I 10 fatti e curiosità sulla nascita di Android che forse non conoscete – [Parte 1]

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Android è nato più di 13 anni fa, ma nonostante manchino solamente cinque anni al raggiungimento della sua maggiore età nessuno potrebbe dire che il sistema operativo preferito di miliardi di utenti sia così anziano. A tal proposito, esistono numerosi aneddoti e fatti interessanti, nonchè alcuni falsi miti che circolano attorno al SO della casa di Mountain View (per esempio, che Android non è stato creato da Google).

Siete pronti per rivedere tutte le certezze che avevate a proposito di Android?

#1 – Android non è stato creato da Google

Nonostante molti ritengano che Google abbia creato Android, si tratta in realtà di un falso mito: Android fu infatti fondato in gran segreto nel 2003 da Andy Rubin, Rich Minerva, Nick Sears, Chris White.

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Andy Rubin

Non si trattavano certamente di sprovveduti: Andy Rubin era, assieme a Rich Minerva, il cofondatore di Danger, una sussidiaria di Microsoft specializzata nella programmazione di sistemi operativi mobili, mentre Nick Sears era il vicepresidente di T-Mobile (un gestore telefonico tedesco) e Chris White aveva invece contribuito alla creazione di Web TV, un servizio di streaming per  televisioni. Queste capacità e conoscenze permisero di realizzare Android OS – nonostante la compagnia ufficialmente non avesse mai ammesso di lavorare alla realizzazione di un sistema operativo – e di lanciarlo sul T-Mobile G1, il primo, vero smartphone Android. Nel 2005 Google acquisì Android e Andy Rubin divenne vicepresidente della casa di Mountain View. Un’acquisizione intelligente: ad oggi, Android detiene l’85% del mercato di device mondiale.

#2 – I critici ritennero che Android sarebbe stato un fallimento

Anche se oggi Android è il sistema operativo più diffuso del mondo, durante il suo primo rilascio nessuno venne convinto dalla potenziale attrattiva di un SO a misura d’utente. Bisogna essere sinceri: nel 2008, quando venne lanciato il T-Mobile G1, il settore degli smartphone stava conoscendo l’espansione di iPhone e l’entrata in scena di colossi informatici come BlackBerry e Microsoft, e nessuno ritenne che sarebbe potuto uscire qualcosa di buono da un sistema operativo creato da una compagnia di web-service.

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Chi accidente lo comprerebbe mai?

A tal proposito, è significativo quanto riportato dal popolare sito Wired.com durante la prima presentazione del T-Mobile G1: il telefono venne ritenuto il classico “elefante nel negozio di cristalli“, e la presentazione fu ritenuta ‘noiosa con un sacco di persone confuse e deluse‘. Allo stesso tempo, Wired.com lo classificò come un telefono ‘grosso, poco accattivante e con l’ennesima tecnologia proprietaria. Quando si dice “lungimiranza“.

#3 – Il primo smartphone Android assomigliava ad un BlackBerry

Prima che l’iPhone venisse presentato, nessuno riteneva che il touchscreen potesse diventare il punto cardine della successiva generazione si telefoni mobili, ed anzi era BlackBerry ad essere il riferimento degli sviluppatori e dei produttori. Proprio a tal proposito, il primo prototipo (chiamato anche “Sooner“, e mai messo in commercio) presentava un design precisamente identico ad un device della casa canadese, e persino Android assomigliava in molti punti all’SO di BlackBerry.

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Troppo simile ad un BlackBerry?

Fortunatamente l’iPhone venne presentato prima che Sooner potesse essere messo in commercio: il display capacitivo ed il design elegante privo di tastiera fisica convinse sia acquirenti che concorrenti e il T-Mobile G1, nonostante possedesse ancora una keyboard (nascosta), differiva completamente dal proprio prototipo originale proprio per via del cambiamento di gusti che il pubblico aveva attuato. BlackBerry rappresentava il passato, iPhone – e successivamente Android – la novità.

#4 – Android 1.0 e 1.1 non possedevano nomi di dessert

È tradizione in casa Android nominare le nuove versioni del sistema operativo con nomi di dessert famosi: Ice Cream Sandwich, KitKat, Marshmallow (e Nutella?)… Ma non è sempre stata una regola consuetudinaria, anzi.

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Android… Astroboy?

Le prime release di Android (comprese quelle che video la luce sull’HTC Dream – il T-Mobile G1) non possedevano alcun nome e semplicemente erano conosciuti al pubblico come Android 1.0 e Android 1.1. All’interno della società però vi era l’abitudine di rinominare le versioni con soprannomi – come “Astroboy“, o “R2-D2“; quando Android 1.2 venne chiamato “Cupcake“, l’idea di mantenere l’associazione di un dolce ad ogni nuovo aggiornamento piacque così tanto che venne mantenuta.

#5 – Il primo smartphone Android non possedeva una tastiera virtuale

Il 2008 è stato certamente un anno di svolta per il settore della telefonia, in quanto l’arrivo dell’iPhone sul palcoscenico internazionale modificò gli assetti creatisi negli anni precedenti spostando l’attenzione del pubblico su elementi come il touchscreen ed il sistema operativo, negli anni precedenti assolutamente ignorati.

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Tastiera sì, ma virtuale

Nonostante poi il successo del primo modello di iPhone, gli scetticismi riguardo uno smartphone dotato di schermo capacitivo non erano del tutto scomparsi e l’HTC Dream arrivò sul mercato con uno schermo touchscreen, ma privo di una tastiera virtuale: prima di Android 1.5 infatti era possibile comporre messaggi di testo e note solamente attraverso la keyboard nascosta nel corpo del device. Allo stesso tempo, il T-Mobile G1 non possedeva un jack standard da 3.5mm, bensì una curiosa uscita proprietaria che rendeva necessaria la presenza di un adattatore – elemento che molti critici contestarono al modello nel momento dell’uscita.

Non accontentatevi: scoprite QUI gli altri 5 fatti e curiosità su Android, dal compleanno al primo sito dedicato!

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