Aptoide: cos’è, come funziona e quanto è sicuro (e legale) scaricare app

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Aptoide: un illegale contenitore di app pirata oppure un legittimo market di terze parti di Google Play? Si tratta di una domanda più che legittima in quanto, nonostante Aptoide sia ormai uno store consolidato, in molti ne denunciano gli scarsi controlli relativi alla presenza di applicazioni infette o alle politiche discutibili in tema di pirateria digitale; la linea intransigente di Google ha spinto molti utenti ad allontanarsi da Aptoide in quanto sospettato di essere un contenitore di malware, nonostante migliaia di utenti continuino, nonostante tutto, a farne uso.

Noi abbiamo eseguito controlli, ricerche e prove sul campo: siete pronti per scoprire tutto quello che occorre sapere riguardo Aptoide?

Breve storia di Aptoide

Aptoide nasce nel 2009 – solamente un anno dopo la creazione dell’HTC Dream e dunque del rilascio della prima versione di Android, in concomitanza con CyanogenMod – sotto forma di idea da parte di Paulo Trezentos, che nel 2010 riesce a tradurla in realtà grazie all’opportunità offerta da Bazaar Android (da non confondere con CafeBazaar, il market iraniano alternativo di app Android), una piattaforma che consentiva ai propri utenti di dare vita a piccoli store personali di app. Nel 2012 Aptoide e Bazaar Android  si fondono, diventando un singolo app store con sede a Lisbona.

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Paulo Trezentos

Da allora la fortuna sembra sorridere a Trezentos ed al suo team, che si espandono con forza non soltanto nel settore europeo: Alvaro Pinto, co-fondatore di Aptoide, afferma che almeno 100 milioni di utenti hanno scaricato almeno un’app da Aptoide e i più attivi arrivano ad eseguire il download di cinque-sei app al mese.

In totale Aptoide è cresciuta del 100% ogni anno, tanto da attirare nel 2013 un investimento di 1 milione di dollari, quadruplicatosi nel 2016 con l’arrivo di Serie A, un fondo d’investimento partecipato da diverse e. ventures cinesi e portoghesi. Aptoide infatti non si è limitata all’Europa, allargandosi in Asia con sedi a Shenzhen, al confine con Hong-Kong e considerata la Cupertino cinese, ed a Singapore, mercato in cui è cresciuto del 200% l’anno.

Nel 2014 Trezentos aveva poi denunciato Google presso la Commissione Europea per “abuso di potere“, avendo la casa di Mountain View espulso Aptoide dal Play Store; in questo modo Google “danneggiava gli utenti, che avrebbero avuto in questo modo minori e più costose alternative a disposizione“.

Come YouTube, ma per le app – Aptoide: come funziona

Anche se a prima vista Aptoide potrebbe sembrare uguale a tutti gli altri store alternativi, non bisogna sottovalutare l’originalità di Aptoide e del suo fondatore, che ha mantenuto l’idea di fondo di Bazaar Android fondendola in una realtà più adattiva e polifunzionale.

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La particolarità di Aptoide è data infatti dalla possibilità per ogni utente di creare il proprio store di applicazioni personale, all’interno del quale caricare file APK di app e giochi oppure condividerle prelevandole dalla repository principale, lo store “apps” che è in realtà lo store ufficiale di Aptoide. Per questo motivo non è raro trovare più fonti dalle quali scaricare la medesima applicazione.

Una struttura così particolare è sia un motivo di vanto che un demerito: da una parte infatti Aptoide spicca per originalità oscurando la concorrenza; lo stesso Alvaro Pinto descrive la struttura di Aptoide come una versione per applicazioni di YouTube. Al posto dei canali troviamo i singoli market ed invece dei video ci sono le applicazioni, ma ogni utente può seguire il proprio store preferito e ricevere notifiche ad ogni applicazione aggiunta.

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La controversia maggiore però riguarda proprio questo sistema di condivisione di app, e nasce proprio dalla possibilità, a tutti offerta e scarsamente controllata dal team, di caricare qualsiasi tipo di file APK, compresi file infetti e di applicazioni a pagamento, con grande disappunto degli sviluppatori Android che vedono Aptoide come fumo negli occhi. Alcuni developers si sono affidati alla protezione di Google che ha persino introdotto una schermata secondaria che mette in avviso gli utenti che ne fanno uso sui possibili pericoli relativi alla privacy, mentre altri hanno ritenuto fosse più saggio aprire direttamente uno store su Aptoide, riducendo la portata degli eventuali danni (come PikPok).

E probabilmente è proprio questo il fine di Aptoide: tenere la mano leggera sulla pirateria per costringere gli sviluppatori ufficiali a subentrare ai singoli utenti, aumentando la reputazione e la trustability del market stesso. Una strategia che comunque non sembra essere più di tanto efficace.

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Tra le altre funzionalità, Aptoide mette a disposizione alcuni utili strumenti come la pianificazione degli aggiornamenti, il backup delle applicazioni installate e una versione Lite di Aptoide, dedicata a chi dispone di poca memoria ed ancor meno traffico dati.

Un vero e proprio Far West – Aptoide: quanto è sicuro scaricare da Aptoide

La domanda che più spesso gli utenti si pongono riguardo questo market alternativo è sempre la stessa: quanto è sicuro Aptoide?

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Aptoide è veramente sicuro?

Nonostante lo store possieda un malware scanner integrato (composto da tre antivirus costantemente attivi) incaricato di stabilire l’affidabilità di un file APK (verificabile attraverso una serie di badge: verde, affidabile; giallo, sospetta; rosso, non sicura), gran parte delle applicazioni vengono semplicemente ignorate, lasciando l’utente nel dubbio. Nonostante anche Google Play in passato abbia ospitato applicazioni rivelatesi poi malware e virus, tendiamo ad essere molto meno fiduciosi nei confronti di Aptoide che ha, come già detto, mantenuto un atteggiamento ambiguo sulla pirateria e riguardo la mancanza di totale sicurezza negli store alternativi ad “Apps“, la repository ufficiale.

Non soltanto gli sviluppatori che si sono trovati danneggiati dalla politica di “frontiere aperte mantenuta da Aptoide ed hanno deciso di denunciare la disponibilità gratuita di app a pagamento hanno ricevuto niente più che un’alzata di spalle da parte del team, ma troviamo in un qualche modo inquietante l’ubiqua presenza di Paulo Trezentos e del suo team su ogni sito di informazione tecnologica che metta in dubbio l’affidabilità di Aptoide.

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Una delle tante risposte di Trezentos ad una domanda riguardo la sicurezza di Aptoide

Nonostante infatti uno store di app costantemente bersagliato da critiche e dubbi richieda e per certi versi necessiti di una forte presenza online, è bizzarro immaginare il proprietario di un’azienda valutata più di 1 milione di dollari navigare su Internet e rispondere ad utenti su social network security-based. Volendo essere maligni, si potrebbe sospettare un’attività d’inquinamento delle fonti.

Altrettanto inquietante è la provenienza dei 4 milioni di fondi ottenuti da Serie A, una cordata di e. ventures formata, tra le altre, anche da Gobi Venutres Capital, un fondo di investimenti a capitale pubblico e privato ed ampiamente sovvenzionato dal governo cinese, che negli ultimi anni ha iniettato più di 330 miliardi di dollari nel mercato delle start-up. Caso vuole che la Cina sia anche la principale fonte di provenienza di malware e virus per Android.

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