Radiazioni degli smartphone ed emissioni SAR: cosa sono, come funzionano, quanto sono pericolose e come misurarle – GNU

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Le radiazioni emesse dagli smartphone sono diventate negli ultimi anni grande oggetto d’attenzione da parte degli analisti, complice anche la ricerca scientifica sempre più improntata sull’ultimo dei grandi mali incurabili che affliggono l’umanità, il cancro. Da una parte infatti assistiamo alla messa sotto accusa dei cellulari, complici, secondo i risultati di alcune ricerche, di essere una delle fonti determinanti l’aumento dei casi di cancro al cervello; secondo altri invece le radiazioni emesse dagli smartphone sarebbero del tutto innocue.

Come sempre la verità risiede nel mezzo e possiamo affermare che, nonostante gli studi in merito siano solo agli inizi, le radiazioni emesse dagli smartphone non siano causa nè di cancro nè di tumori, ma comunque non favorevoli al mantenimento in salute del corpo umano.

Siete pronti a scoprire tutto quello che occorre sapere sulle radiazioni emesse dagli smartphone e sulle emissioni SAR?

Radiazioni elettromagnetiche e raggi ionizzanti – Radiazioni degli smartphone ed emissioni SAR: cosa sono

Innanzitutto apriamo questa Guida per Nuovi Utenti specificando che gli smartphone Android devono obbligatoriamente emettere delle radiazioni elettromagnetiche per poter garantire il corretto funzionamento delle proprie apparecchiature: la rete cellulare, il 3G, il 4G e persino il Wifi funzionano sfruttando le proprietà delle radiazioni elettromagnetiche.

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Differenza tra onde ionizzanti e onde non-ionizzanti / Crediti ad Androidauthority. Com

Questo dunque comporta un’esposizione elevata a questo tipo di radiazioni praticamente ogni giorno, considerando anche tutti quegli altri elettrodomestici – come forni a microonde – che fanno uso della stessa tecnologia: nonostante ciò però bisogna compiere una prima distinzione per separare le radiazioni ionizzanti da quelle non ionizzanti; non si tratta di un puro vizio di forma bensì di una separazione tra onde elettromagnetiche dannose per la salute e radiazioni emesse dagli smartphone non particolarmente pericolose.

Le radiazioni elettromagnetiche ionizzanti sono radiazioni sufficientemente potenti per estrarre gli elettroni che ruotano attorno agli atomi delle particelle, trasformandoli in questo modo in ioni: fanno parte di questa categoria di emissioni i raggi ultravioletti, i raggi X e i raggi gamma. Le radiazioni elettromagnetiche non-ionizzanti non sono invece sufficientemente potenti per procedere con l’estrazione degli elettroni, accontentandosi di farli muovere lungo le orbite che essi descrivono attorno all’atomo: troviamo tra le emissioni non-ionizzanti le microonde, le onde sonore ed anche le radiazioni emesse dagli smartphone.

Sia lampante questa prima distinzione: le onde elettromagnetiche ionizzanti possiedono una forza che può raggiungere i 100 miliardi di miliardi di Hertz, una forza tale da strappare brutalmente gli elettroni e di rompere persino il nucleo degli atomi. Il secondo tipo invece non raggiunge i 2,5 miliardi di Heartz, nel caso-limite delle microonde utilizzate nei forni.

Bluetooth, Wifi e traffico dati – Radiazioni degli smartphone ed emissioni SAR: come funzionano

Quali sono le fonti delle radiazioni emesse dagli smartphone all’interno degli smartphone stessi?

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Come funzionano le radiazioni emesse dagli smartphone?

La risposta è più semplice di quanto si pensi: i principali responsabili sono naturalmente quelle funzionalità che necessitano di una connessione wireless per collegarsi alla Rete, a dispositivi esterni oppure ad altri device; di conseguenza troviamo in testa alla classifica il Wifi, il quale però possiede più livelli di frequenza che gli consentono di variare la potenza delle emissioni (2.4GHz, 3.6GHz, 4.9GHz, 5GHz e 5.9GHz); al secondo posto si posiziona il Bluetooth, che opera su una media di 2.4GHz, ed infine le reti mobili, come il 3G e il 4G, che variano da 700MHz a 2.7Ghz.

Si potrà notare dunque come queste radiazioni emesse dagli smartphone, anche se combinate insieme, non potrebbero nemmeno raggiungere la potenza che un raggio X o gamma può scatenare; così come potrete leggere nel terzo paragrafo di questa GNU, la potenza di una frequenza è più responsabile del livello di surriscaldamento dello smartphone, che dei tumori al cervello.

Le radiazioni emesse dagli smartphone sono davvero pericolose? – Radiazioni degli smartphone ed emissioni SAR: quanto sono pericolose

Raggiungiamo il punto più controverso di questa Guida per Nuovi Utenti: le radiazioni emesse dagli smartphone sono davvero così pericolose? Che cosa affermano i ricercatori e le organizzazioni internazionali a proposito?

Introduciamo primariamente le emissioni SAR: tale acronimo, che racchiude la formula Specific Absortion Rate, è un valore introdotto nel campo della misurazione delle emissioni radio tale per cui è possibile verificare la potenza delle radiazioni ponendo l’apparecchio oggetto del test a distanza di 1cm dalla pelle di un manichino, la quale simula anche la presenza del tessuto dei vestiti; i valori sono poi riportati come W/kg, e sono accettati sia nel modello statunitense, sia in quello europeo.

Nei due continenti infatti esistono organismi specifici (FCC negli Stati Uniti e CENELEC in Europa) atti alla verifica dell’ideoneità di un prodotto, in particolar modo elettronico; tali organi possiedono però diversi parametri di sicurezza: per la FCC il limite da non oltrepassare è di 1,6W/kg per 1cm di tessuto, mentre per la CENELEC è di 2W/kg per 10cm di tessuto. Si trattano comunque di valori relativamente equivalenti.

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Le radiazioni non vi uccideranno!

Anche se gli smartphone comunque rispettano i dettami delle legislazioni occidentali, ciò non significa che le radiazioni emesse dagli smartphone non siano pericolose: nel corso del tempo sono emerse però evidenti difficoltà nella misurazione degli effetti di tali radiazioni sulla salute delle persone, data la recente introduzione di tali prodotti. I telefoni cellulari sono diventati un prodotto di consumo a partire dagli anni ’90, e in un ventennio la tecnologia ha compiuto molti passi avanti, nel bene e nel male: se da una parte ha limitato e raffinato la potenza delle emissioni trasmesse dai primi modelli di cellulari (delle vere e proprie centrali nucleari), dall’altra sono stati introdotte nuove fonti di radiazioni, come Wifi e Bluetooth.

La World Health Organization, l’ente dell’ONU predisposto alla salvaguardia della salute umana, ha emesso un parere poco chiaro sulla reale pericolosità degli smartphone: solitamente infatti i tumori provocati dalle radiazioni si sviluppano nel corso di anni, e non sono stati ancora registrati un numero sufficiente di casi per poter emettere un verdetto, sia positivo che negativo. Ricordiamo poi che con l’avvento sempre maggiore delle app di messaggistica e di chat le chiamate sono diventate uno strumento comunicativo di secondo piano, e probabilmente è un bene per quanto riguarda la salvaguardia della propria salute da eventuali tumori al cervello.

Quali app permettono la misurazione – Radiazioni degli smartphone ed emissioni SAR: come misurarle

Naturalmente un avveduto utente Android preferirà di per sè valutare quante emissioni il rpoprio smartphone trasmetta, piuttosto che affidarsi a statistiche e dati preconfezionati.

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A tal proposito giunge Quanta Monitor, un’applicazione appena sbarcata su Google Play che promette di testare, monitorare e valutare le radiazioni emesse dagli smartphone in tempo reale, il tutto corredato da un design completamente curato e da grafici. Il livello di guardia delle emissioni è quello statunitense, che come vi abbiamo però detto è equivalente a quello europeo; naturalmente i picchi maggiori saranno registrati nel momento in cui verranno attivati Wifi o traffico dati, o Bluetooth, mentre normalmente i parametri saranno (o dovrebbero essere) regolari e costanti.

Volete saperne di più sul Bluetooth? Scoprite QUI la nostra Guida per Nuovi Utenti a proposito!

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Quanta Monitor su Google Play
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