Le 10 cose che forse non sapete su Telegram e il suo fondatore – [Parte 1]
Telegram è certamente un’applicazione di messaggistica fresca, indipendente e dotata di grande inventiva: la personalità gentile ma decisa del suo fondatore, Pavel Durov, ha contribuito non poco a rendere quest’app, da timida alternativa russa a WhatsApp ad uno dei più amati ed apprezzati servizi di messaggistica. La sua battaglia per l’indipendenza di Telegram e dei dati dei suoi utenti lo hanno portato ad entrare in conflitto con numerosi governi, oltre che a ricevere intimidazioni da più parti: questo e molto altro abbiamo deciso di raccontarvelo in un breve elenco di curiosità, aneddoti e fatti che riguardano Telegram molto da vicino, e che forniscono una panoramica assai interessante di un’app estremamente sicura per utenti e sviluppatori.
Siete pronti per scoprire le 10 cose che non sapete su Telegram?
#1 – Quando è nato Telegram?
Si tratta di un’informazione assai facile e banale, che tutti possono reperire cercando la pagina relativa a Telegram su Wikipedia: Telegram fu fondato il 14 agosto 2013, giorno nel quale fu pubblicato su iOS, mentre la versione alpha per Android vide la luce qualche mese dopo, il 20 ottobre 2013.

Ciò che invece probabilmente non sapete su Telegram è che la grafica e il design che contraddistinguono gli stickers ufficiali della compagnia, e più in generale le illustrazioni presenti sul sito ufficiale, non nacquero assieme a Telegram bensì alcuni anni prima, quando Durov era CEO di VK, un famoso social network russo la cui popolarità ha permesso a Pavel di diventare multimilionario, e di riuscire in questo modo a sostenere economicamente l’app di messaggistica. Durov decise di trasferire questo originale e caratteristico stile grafico sulla sua successiva creazione, per ragioni che vi illustriamo nella prossima domanda.
#2 – Di che nazionalità è Pavel Durov?
Nonostante la maggior parte degli utenti Telegram non esiterebbero ad attribuire la cittadinanza russa a Pavel Durov, si tratterebbe in realtà di un’informazione poco aggiornata: Durov è attualmente un cittadino delle Isole di Saint Kittis e Nevis, una micronazione situata alle porte del Mar dei Caraibi.

Durov potrebbe infatti essere considerato a tutti gli effetti un esule politico: dopo aver fondato nel 2006 il social network VKontakte, una versione russa di Facebook, a partire dal 2011 cominciò a subire pressioni da parte del governo di Vladimir Putin, il quale aveva immediatamente capito l’enorme valore dei metadata nella nuova strategia del possesso delle informazioni; nello stesso anno la polizia arrivò ad assediare la sua abitazione a San Pietroburgo, anche se il fatto non durò che qualche ora. Nel 2013 fu costretto a cedere la maggioranza azionaria di VK a Ivan Tavrin, proprietario della più grande azienda tecnologica del Paese, Mail.ru, ma rimase comunque CEO del social network sino all’aprile del 2014, anno in cui rassegnò le dimissioni in aperto contrasto con Putin.
Durov infatti denunciò che VKontakte era ormai caduto in mano agli alleati del presidente russo, ma il punto più alto si registrò nel momento in cui il fondatore di Telegram si rifiutò di fornire i dati degli utenti appartenenti ad un gruppo su VK affiliato ai rivoltosi ucraini: in seguito Durov acquistò la cittadinanza di Saint Kittis e Nevis pagando 250.000$ come “donazione” alla locale Sugar Industry Diversification Foundation. La sua fortuna si aggira attorno ai 300 milioni di dollari, al sicuro attualmente nelle cassaforti svizzere. Va ricordato che Durov è un anarco-capitalista, avendo scritto nel 2011 un manifesto per rivoluzionare la Russia.
#3 – Come guadagna Telegram?
Telegram è un servizio gratuito: attualmente infatti Telegram non è provvisto di banner pubblicitari nè di servizi a pagamento, anche se Durov non esclude che in un futuro potranno arrivare contenuti Premium per consentire all’applicazione di diventare economicamente indipendente.

Le FAQ di Telegram parlano chiaro: Telegram non intende chiedere ai propri utenti un abbonamento o una qualche altra forma di pagamento obbligatorio, e qualora necessitasse di entrate chiederebbe una donazione volontaria o, al più, introdurrebbe contenuti Premium per aziende e professionisti che integrare Telegram nel proprio modello di business; proprio a tal proposito, in un recente podcast tenuto sul sito Wired.com Pavel Durov ha specificato che in un prossimo futuro Telegram potrebbe introdurre una forma di pagamento mobile che vedrebbe i bot come protagonisti, anche se non ci sono ancora modelli precisi a cui fare riferimento. In tal caso, Telegram chiederebbe una piccola percentuale sui pagamenti, riuscendo ad autofinanziarsi e rendendosi così indipendente dal contributo economico del fondatore: sino ad oggi sono infatti i più di 300 milioni di dollari di cui Pavel Durov è in possesso a costituire il principale motore e fonte di sostentamento.
#4 – L’NSA ha tentato di spiare Telegram
Se dunque Putin ed il governo russo non si sono dimostrati particolarmente affabili nei confronti di Telegram, neanche gli Stati Uniti non sono stati molto più amichevoli: durante l’ultimo Google I/O infatti alcuni membri dell’FBI vollero interrogare Durov riguardo le sue attività negli USA, ma non solo.

Durov ha infatti raccontato su Facebook che agenti dell’NSA tentarono di corrompere alcuni membri del suo team per assumerli come “talpe” in grado di controllare le mosse del magnate russo, ma l’operazione non andò mai in porto per via della fedeltà dimostrata dai suoi collaboratori. Abbiamo raccontato QUI l’avvenimento nei dettagli e si tratta di una delle ragioni per cui Telegram non possiede la propria sede legale negli Stati Uniti: Durov è sconvolto dalla politica di trattamento dei dati personali che il governo americano porta avanti sin dalla nascita dei primi social network.
#5 – Dove si trova la sede legale di Telegram?
Il team di Telegram non possiede una sede operativa fissa: ogni due o quattro mesi il gruppo operativo – che conta un massimo di 15 ingegneri ed esperti – si sposta per tutto il mondo per mantenere la propria creatività costantemente al lavoro.

La sede legale si trova attualmente in Germania: dopo aver scartato Russia e Stati Uniti per ovvie ragioni, per qualche tempo Durov ha pensato di stabilirsi definitivamente a Londra, ma cambiò successivamente idea dopo un colloquio con il Primo Ministro inglese David Cameron che gli espose la sua idea di gestione dei metadata (la quale evidentemente non piacque particolarmente).
Non accontentarti: scopri QUI la seconda parte delle curiosità a fatti su Telegram e Pavel Durov!
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