anche la realizzazione di una piattaforma orientata all’analisi dei contenuti. Altrimenti i canali Telegram potrebbero rivelarsi una delle più grandi occasioni sprecate della piattaforma.
Su Telegram sono pochi i quotidiani che ancora mantengono attivo il proprio canale: scopri QUI quali sono, ma soprattutto quali meritano di essere seguiti.
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