Le 7 cose che forse non sapete su Android
In principio fu Google, che, decisa ad entrare nel mercato degli smartphone, forse intuendo il successo che da lì a poco Apple avrebbe raggiunto, decise di acquistare una piccola compagnia che rispondeva al nome di Android Inc., nell’estate di ben dieci anni fa.
Da allora di strada il robottino verde ne ha fatta davvero tanta, facendo registrare numeri da capogiro e riuscendo a portare il proprio sistema operativo su televisori, telefoni, PC, smartwatch e console di gioco. Come ben saprete, recentemente è stata annunciata la nuova versione del sistema operativo che prenderà il nome di Marshmallow, e che debutterà verso la fine del mese di settembre sui nuovi Nexus.
Questi sono particolari che probabilmente conoscevate già, essendo notizie di largo dominio pubblico; oggi però vi andremo a svelare 7 cose che scommettiamo non tutti sanno (o almeno non tutte completamente), riguardo Android; naturalmente saremo ben felici di essere smentiti!
#1 – Android non ha sempre avuto un nome “dolce”

La prima versione pubblica di Android – la 1.5 per l’esattezza – venne chiamata Cupcake (chi non li ha mai mangiati?) e, visto il successo riscontrato, le versioni successive continuarono ad essere ribattezzate con nomi di dolci: la 1.6 (Donuts), la 2.0 (Eclair), la 2.2 (Froyo), la 2.3 (Gingerbread), 3.0 (Honeycomb) e giunti alla 4.4 si pensò persino di coinvolgere una delle più famose aziende dolciarie del mondo, la Nestlè, dando alla luce Android KitKat; terminando poi con Lollipop e il futuro Marshmallow. Ma quello che non sapete su Android è che i nomi con cui i sviluppatori identificavano le versioni pre-commerciali, facevano (e continuano ancora oggi) a fare riferimento ai grandi robot protagonisti di pellicole cinematografiche, fumetti e serie animate, come “Astro Boy”, “Bender” o anche “R2-D2”.
#2 – Honeycomb è l’unica versione di Android che non è mai stata rilasciata ufficialmente per smartphone

Era il 2011 quando Google rilasciò “Honeycomb”, una release pensata principalmente per adattarsi ai larghi schermi dei tablet, che risultò non essere però al contempo adatto agli schermi degli smartphone; piovvero così critiche da tutte le parti per un sistema che era davvero poco ottimizzato. Il device che ebbe “l’onore” di montare per prima questa versione fu il Motorola Xoom, un tablet equipaggiato con caratteristiche di tutto rispetto. Ovviamente Google corse subito ai ripari introducendo la versione 4.0 (Ice Cream Sandwich).
#3 – Sono oltre un miliardo i dispositivi Android attivati

Qualora a volte vi capitasse la piacevole sensazione di essere completamente circondati da terminali Android, non preoccupatevi, non state impazzendo: semplicemente starete notando gli oltre un miliardo di dispositivi che supportano il sistema di Google, un numero annunciato dallo stesso CEO di Mountain View recentemente. Per renderci bene conto delle proporzioni, basta pensare che sulla terra siamo circa sette miliardi di persone.
#4 – Google Play ha più applicazioni di ogni altro store

Ci sono storie in cui non vince chi arriva prima, ma chi compie meglio il proprio lavoro: pur essendo stato lanciato con qualche mese di ritardo rispetto all’App Store di Apple, il Play Store vanta un numero maggiore di applicazioni attestandosi circa ad un milione e mezzo di app disponibili, battendo in questo modo quindi qualsiasi altro store esistente (anche Amazon Underground). Ricordiamo che al momento del lancio, avvenuto nel 2008, il nome era Android Market, che rimase valido fino al 2012.
#5 – Il primo smartphone Android non è stato l’HTC Dream

Sebbene il primo smartphone commercializzato a montare Android sia stato l’HTC Dream, (che ricordiamo era equipaggiato con uno schermo da soli 3.2” e dotato di una tastiera slide), il suo “antenato” fu Google Sooner, un device molto somigliante ai primi modelli di Blackberry contenente un primitivissimo sistema operativo Android; la cosa più curiosa è che questo telefono possedeva un OS e delle caratteristiche tecniche molto più vicine ai telefoni moderni rispetto a quelle dell’HTC Dream, aprendo in un certo senso la strada ai modelli che attualmente sono in circolazione.
# 6 – Come si chiama il designer che creò il logo Android?

Siete curiosi di sapere chi ha ideato il logo del nostro amato robottino verde? Il suo nome è Irina Blok, una designer che prese ispirazione non solo dai film di fantascienza, ma anche dall’immagine degli omini disegnati solitamente all’esterno dei bagni pubblici, un fatto davvero curioso da lei stessa raccontato e successivamente confermato. Purtroppo lasciò la sua creatura senza un nome vero e proprio, anche se nei corridoi di casa Android viene simpaticamente chiamato “Bugdroid”. Senza smentire la sua natura intrinseca, il design stesso del logo di Android è open-source, così come dimostrano i vari rimaneggiamenti nel corso delle release ufficiali (basti pensare al logo di Ice Cream Sandwich o KitKat).
#7 – Eric Schmidt ha fatto parte del consiglio d’amministrazione di Apple

Che ci possiate credere oppure no, l’attuale direttore esecutivo ed ex CEO di Google ha fatto parte del consiglio d’amministrazione di Apple per ben tre anni, dal 2006 al 2009, lasciando poi i board appunto per un evidente conflitto d’interessi con la società di Cupertino. La passione per il sistema operativo di Google non gli ha comunque impedito di ricevere il plauso dello stesso Steve Jobs, che definì Schmidt “un eccellente membro di Apple che grazie al suo talento e alla sua passione ha contribuito al raggiungimento del successo della casa della mela”.
Volete saperne di più su Google Play ed Android? Non perdetevi QUI il nostro speciale redatto in occasione del terzo compleanno dell’Android Market!
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