Periscope è l’applicazione del momento: social, nuova ma soprattutto smart al punto giusto da interessare sia agli amanti della tecnologia, ma al contempo da strizzare l’occhio anche ai “normal users”, ossia quella galassia di utenti che si limitano a seguire le mode – e per i quali normalmente il sistema di iterazione in live-streaming sfruttato dall’app avrebbe costituito un handicap tecnologico troppo alto da comprendere e superare, se all’improvviso periscopare non fosse diventato così di moda. Generalmente, li definisco “hipster”.
Periscope, che ha acquisito una grande notorietà specialmente grazie ai metodi moralmente discutibili attuati da Twitter, proprietaria dell’applicazione, nei confronti del concorrente Meerkat, ormai ha raggiunto milioni di utenti sparsi per tutto il mondo. La domanda che ci possiamo porre ora è: dove vuole andare a parare?
Un interrogativo che non è scontato quanto sembrerebbe essere ad un primo sguardo: Periscope è una moda, ma come sappiamo bene, e come la Storia insegna, le mode si esauriscono presto, arenandosi sulla spiaggia della monotonia spinte delle onde della tempesta della mancata innovazione. Se Meerkat aveva un cuore – e potete esserne certi, dati gli appassionati elogi che decine di blogger e giornalisti hanno dedicato all’applicazione al momento della sua scomparsa – Periscope ha i soldi, ma non bastano per ritenersi al sicuro dal gorgo dell’oblio: ha bisogno di un’anima, di una nicchia (più o meno grande) in cui specializzarsi. Oppure, avere il coraggio di imporsi come social network del futuro, lanciandosi in guerra contro Facebook ed Instagram.
Intanto, anche questo è Periscope.
Peniscope
Sicuramente una delle specializzazioni dove meno ci si sarebbe aspettati di trovare Periscope è il mondo del porno, in particolar modo il variegato universo della chat erotica che, con l’aggiunta del live streaming, diventa vero e proprio sesso virtuale.
Se infatti lo spogliarello filmato (e fine a sè stesso) ormai odora di stantìo, con Periscope – che nei Paesi anglosassoni ha già assunto il nomignolo di Peniscope, come se in Italia periscopare non fosse già di per sè abbastanza ambiguo – si aggiunge l’elemento ad alto contenuto erotico dell’interazione tra spettatore ed escort. L’applicazione permette all’utente di valutare ogni live con un meccanismo di rating basato sui cuoricini: in questo modo chi esegue la performance può chiedere agli estasiati ammiratori di esprimere la propria soddisfazione con votazioni sempre più alte, e strecht goal – che sappiamo bene sotto quale forma – al raggiungimento di ogni quota di preferenze.
Senza contare la live-chat: i pervertiti della rete possono formare piccole comunità dove ognuno, almeno “virtualmente”, conosce l’altro, dato che è necessario autenticarsi tramite il proprio profilo Twitter per accedere a Periscope; le conversazioni comuni inoltre permettono agli spettatori di far sapere, a chi ha il controllo della videocamera, quali sono le proprie preferenze e voglie in diretta, trascinando così Periscope nel baratro della catalogazione sotto la voce “chat erotica“.
Giornalismo d’assalto
Un’altra funzionalità, assolutamente non sfruttata – almeno per ora – da parte degli utenti Periscope è la possibilità di inviare immagini in diretta di qualsiasi evento, al riparo da accuse di manipolazione dei fotogrammi: su Periscope – così come su Meerkat – la live è istantanea; nonostante se ne possa scaricare una copia al termine dello streaming, una volta trasmesso il video non è modificabile, nè manipolabile.
Quale strumento migliore per un reporter inviato su teatri delicati, come il fronte ucraino e la Crimea in particolare, per trasmettere ai propri follower riprese autentiche e ben poco smentibili da parte delle cancellerie, senza contare che, potenzialmente, potremmo assistere alla nascita di una nuova forma di giornalismo: non più notizia stampata su un quotidiano o visualizzata sulla pagina web di un blogger free-lance, ma comunicazione tra spettatore e giornalista.
Pirateria in streaming
Qual è la differenza tra un film pirata caricato su un sito torrent e una live-streaming dell’ultima puntata di House of Cards? Assolutamente nessuna.
Periscope può infatti trasformarsi senza difficoltà in uno strumento di diffusione di film o serie TV senza alcun controllo di copyright: basta accedere al proprio account Twitter, iniziare una sessione su Periscope ed avvertire i propri followers dell’inizio di una nuova live. Chi potrebbe controllare cosa viene trasmesso? Periscope non può avere il controllo delle trasmissioni in tempo reale, e l’unico provvedimento attuabile sarebbe tutt’al più la chiusura dell’account Periscope o Twitter; minaccia che ben poco potrebbe fare per scoraggiare gli utenti, dato che si hanno già difficoltà a controllare gli account dei supporter dei jihadisti dell’ISIS.
Eventi in diretta
Un’ultima applicazione per Periscope? La trasmissione in streaming di eventi e manifestazioni di grande respiro, come già accaduto per l’incontro Mayweather vs Pacquiao: i pochi fortunati che erano riusciti ad accaparrarsi i biglietti del fatidico match hanno generosamente trasmesso i punti salienti dello scontro in live, azione molto apprezzata dalle decine di migliaia di utenti connessi a queste trasmissioni improvvisate – ma certamente più “vive” di quelle trasmesse in televisione.
E se ciò è già accaduto per un incontro di boxe, potrà ripetersi anche per partite di calcio – non solo Mondiali, ma anche Champions League, Europa League e altri eventi presenti solo sulla Pay-TV – che getterebbero in crisi colossi del settore come Mediaset Premium e Sky, messi all’angolo da una miriade di appassionati tifosi armati di smartphone. Periscope non segnerà la fine delle Pay-TV, ma col tempo potrebbe diventare un grattacapo con cui confrontarsi. Chissà che gli abbonamenti non calino di prezzo.
Sapevate che Periscope per Android possiede molte più funzionalità rispetto alla sua controparte per iOS? QUI potete leggere l’#Applefun dedicato all’argomento.
Insomma, Periscope ha davanti a sè una miriade di possibilità per il proprio futuro, non tutte legali e limpide. La fase più importante sarà quella dedicata al controllo delle live e alla getsione dei contenuti, per prevenire sin da subito la tipologia di contenuti trasmessi: Twitter è un social network a-personale, e Periscope, che ne è suo diretto riflesso, non fa eccezione. L’app non possiede una fan base che ne ha seguito la crescita sin dalle fasi di beta-testing, così come è accaduto per Meerkat, e di conseguenza dovrà darsi ad fare per evitare fastidiose etichette che, come sappiamo, è ben difficile staccare dal proprio marchio.
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