Cheetah Launcher, l’interfaccia utente ufficiale dai creatori di Clean Master – Launcher Saturday
Cheetah Mobile è diventata tristemente famosa, nel corso dei mesi di permanenza su Google Play, per la paternità di Clean Master, la più cancerogena tra le applicazioni per Android: un RAM Booster estremamente famoso ed altrettanto ingannevole che spinge decine di migliaia di nuovi utenti al download simulando potenziamenti, completamente fasulli, alle prestazioni del device.
Ma Cheetah Launcher non deve subire lo stesso pregiudizio – più che meritato – di Clean Master: un launcher per applicazioni dotato di discrete funzionalità ma soprattutto privo di molte delle funzionalità che potremmo criticare ad altre interfacce prodotte da aziende cinesi.
Siete pronti per scoprire quanto è profonda la tana del bianconiglio?
Cheetah Launcher – Interfaccia utente e primo impatto
Alla prima installazione Cheetah Launcher provvede a sostituire l’interfaccia con quella proprietaria: la Home viene suddivisa in tre schermate, all’interno delle quali vengono posizionati i widget della casa di sviluppo (un orologio, un calendario, una toggle bar) nonchè i collegamenti allo store dei temi.
Davvero sorprendentemente, Cheetah Launcher non porta appresso la consueta lista di applicazioni preinstallate, suite di strumenti completamente inutili o ben poco funzionali all’economia del device; naturalmente non poteva mancare il classico RAM Booster, ben nascosto ma presente (e che vi consigliamo vivamente di non tappare mai). Assieme al RAM Booster, troviamo anche la voce “Commenti CM“, un form di contatto che permette di inviare direttamente agli sviluppatori suggerimenti o proteste o segnalazioni di bug, una nota di merito che abbiamo apprezzato.
Infine l’app drawer: un semplice elenco a schede delle applicazioni installate, senza infamia e senza lode; alla base della schermata troviamo la shortcut alla barra di ricerca e alle Impostazioni per organizzare la disposizione applicazioni.
Cheetah Launcher – Funzionalità, personalizzazione e conclusioni
Le funzionalità proprie di Cheetah Launcher sono davvero limitate, nonostante le risorse del team di sviluppo: le Impostazioni proprie del launcher, difficili da raggiungere in quanto la traduzione un poco approssimativa dei collegamento delle sezioni non facilita l’orientamento, sono scarse e consentono di modificare lo sfondo, le animazioni e poco più.
La punta di diamante – se così può essere chiamata – di Cheetah Launcher è lo store dei temi: nonostante le scarse aspettative, dobbiamo ammettere che si tratti di uno store piuttosto fornito e vario, anche se naturalmente al suo interno non sarà possibile trovare temi e icon pack in Material Design. Nel complesso le proposte sono particolarmente indicate per un pubblico molto giovanile, mentre l’utente maturo si troverà poco soddisfatto. È persino possibile chiedere, sempre tramite form di contatto, un tema personalizzato al team di sviluppo.
Ciò che più particolarmente sorprende è l’impossibilità di variare icon pack manualmente, nonostante proprio attraverso i temi il launcher provi di supportarne l’integrazione; siamo fiduciosi in un futuro aggiornamento.
In conclusione, Cheetah Launcher non spinge alla disinstallazione per rabbia o frustrazione, in quanto i bloatware propri del launcher sono più che minimi, quanto piuttosto per la mancanza di features esclusive o incisive che ci spingano a consigliarlo. Si tratta fondamentalmente di un launcher banale e privo di spessore, il cui consumo limitato di RAM (appena 3MB di risorse) non induce nemmeno ad un’aspra critica nei suoi confronti. Un launcher che avrebbe avuto un posto d’onore ai tempi di Android 2.3, ma che oggi non merita che l’oblio o l’indifferenza.
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