I 5 tipi di pubblicità con cui Google ucciderà il Play Store – EDIToriale

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È ufficiale solamente da qualche giorno ma già fa tremare le coscienze di molti: le sponsorizzazioni su Google Play stanno arrivando. È un passo che tutti sapevamo sarebbe stato compiuto da Google (conoscendo bene le sue politiche, non era davvero difficile arrivarci), ciò che principalmente mi premeva sapere (e come a me, penso anche alla stragrande maggioranza degli utenti) era quando ciò sarebbe accaduto, e soprattutto in quale forma. Dalle immagini che Google ha messo a disposizione del grande pubblico, e che ho riportato in questo EDIToriale, le app sponsorizzate non dovrebbero nè risultare vistose nè tantomeno occupare una porzione significativa della schermata gestionale, rimanendo confinate alla sezione superiore. Chi dunque annunciava un’imminente catastrofe sarebbe stato smentito, ma tratteniamoci dall’esultare con viva forza: non esiste ancora nulla di definitivo, e non è detto che Google si limiti a degli innocui banner, anzi.

Io temo di peggio. Temo che Google Play faccia la fine di YouTube. Probabilmente non succederà, probabilmente Google si accontenterà di aver riempito fino a raggiungere il limite (della pazienza degli utenti) il più grande contenitore di video del mondo di annunci pubblicitari martellanti ed asfissianti, e lascerà in pace Google Play consapevole del fatto che decine di concorrenti (Amazon, Samsung, Apple, Microsoft…) attendono solamente una mossa falsa di Google per poter convincere almeno una parte di quel miliardo e mezzo di utenti che oggi compongono il Play Store a passare ai loro sistemi operativi, con relativi store privi di sponsorizzazioni. Fino al successivo giro di boa, ovviamente.

Ma la possibilità che Google tenti di rendere ancor più proficua la posizione di monopolio che attualmente detiene attraverso un sistema di sponsorizzazioni selvagge, è concreta e reale. Per questo ho dato libero sfogo alla mia fantasia pensando a cinque tipi diversi di sponsorizzazione che Google potrebbe ideare per il Play Store, senza probabilmente incontrare neppure le resistenze degli utenti, se introdotte lentamente e per gradi.

Pronti per fare un giro nel tunnel degli orrori?

05 – Doppio banner pubblicitario

App sponsorizzate Google Play

L’unico elemento che per ora non parrebbe prestare il fianco ad alcun tipo di smentita è la futura integrazione di banner pubblicitari che, posti in cima ai risultati di ricerca, segnalerebbero all’utente la presenza di un’app sponsorizzata coerentemente alla chiave di ricerca utilizzata. Ma siamo davvero sicuri che Google si accontenterà di un singolo e miserrimo banner? Naturalmente no, e nulla potrebbe impedirgli di raddoppiare il numero di sponsorizzazioni, e magari di inserire ulteriori spazi pubblicitari, intervallandoli tra i risultati ogni dieci o venti applicazioni elencate. Talmente terribile da far passare la voglia di cercare le app (con buona pace degli sviluppatori indipendenti che non possono permettersi un buon posizionamento nella classifica dei risultati).

04 – Le pubblicità a tutto schermo

App sponsorizzate Google Play 5
Scarica! Scarica!

Vi siamo stati abituati e vessati da centinaia di applicazioni e giochi di qualità (recentemente si è convertito perfino Dead Trigger 2, con uno spazio pubblicitario dedicato visualizzabile obbligatoriamente al termine di ogni missione), ma ancora non riusciamo a piegarci al tipo più molesto di pubblicità che l’uomo abbia mai inventato: la pubblicità a tutto schermo. Il fastidio che questo tipo di sponsorizzazione suscita nell’utente è direttamente proporzionale alla porzione di schermo occupato, e non mi stupisce constatare che le reazioni suscitate da questo tipo di advertising spazino da un irrefrenabile impulso alla disinstallazione immediata sino a violente ripercussioni fisiche sullo schermo del malcapitato smartphone, con relativi – ed irripetibili – improperi.

Ma come comportarsi se tale bieco espediente è adottato dall’unico store di applicazioni che possa adeguatamente soddisfare gli appetiti dell’utente medio? In nessun modo, ovviamente, si subisce passivamente, e questo Google lo sa bene; l’unica nostra speranza, oltre che Obi-Wan-Kenobi, è naturalmente la scarsa fantasia degli sviluppatori Google (che mai supererà quella del team Rilisoft, ma almeno loro hanno trovato una soluzione).

03 – Video pubblicitari

App sponsorizzate Google Play 6
Utili per guadagnare vite e diamanti, molto meno sul Play Store

Neppure Google può arrivare a tanto, specialmente se la piattaforma in questione non contempla nemmeno la visualizzazione di video durante l’utilizzo (teoricamente ad ogni applicazione pubblicata sul Play Store dovrebbe essere correlato un trailer delle funzionalità dell’app stessa… Ma non so quanti veramente si soffermino a guardarli); ma le vie della pubblicità sono tristemente infinite.

Chi potrebbe sopportare la riproduzione forzata di una pubblicità di dopobarba durante una tranquilla navigazione sul Play Store? Nessuno. Ma se tale spazio pubblicitario fosse riempito da un trailer di un’applicazione, magari anche ben fatto, fors’anche inserito nell’intervallo di tempo che separa il download di un’applicazione alla sua installazione effettiva? Se corredasse il tutto con una didascalia del tipo “Mentre aspetti che il download finisca…”, Google potrebbe dare l’impressione di fornire un servizio utile all’utente, confondendolo ed evitando di fargli pensare al fatto di aver appena sprecato trenta secondi della sua vita guardando un trailer di Boom Beach.

02 – Partnership

App sponsorizzate Google Play 3
Devo aggiungere altro?

Una parola che fa tremare chi di YouTube abbia una vaga idea dei meccanismi, e che fa letteralmente sudare freddo chiunque abbia abbastanza fantasia per immaginarsi ciò che significherebbe l’introduzione della partnership su Google Play: una vera e propria manna dal cielo per Google, un affare per gli sviluppatori, e un’altra seccatura per noi utenti, naturalmente.

Se Google infatti elaborasse una forma di contratto che provveda l’inserimento di pop-up, finestre a scorrimento e banner pubblicitari all’interno delle schede delle app (ad ogni download, ad esempio, potrebbero venir visualizzate determinate app sponsorizzate correlate dalla didascalia “Lo sviluppatore consiglia…” o, peggio ancora, “You may also like…”) in cambio della corresponsione di una percentuale allo sviluppatore in questione, sarebbero davvero in pochi a lasciarsi sfuggire un’occasione del genere, e non basterebbe neppure inserire un numero minimo di download per limitare la questua dei developers (abbiamo già potuto vedere su YouTube la totale impossibilità di arginare il problema).

01 – Notifiche pubblicitarie

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Non potete di certo lasciarvele sfuggire!

Quest’ultima categoria è una provocazione, poichè non penso seriamente che Google potrebbe raggiungere tali livelli di capitalismo sfrenato; chi ha avuto occasione di installare almeno una volta un music downloader da Google Play, avrà prima o poi ricevuto una notifica pubblicitaria – che potenzialmente possono avere effetti fatali per la salute del telefono e del portafoglio, se non immediatamente rimosse dalla notification bar. Ebbene, come ciliegina sulla torta a questa serie di inserti pubblicitari Google potrebbe ritenere legittimo catturare l’attenzione dell’utente segnalando, attraverso fastidiose notifiche, la presenza di determinate applicazioni sponsorizzate. La molestia passa dai music downloader a Google Play, ma non riesco proprio a notare il salto di qualità.

Conclusione

App sponsorizzate Google Play 7
Do you know Aptoide?

Google attuerà queste raffinate forme di tortura? Non me la sento di rassicurarvi su questo fronte, questa volta, perchè visto come Google ha sfruttato la sua posizione di dominio incontrastato sul settore del video-sharing, potrebbe ripetere l’operazione con Google Play. Ma Android non è l’unico sistema operativo alternativo ad iOS, ed il Play Store deve rivaleggiare con numerosi concorrenti che se ora non costituiscono un particolare problema, potrebbero facilmente diventare un porto sicuro per i delusi e gli scontenti. Aptoide docet.

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